Un fraintendimento comune di #novax militanti, #qanon feroci e altri troll è "Le discussioni servono per parlare, hai fatto un tweet pubblico e quindi devo dire quello che voglio e non puoi cacciarmi!". Non funziona così e ve lo spiego. Immaginate di fare una festa, pubblica
Non invitate nessuno, è aperta a tutta la cittadinanza. Arriva uno in mutande, si avvicina a Miss Italia che avete invitato come madrina, le tira una manata sul cu*o e urla "Bella fre*a io me la scoperebbi" facendo pure gesti inconsulti. Dopo di che si lava le mani nel Ponch,
si soffia il naso sulla tovaglia della tavolata pubblica, prende a pugni in faccia uno ospite e mentre tenete il discorso vi spintona prendendo il microfono e dicendo "Suono in luogo pubblico, ho la libbertà di parola e faccio quello che voglio e voi MUTI, mer*e!". Secondo voi
quanto tempo ci mette ad essere buttato fuori? E se torna dicendo "Fatemi tornare alla festa e dite che mi volete bene eppure è discriminazione discriminante che mi discriminate", quante risate si becca?
Anche voi avete un #novax che vi scrive "Tantoh i punturatih morirannoh"? Ho un affare per voi: chiedetegli quando "moriranno" e scommettete con lui. Ditegli di andare dal notaio con una caparra minima di ventimila euro, moglie e figli: se voi morite per il #vaccino o (continua)
un improbabile colpo di stato #nopass dove sarete "fucilati come collaborazionistih", lui avrà tutti i vostri averi e quelli della vostra stirpe deportata/morta. Ma attenzione! Se voi sopravvivete lui perde la caparra, moglie e figli devono vendersi tutto quello che (continua)
hanno accumulato in vita (naturalmente anche lui) e devono cedervi a vita il quinto del loro stipendio se lo hanno. Se hanno immobili, si impegneranno a venderli e liquidarvi la somma immediatamente. Vedete che rispondono, eventualmente riferite pure qui
Il problema dello studio della storia è che la storia "moderna e contemporanea" è la Cenerentola del programma. Si fa alla carlona perché "agli esami non si chiede". Arriviamo quindi al paradosso dei quarantenni col Commodore 64 a casa convinti che la prima
generazione ad avere il computer a casa siano stati i Millennials, del quarantenne col cervello bollito da anni di Drive In, Striscia, Paperissima che canta tutte le sigle di Bim Bum Bam a memoria come un jukebox convinto che la prima generazione teledipendente sia quella
attuale e, per finire, baldi ex giovinotti coi capelli sale e pepe che farneticano di dittatura e insultano Liliana Segre perché a scuola il fascismo lo saltavano per non farglielo portare all'esame...
Esiste in narrativa una cosa chiamata "Godzilla Threshold", la "Soglia di Godzilla". È quel fenomeno narrativo per cui finché Godzilla se ne sta tranquillo nella sua isola dei mostri e di tanto in tanto si affaccia sulla Baia di Tokyo a ringhiare, rompere qualche vecchia nave e,
generalmente, importunare la gente, per quanto Godzilla sia pericoloso, fastidioso, poco urbano e decisamente lontano dallo specimen di cittadino modello, viene lasciato stare. Poi una bella mattina Godzilla si sveglia convinto di essere il Re dei Mostri e pem! Te lo trovi
a fondere la Torre di Tokyo col respiro atomico, a sfasciare gli arredi urbani, prendere a calci un edificio e devastare uffici a caso. A questo punto scatta la "soglia di Godzilla". Parte il film e finisce che il simpatico lucertolone si trova addosso bombe a fusione, bombe