Giuseppe Pastore Profile picture
Mar 14 23 tweets 9 min read
50 anni fa, il #14marzo 1972, si teneva al Loew's Theatre di Broadway, New York l'anteprima mondiale del #Padrino. Mega-thread in 22 capitoletti di tutto quello che forse non sapete o avete dimenticato sul primo capitolo della trilogia di Francis Ford Coppola (e Mario Puzo).
Com'è noto, nel Padrino non viene mai pronunciata la parola "mafia" né tantomeno "Cosa Nostra": ordine, a quanto pare, del boss Joseph Colombo, a capo della "Lega dei Diritti Civili degli Italo-Americani" che minacciò a lungo i produttori del film prima di scendere a patti.
Certo, adattare insulti e parolacce in sede di doppiaggio è sempre molto difficile, specie se sono rivolti agli italiani. L'intraducibile fuoco di fila del produttore Jack Woltz ("daigo guinea WOP greaseball gumbahs!") viene reso così così ("camorristi"? In un film sulla mafia?).
Nei primi 40 minuti tiene banco l'affaire Johnny Fontane, summa del modus operandi dei Corleone. Il cavallo Khartoum, fiore all'occhiello di Jack Waltz, non è lo stesso cavallo: nella scuderia ha una macchia bianca sulla fronte che poi scompare dalla testa insanguinata nel letto.
A proposito, avete notato l'Oscar sul comodino del produttore? Era il vero Oscar vinto due anni prima da Francis Ford Coppola per la sceneggiatura di "Patton, generale d'acciaio".
Com'è noto, Brando ottenne la parte di Don Vito riempiendosi le guance d'ovatta, ma durante le riprese gli fu applicata una protesi realizzata su misura da un dentista, che oggi troviamo esposta nel bellissimo American Museum of the Moving Image del Queen's (New York).
Le arance sono protagoniste silenziose, presagio di sventura: le compra Don Vito al mercato, compaiono a tavola durante la cena dal produttore o nella riunione delle Cinque Famiglie, ci gioca Don Vito col piccolo Anthony prima di salutare questa valle di lacrime.
Nella scena del funerale di Don Vito, qualcuno vede un riflesso del viso di Mamma Corleone sull'abito nero di Michael. E' così, ma non c'è nulla di mistico: è uno "scherzo" delle lenti adoperate per le riprese, a causa del passaggio improvviso dalla luce al nero della giacca.
My favorite moment #1: il modo sublime, senza sprecare una parola, in cui Coppola svela l'inettitudine di Fredo che - invece di intervenire per proteggere suo padre - si fa sfuggire la pistola tra le mani.
My favorite moment #2: l'omicidio del corrotto McCluskey e Al Pacino che barcolla per due passi, ancora inebetito, prima di gettare finalmente la pistola per terra.
Luca Brasi "dorme coi pesci", battuta mitologica. Doppiaggio interessante: in italiano Clemenza spiega che questa è una tradizione "all'uso calabrese", ma in originale si parlava di "a Sicilian message".
Come al solito, Coppola fece largo uso di amici e parenti fino a regalare l'esordio al cinema a un'inconsapevole Sofia Coppola, che a tre settimane di vita interpreta nella scena del battesimo il piccolo Michael Rizzi, figlio di Connie e Carlo Rizzi, nipote di Michael Corleone.
La Paramount sistemò l'intervallo dopo l'omicidio di McCluskey. Il secondo tempo ripartiva da questa sequenza montata da George Lucas, amico personale di Coppola, che l'aveva aiutato a produrre "American Graffiti". L'uomo che suona il piano è Carmine Coppola, padre del regista.
Nel ruolo di Fabrizio, uno dei due accompagnatori di Michael nel suo lungo soggiorno siciliano (scene girate nel paese di Sàvoca, Messina), un Angelo Infanti non ancora passato alla piccola mitologia del cinema italiano nel ruolo di Manuel Fantoni in "Borotalco" di Carlo Verdone.
Nella Parte II fu tagliata la scena dell'omicidio del traditore Fabrizio, che aveva sistemato la bomba che aveva fatto saltare in aria Apollonia. Michael non dimentica e, quando scopre che Fabrizio ha aperto una pizzeria a New York, lo rintraccia e lo ripaga con la stessa moneta.
Nel ruolo di Apollonia la romana Simonetta Stefanelli, futura prima moglie di Michele Placido e mamma di Violante Placido. All'epoca aveva appena 16 anni, eppure - altri tempi - la Paramount non si fece problemi a mostrarne le grazie.
"Leave the gun, take the cannoli": la miglior battuta improvvisata della storia del cinema? Astraendola dal contesto in cui è pronunciata, potrebbe persino essere uno slogan pacifista.
Al Pacino disertò la Notte degli Oscar 1973, contrariato per essere stato relegato tra gli "attori non protagonisti" pur con un minutaggio superiore rispetto a quello di Brando (40 minuti su 175'). Ad ogni modo, vinse lo splendido Joel Grey di "Cabaret".
Brando ne fece una delle sue: mandò a ritirare l'Oscar tale Sacheen Littlefeather (Marie Louise Cruz), attivista per i diritti civili dei nativi americani che sul palco protestò per il "discutibile trattamento riservato agli Indiani d’America nel cinema e nella televisione”.
Subito dopo, Clint Eastwood annunciò il miglior film con la seguente battuta: “Bisognerebbe tutelare anche tutti quei cowboy bianchi uccisi nei western di John Ford”. Dove oggi ci sarebbe il gelo, all'epoca ci furono risate: ancora una volta, altri tempi.
Pur avendo vinto il Golden Globe e il BAFTA, le musiche di Nino Rota non poterono gareggiare per l'Oscar perché risultarono già usate in "Fortunella" (1958), con Alberto Sordi e Giulietta Masina. Il Maestro si rifece due anni dopo con l'Oscar per le musiche della Parte II.
Gli ultimi sguardi: Al Neri chiude la porta e Diane Keaton rimane sola con i suoi orrendi sospetti, fuori da quel mondo da cui è esclusa per statuto. Finale teatrale, magnifico, gancio perfetto per la successiva Parte II, quando i cliffhanger non erano ancora stati inventati.
Dulcis in fundo, occhio ai titoli di coda: Marlon Brando è l'unico attore per il quale non c'è bisogno di specificare il personaggio.

