di valorizzazione lo scambio funziona invece così: D - M - D' (più denaro).
Qui in nuce c'è già tutto: "La circolazione semplice delle merci — vendere per comprare — serve come mezzo a un fine ultimo esterno alla circolazione: l’appropriazione di valori d’uso, la soddisfazione
di bisogni. La circolazione del denaro come capitale è invece fine a se stessa, perché la valorizzazione del valore esiste solo all’interno di questo movimento che non conosce tregua. Il movimento del capitale, perciò, non ha confini."
"Non si deve quindi mai considerare il
valore d’uso come il fine immediato del capitalista, né si deve considerare tale il guadagno singolo, ma solo il moto incessante del guadagnare."
"Aristotele contrappone l’economica alla crematistica, e parte dalla prima, che, in quanto arte del guadagno, si limita a
procacciare i beni necessari alla vita e utili per la casa o per lo Stato. «La vera ricchezza (ó ἀƛηϑιòς πƛoῦτoς) consiste di tali valori d’uso, perché la misura di questa specie di proprietà sufficiente alla prosperità non è illimitata. Vi è un altro modo di acquistare
ricchezza, che chiamano di preferenza, e a ragione, crematistica, per la quale si è ingenerata l’opinione che nessun limite vi sia alla proprietà e alla ricchezza."
Dal primo volume del Capitale.
Ci sono tutte le premesse per concludere il discorso sulla moneta merce: lo
scambio capitalistico è basato sul valore astratto; astratto da un sistema di bisogni comunitario (Aristotele) e dal modello sociale entro cui inestricabilmente si sviluppa il modello produttivo (Georgesu-Roegen; Pozzi), cioè in sostanza da un'istituzione politica del valore
(questa è la ragione per cui l'obiezione di Mises circa il calcolo economico è farlocca: ciò che dev'essere misurato è socialmente istituito); il valore si realizza e si misura solo nello scambio di mercato; perché il misuratore possa svolgere nel modo più indisturbato questa
funzione deve a sua volta avere un valore intrinseco stabile; ecco che compare la moneta merce (sia chiaro: per quanto detto sopra, merce di tipo capitalistico) impolitica e a vocazione universale. E' per questo motivo che qualsiasi proposta di riforma monetaria va a impattare
sul processo di valorizzazione e quindi chiama in causa la struttura capitalistica della produzione (chiaramente non è un tutto o niente; e tuttavia non è nemmeno casuale che durante la repressione finanziaria prevalesse una forma di economia mista).
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@gamberOne@MinutemanItaly Il problema è che quando si parla di moneta la gente delira: ed è l'istituzione madre di ogni contraddizione nel capitalismo visto che garantisce la proprietà privata dei mezzi di produzione.
NON è mai esistito il baratto prima della moneta, poiché la moneta fiat è sempre
In quanto la scarsità di moneta implicita nel concetto di "moneta merce" garantisce la proprietà privata dei mezzi di produzione e i monopoli che crea.
Se non si capisce questo non si capisce perché l'NSA ha inventato
«Nella vita privata la maggior parte delle persone è abbastanza realistica. Quando si calcola il proprio budget settimanale, due più due fa invariabilmente quattro. La politica, invece, è una sorta di mondo subatomico o non euclideo in cui è abbastanza facile
che la parte sia più grande del tutto o che due oggetti si trovino contemporaneamente nello stesso posto. Da qui le contraddizioni e le assurdità che ho raccontato sopra, tutte riconducibili alla fine a una segreta convinzione che le proprie opinioni politiche, a differenza del
bilancio settimanale, non dovranno essere messe alla prova contro la solida realtà.»
«Il punto è che siamo tutti capaci di credere a cose che sappiamo essere non vere, e poi, quando alla fine veniamo smentiti, distorciamo sfacciatamente i fatti in modo da dimostrare che avevamo
@lameduck1960 Il fabianesimo *non* è socialismo: è mistificazione borghese, tanto che non è un caso che Marx ed Engels decisero di chiamarsi "comunisti". I fabiani sono l'origine del piddinismo mondiale, del globalismo culturale: sono i più velenosi e pericolosi *tra i reazionari*.
@lameduck1960 Per saperlo basta leggere la disputa tra i socialisti - Luxemburg e Lenin - e Bernstein, che da marxista, dopo una visita a Londra dai fabiani, ritorna piddino con, "l'importante è il percorso, e non la meta". Ovvero, cari oppressi, TEMPOREGGIATE, e nel frattempo crepate.
@lameduck1960 Per capire il socialismo marxiano, purtroppo, bisogna studiare, perché è, in senso positivistico, "scientifico": Marx è padre delle SCIENZE sociali, e fa "un'analisi economica delle istituzioni". E arriva a una conclusione: il problema non è "l'usura" in sé. (O la crematistica,
"All'inizio degli anni Trenta, tuttavia, queste attività oltreoceano delle grandi industrie americane avevano poco successo, dato che la Grande Depressione picchiava particolarmente duro anche in Germania. Produzione e profitti erano precipitati, la situazione politica era
estremamente instabile, mentre si susseguivano scioperi e scontri nelle strade tra nazisti e comunisti, e molti temevano che il paese fosse maturo per una rivoluzione "rossa" come quella che aveva portato i bolscevichi al governo in Russia nel 1917. Sostenuto, tuttavia, dalla
potenza e dal denaro di industriali e banchieri come Thyssen, Krupp e
Schacht, Hitlersalì al potere nel gennaio 1933 e non solo la situazione politica, ma anche quella socio-economica cambiò drasticamente. Subito le filiali tedesche delle grandi industrie americane iniziarono a
Su Orizzonte48 si "scrisse che gli italiani sarebbero tutti socialisti se gli venisse loro spiegato il liberismo, e qui cade a fagiolo la coscienza di classe, concetto spiegato da Lukacs che riporto qui spiegato:
--Lukács tiene a precisare che la coscienza di classe non è da
confondere con la coscienza, che l’uomo ha della propria esistenza (Dasein), con la sua coscienza psicologica (psychologisches Bewußtsein), e tantomeno con la consapevolezza, che lo guida nel momento in cui egli compie i propri atti storici. L’individuo rimane all’oscuro delle
reali forze motrici della storia: i soggetti dello sviluppo storico sono, non i singoli individui, ma le classi sociali. Dal punto di vista dell’individuo, la coscienza di classe appare, piuttosto, una sorta di inconsapevolezza: essendo determinata dalla struttura economica, essa
Lo shock dal lato dell'offerta iniziato con il crimine dei lockdown e il blocco mondiale degli approvvigionamenti per via pandemica, è una tortura, una violenza psicologica su masse sterminate di persone senza precedenti per prepararci alla guerra vera e propria.
Questa, da una parte risolve tramite il keynesismo di guerra gli squilibri del liberalismo selvaggio della globalizzazione senza dover redistribuire - la privatizzazione dei profitti si risolve con la socializzazione definitiva delle perdite tramite carneficina - dall'altra
permette al dispositivo capitalistico di trovare un nuovo assetto globale più efficiente... per ESSI. Ovvero per chi controlla i grandi fondi di investimento (i veri capitalisti, i veri rentier) e tutta l'aristocrazia del management dei marchi globali.