Trovo spesso che le letture parallele siano illuminanti. Mi è capitata su una bancarella "Harvest of sorrow", il libro di Robert Conquest sulla collettivizzazione dell'agricoltura sotto Stalin. La lettura, spesso angosciosa, del testo offre spunti interessanti.
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L'elemento più attuale, secondo me, è che un regime fortemente ideologizzato continua a perseguire la sua ideologia a dispetto delle conseguenze non solo umane, ma economiche e sociali che questo comporta.
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Il regime bolscevico riteneva necessario collettivizzare l'agricoltura. L'intero partito condivideva questa necessità, dividendosi al massimo sui tempi e i modi. Di fatto, i bolscevichi provarono più volte a spingere il processo dal 1917 al 1930.
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Dopo la distribuzione delle terre del 1917-18, la Guerra Civile, con l'effetto delle requisizioni di grano, alienò molti contadini. Anche per questo Lenin promosse la NEP, che garantiva una certa autonomia economica ai contadini (oltre che alla società in generale).
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Ma era tattica, non strategia. Strategicamente il partito attendeva il momento giusto per lanciare la collettivizzazione. In teoria volontaria, ma di fatto da realizzare a ogni costo.
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Nel 1930 c'è il primo tentativo di collettivizzazione forzata. Il fallimento economico (raccolti distrutti, animali uccisi per non consegnarli) spingono Stalin a recedere temporaneamente. Ma già dall'anno successivo riesce a forzare il partito e a imporre la linea dura.
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Da questo punto in poi, la linea è collettivizzare a ogni costo, fucilare o deportare chiunque si opponga, etichettato come "kulak" (contadino ricco), a dispetto delle conseguenze economiche.
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Il partito era ormai sicuro della sua presa sul potere e continuò la colletivizzazione a dispetto di crolli della produzione (fino al 60% in certi settori).
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Altro aspetto illuminante: i "kulaki" erano dipinti come subumani, approfittatori, nemici ontologici del popolo, persino untori. E alla fine la collettivizzazione avvenne, a scapito di milioni di morti e deportati.
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I paralleli con la situazione di questi decenni mi sembrano chiari. Al di là del contenuto specifico dell'ideologia (che in fondo è secondario), il sistema che ruota intorno all'UE ha un'ideologia fortissima, che è disposto a realizzare a ogni costo.
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I rallentamenti sono solo tattici e temporanei, ma si approfitta della prima occasione (crisi economica, pandemia, pseudocrisi climatica) per spingere l'agenda e realizzare gli obiettivi.
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L'altro parallelo inquietante è che un sistema fortemente ideologizzato non si cura delle conseguenze umane, sociali ed economiche delle proprie politiche, perché è convinto di essere nel giusto, di agire per il bene. Non bisogna giudicarlo con il metro della normale razionalità.
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Due annotazioni sull'Afganistan e sull'immagine superficiale di un luogo primitivo, abitato da abitanti feroci e violenti che è diffusa in Occidente.
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L'Afganistan è antichissimo. Kandahar è al centro di una provincia dell'impero achemenide ed è città di fondazione ellenistica, Alessandria Aracosia. Il nome Kandahar viene da Iskandar, arabo-persiano per "Alessandro", passato a Skandar (ricordate Scanderbeg?) e Kandar.
Ṭālibān è plurale persiano (lingua di cultura dell'Asia musulmana) dell'arabo ṭālib 'studente': è un movimento di studenti di scuole coraniche. Ed è bene ricordare che il diritto musulmano è l'unico diritto, insieme a quello romano, che abbia creato un edificio giuridico.
Ancora sull'omofobia: il sito militante omofobia.org (che non tende certo a minimizzare) è in grado di citare in tutto 876 episodi dal 2012 a oggi (cioè meno di cento l'anno).
Ma se andiamo a leggere l'elenco, ci accorgiamo della natura di questa "emergenza"
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Ci sono gli atti la cui origine omofobica è stata smentita: tra i suicidi continua a risultare il caso del diciottenne Orlando, anche se la matrice omofobica è stata scartata. Incollando i dati su un foglio Excel emerge l'estrema rarità di casi di una qualche gravità.
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In particolare, gli omicidi sono in tutto 30 (tre l'anno): sempre dando per scontato che il movente principale sia stato l'omofobia.
@EntropicBazaar Poi nel caso Capua l'assoluzione dall'accusa di procurata epidemia (in parte per mancanza di prove, in parte per prescrizione) si accompagna a un quadro abbastanza desolante, di incroci personali e familiari con l'industria farmaceutica.
@EntropicBazaar Più esattamente, c'è stato un'accusa dimostrata di creazione artificiale di epidemia per vendere vaccini dagli USA all'Arabia Saudita.
Quel che non è stato provato è che in Italia si tentasse di fare una cosa analoga, malgrado molte intercettazioni.
@EntropicBazaar La Capua aveva querelato l'Espresso per diffamazione, ma il giudice ha deciso che non c'è stata diffamazione: i dati riportati erano veri, anche se nel processo le accuse non sono state considerate sufficienti per una condanna.
Qualche informazione biografica su Ursula von der Leyen aiuta a capire meglio le dinamiche classiste e familiste della politica europea e dell'UE.
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Ursula è nata nel 1958 a Bruxelles. Non per caso, ma perché il padre Ernst Albrecht era incredibilmente fra i primi funzionari dell'allora CECA, partecipò alla redazione dei trattati di Roma e divenne poi capo di gabinetto del primo commissario alla concorrenza.
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Fino a 12 anni Ursula vive a Bruxelles, frequentando ovviamente la... scuola europea! Questo la rende perfettamente francofona.
Nel frattempo, finito l'incarico europeo, Ernst Albrecht si trasferisce con la famiglia ad Hannover, dove diventa amministratore della Bahlsen.
Una piccola storia vera che ci aiuta a capire che cosa non fare nella crisi dell'UE.
Nel 1940 gli occupanti tedeschi della Polonia obbligarono tutti gli ebrei di Łódź di risiedere in una zona della città trasformata in ghetto.
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Affidarono la direzione del consiglio ebraico a Mordechai Chaim Rumkowski. Rumkowski pensò che il modo migliore per sopravvivere per gli ebrei di Łódź fosse di produrre intensamente in modo da essere utili per l'economia tedesca.
Per anni andarono avanti così.
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Ogni tanto i tedeschi chiedevano di deportare una quota di ebrei, e Rumkowski collaborava a scegliere i più inadatti al lavoro, convinto che valesse la pena sacrificare alcuni per salvare gli altri.
I selezionati erano portati a Chełmno e uccisi in camere a gas mobili.
I grillini giustificano l'esperienza schizofrenica di questa legislatura con un argomento apparentemente razionale: sono passati da un governo con la Lega a uno con il PD (e altri di csx) per realizzare il loro programma, data l'impossibilità di governare da soli.
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Questa narrazione è però totalmente falsa. Nel caso del governo con la Lega, infatti, si trattava effettivamente di due movimenti legati da un contratto di governo senza un'alleanza politica.
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Lo dimostra il fatto che 5 Stelle e Lega non si sono mai presentati insieme alle elezioni, né europee, né amministrative. Sono anzi stati avversari formalmente e di fatto in tutti gli appuntamenti elettorali.