• • •

Missing some Tweet in this thread? You can try to force a refresh
 

Keep Current with Giuseppe Pastore

Giuseppe Pastore Profile picture

Stay in touch and get notified when new unrolls are available from this author!

Read all threads

This Thread may be Removed Anytime!

PDF

Twitter may remove this content at anytime! Save it as PDF for later use!

Try unrolling a thread yourself!

how to unroll video
  1. Follow @ThreadReaderApp to mention us!

  2. From a Twitter thread mention us with a keyword "unroll"
@threadreaderapp unroll

Practice here first or read more on our help page!

More from @gippu1

Feb 15
20 anni fa, il #15febbraio 2002, arrivava nei cinema italiani uno dei massimi capolavori di sempre. Dopo la prima visione il commento più diffuso è "Non si capisce niente!". E invece no: serve una chiave. THREAD su Mulholland Drive, l'enciclopedia del sogno a cura di David Lynch.
Iniziamo dalle basi, senza spoilerare troppo. Il film è diviso in due: l'ultima mezz'ora è la realtà, mentre le prime due ore sono un lungo e allucinato sogno che inizia e finisce con due momenti di nero: la protagonista che si addormenta, la donna mora che apre la scatola blu.
Spesso sogniamo in "montaggio alternato" e così fa il film, passando dalla storia di Betty e Rita alle peripezie del regista Adam, su cui Lynch riversa tutto il suo humour nero: il boss mafioso che sputa il caffè è interpretato dal suo compositore di fiducia Angelo Badalamenti.
Read 12 tweets
Jan 31
Thread in trenta capitoletti su tutto il cult, scult, trash, kitsch, cringe e memorabilia non solo musicali degli ultimi quarant'anni di #Sanremo.

