Mi scuso in anticipo con @MarcoCantamessa per la citazione al posto della risposta diretta, ma ho bisogno di più di 280 caratteri per argomentare l'importanza dei 4 miliardi riservati nel PNRR agli interventi su strutture dedicate alla cultura. 1/11
Cantamessa ha ragione su un punto che è lo stesso per cui molti hanno tirato un sospiro di sollievo quando si è chiarito che gli interventi del PNRR sarebbero passati dalle mani di Draghi e non da Conte-Gualtieri. Non esiste in EU: "Dateci i soldi, poi ci pensiamo noi" 2/11
D'altra parte, la considerazione di cui sopra, da applicare a tutto il PNRR però, deve fare il paio con il declino culturale e formativo italiano e con la difficoltà alla sua fruizione (è importante per il seguito del discorso).
Ma Cantamessa parlava di gigantismo, quindi... 3/11
... partiamo da un conto senza senso: 4 miliardi su più di 8.000 comuni italiani fanno circa 500K a comune. Una cifra considerevole, senza dubbio, ma non fuori dal mondo, soprattutto quando si parla di interventi edili di ristrutturazione. Figuriamoci se di scopo. 4/11
È un conto senza senso perché, con tutto il rispetto, le esigenze di metropoli come Roma o Milano o Napoli o Bari sono diverse da quelle di paesini come Frittole di Sopra o Roccapersa di Mezzo (tanto per non offendere nessuno) 5/11
Quindi, presumendo che le grandi città di cui sopra si accaparrerebbero interventi per decine di milioni, a molti comuni più piccoli resterebbero le briciole. 6/11
Ma quali interventi sono previsti in merito nel PNRR? Vediamoli, il documento ne parla a pag. 106-107 dividendoli in 3 parti: 1- Digitalizzazione delle opere artistiche 2- Rimozione delle barriere architettoniche nei musei 3- Efficientamento energetico delle infrastrutture 7/11
Quindi, a meno di non prevedere gigantesche farm eoliche sopra i tetti del palazzo delle esposizioni a Roma o ricoprire di celle fotovoltaiche il tetto della mole antonelliana, problemi di gigantismo li possiamo escludere. 8/11
Qualche preoccupazione in più per il paragrafo successivo: M1C3.2 RIGENEREAZIONE DI PICCOLI SITI CULTURALI, PATRIMONIO CULTURALE, RELIGIOSO E
RURALE
ché sulle riqualificazioni urbane, grandi o piccole, la storia nostra non è entusiasmante, diciamo. 9/11
Il disastro formativo-culturale in cui versa questo paese è drammatico. Drammatico. Il cronico dirottamento di soldi dagli interventi per la cultura ad altri più "elettorabili" è una costante. 10/11
I soldi del PNRR hanno un vincolo. Stavolta, almeno stavolta, proviamo a mantenerlo. (eot, quasi)
PS: La PA di mezz'Italia non riesce nemmeno a progettualizzare interventi per i fondi dei "normali" programmi settennali europei (quelli dell'EU cattiva che ci ruba i soldi). Quindi, grasso che cola se molti di quei soldi finiranno in un nulla di fatto. (eot, sul serio)
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Sono perplesso: ai tempi del lockdown, ma anche dopo la sua fine, si diceva che somministrare un tampone prima di una settimana dal sospetto contagio era inutile, che era troppo presto e che non si sarebbe visto nulla.
Questa ragione è stata usata anche dai membri del CTS, che hanno dettato le linee guida di #Immuni, indicandola come motivo principe per il quale (almeno fino ad estate inoltrata) non si somministravano tamponi ai cittadini in quarantena avvertiti dall'app. Bene.
Stamattina a Radio 24, Simone Spetia intervista Giuseppe Ippolito, DS dello Spallanzani, sul caso dei 14 giocatori infetti del Genoa e sul fatto che al Napoli (avversario della squadra ligure domenica scorsa) oggi avrebbero fatto i tamponi in vista della partita con la Juve.
Al Serraj prende un manipolo di tagliagole, gente che sfruttava già nei modi più osceni e miserabili la disperazione umana, li ripulisce, mette loro una divisa, li porta davanti a Minniti e Gentiloni. Nasce la Guardia Costiera libica.
Il manipolo ha un solo obiettivo: riportare i barconi vaganti per il Mediterraneo in Libia, nei lager preparati per i migranti, dove altri drappelli di tagliagole possono soddisfare le proprie perversioni sessuali, sadiche e criminali con carne sempre fresca.
Torture, stupri, migranti scuoiati vivi (così quando arrivano in Europa si possono confondere coi bianchi), riscatti chiesti per tornare a una libertà che nella stragrande maggioranza dei casi non sarà più tale, debiti che perseguiteranno quelle famiglie per generazioni.
C'era una volta la sinistra con la quale sono (politicamente) cresciuto.
Quella sinistra era solidarietà, difesa dei più deboli, accoglienza, transnazionalità.
Thread su una sinistra che non c'è più. 👇👇👇
Fregiandosi del titolo di "cittadini del mondo", sentendo l'umanità come un tutt'uno, chi era di sinistra era anche un progressista convinto.
Ok, sto parlando della sinistra storica, ma anche il socialismo fu innanzitutto un'istanza di crescita socioeconomica dei lavoratori. Un bel progresso nel paese in cui la servitù della gleba era ancora praticata. Una rivoluzione, se mi permettete, sfociata solo dopo in un regime.
Solo i pazzi, gli illusi e i detrattori possono pensare che gli Stati Uniti d'Europa si facciano in un amen.
Thread ispirato dall'articolo di @federicofubini (HT)
Eventi epocali, poi, possono accelerare o frenare i complessi equilibri necessari alla nascita di un soggetto politico unico, laddove per secoli stati
-nazione hanno parlato solo le lingue della conquista, della sottomissione, della violenza.
Il dramma della Seconda Guerra Mondiale, evento epocale, ha fatto capire che nelle interiora degli stati-nazione possono nascondersi mostri di inaudita ferocia e che solo l'unione, la cooperazione e la solidarietà possono garantire a tutti un futuro migliore.
Non mi unirò al coro, perché per me non eri e non sarai mai il più grande di tutti.
I 5 titoli, i due ori alle olimpiadi, le 18 apparizioni all'ASG (di cui 4 MVP), le 11 nominees all'NBA First Team e tutti gli altri traguardi
scompaiono di fronte agli 11 titoli di Bill Russell, alla carriera finita quasi in tripla doppia da Magic Johnson e al predominio sul campo esercitato da quello che era il tuo mentore, MJ.
Quando il gigante arrivò a Los Angeles, subito si guardarono in cagnesco. Quello era il suo stagno, ma il gigante non era abituato a sentirsi secondo violino: era già quello che molti consideravano il centro più dominante della storia del gioco.
E non era abituato neanche a essere rimbrottato da un "piccoletto" quando in partita e negli allenamenti non dava il massimo. Quello era il suo stagno, ma, diamine!
Non ci sta, si ribella, ma quello non indietreggia di un passo, anzi, a ogni protesta, si fa avanti a spronarlo.
Il gigante capisce così che quella non sarà un'avventura come quelle vissute finora e come quelle che ancora vivrà. E capisce, soprattutto, che lui e il piccoletto sono fatti della stessa stoffa. Sono due vincenti, due leader (i maligni dicono due prime donne).