(Nella foto: Eros Ramazzotti e Renzo Arbore, primi due classificati a Sanremo 1986, premiati dal Totip con i cavalli Kavir e Faiz)
1981 - "E cerco invano qualcosa da inventare in mutande": forse il pubblico più giovane ignora che la prima cantante a portare il tema dell'autoerotismo femminile sul palco del Festivàl sia stata l'insospettabile Fiorella Mannoia con "Caffè nero bollente".
1982 - Vasco Numero 1: alla fine di Vado Al Massimo intende fare il ganzo infilandosi il microfono in tasca per consegnarlo al prossimo cantante, ma non ha fatto i conti con il filo troppo corto e quello gli scappa spetasciandosi sul pavimento dell'Ariston con un tonfo clamoroso.
Read 31 tweets
Jan 16
Termina una vicenda indecorosa. Il governo australiano ha provato a mettere una pezza allo scivolone formale e sostanziale dell'Australian Open con una sentenza politica che, nel non addentrarsi troppo nelle "sviste" commesse dal clan #Djokovic, sembra persino fargli un favore.
Il procedimento non ha riguardato la domanda di esenzione fuori tempo massimo, ha considerato solo in parte l'errore di compilazione del form di ingresso in Australia e ha sorvolato anche sull'orrendo sospetto messo nero su bianco dal Der Spiegel...
...che ha insinuato che a metà dicembre Djokovic si sarebbe fabbricato una finta positività al Covid apposta per essere presente a Melbourne, dal momento che il numero di serie del secondo tampone era più basso di quello del primo tampone positivo.
Read 7 tweets
Nov 12, 2021
Piccolo thread sentimentale su Gian Piero #Galeazzi, un giornalista che ha fatto la storia della tv italiana muovendo soprattutto da una consapevolezza: faceva il mestiere più divertente del mondo.
Galeazzi e il senso della grande partita (intervista a Giancarlo Antognoni prima di Fiorentina-Juventus dell'aprile 1982)
Galeazzi e l'arte di essere grande spalla e fornire assist per gag brevi e fulminanti (intervista a Dino Viola durante Milan-Roma 1985-86)
Read 23 tweets
Nov 12, 2021
#ItaliaSvizzera di stasera non sarà in nessun caso decisiva per l'aritmetica qualificazione a #Qatar2022, ma è naturalmente LA partita del biennio. Mini-thread sui gol che ci hanno portato ai Mondiali, a cominciare dal tuffo di Giggirriva alla Germania Est a Napoli 1969.
1973: a Roma la coppia Rivera-Riva liquida 2-0 proprio la Svizzera e dà al Paese - insieme alla storica vittoria di Wembley - l'illusione che siamo i grandi favoriti per trionfare a Germania 1974. Sarà invece Azzurro Tenebra.
1977: la prima qualificazione Mondiale a colori arriva dopo un 3-0 di totale controllo al Lussemburgo, in cui l'Olimpico mugugna perché vorrebbe la goleada. Ma bastava vincere: in quei mesi bui, bisogna accontentarsi della triade Bettega-Graziani-Causio.
Read 11 tweets
Nov 11, 2021
L'#11novembre 2001, due mesi dopo gli attentati alle Torri Gemelle, l'Arsenal bandì ufficialmente Osama Bin Laden da ogni partita dei Gunners. Era uscita da poco una biografia di Adam Robinson ("Behind the Mask of Terror") che accreditava Bin Laden come tifoso dell'Arsenal. Cosa?
Nel 1994 Bin Laden aveva soggiornato a Londra per almeno tre mesi e il libro riteneva plausibile che fosse stato a Highbury per assistere ad Arsenal-Torino, quarti di finale di Coppa delle Coppe 1993-94 (1-0, gol di Tony Adams), nella celebre Clock End Terrace.
Sempre Robinson scriveva che Bin Laden era diventato talmente tifoso che aveva anche regalato una maglia di Ian Wright al suo primogenito Abdallah (da qui il coro, sull'aria di Volare: "Osama, woah-woah! Osama, woah-woah! He's hiding in Kabul, he loves the Arsenal").
Read 4 tweets

Did Thread Reader help you today?

Support us! We are indie developers!


This site is made by just two indie developers on a laptop doing marketing, support and development! Read more about the story.

Become a Premium Member ($3/month or $30/year) and get exclusive features!

Become Premium

Don't want to be a Premium member but still want to support us?

Make a small donation by buying us coffee ($5) or help with server cost ($10)

Donate via Paypal

Or Donate anonymously using crypto!

Ethereum

0xfe58350B80634f60Fa6Dc149a72b4DFbc17D341E copy

Bitcoin

3ATGMxNzCUFzxpMCHL5sWSt4DVtS8UqXpi copy

Thank you for your support!

Follow Us on Twitter!

:(