Cosa sapete sul #Canada 1986? Lo sapete che ci giocava l'unico calciatore della storia dei Mondiali nato in provincia di Bari? Thread a partire da questo momento contro la Francia, quando i tifosi bleus tirarono un galletto (vivo!) al portiere Dolan prima della rimessa dal fondo.
Il primo mattone della qualificazione canadese a Messico 1986 risale alle Olimpiadi di Los Angeles 1984, quando il Canada aveva spaventato addirittura il Brasile arrendendosi ai quarti di finale solamente ai rigori: in caso di semifinale, avrebbe incontrato l'Italia.
Nel frattempo il campionato NASL ha chiuso i battenti nel marzo 1984 (proprio in Canada ci giocava anche Bettega), così in molti sono costretti a giocare in bizzarri tornei indoor: è il destino per esempio del portiere Martino "Tino" Lettieri, stella dei Minnesota Strikers.
La qualificazione arriva con un 2-1 sull'Honduras in uno stadio improvvisato in un parco cittadino di San Giovanni di Terranova, città nell'estremo Est del Paese più vicina a Londra che a Vancouver. Decisivo Igor Vrablic, origini cecoslovacche. Non l'unico oriundo della squadra.
Il ct è l'inglese Tony Waiters, ex portiere di Blackpool e Burnley che aveva sfiorato la convocazione ai Mondiali 1966 con l'Inghilterra, finendo tagliato dal ct Ramsey dalla lista dei 22 (è quello coi baffi, vestito di bianco).
Il capitano è il difensore Bruce Wilson, che in questa foto indossa la maglia numero 3 nella sua unica stagione con i New York Cosmos nel 1980, insieme a Giorgio Chinaglia (9), Carlos Alberto (5), Beckenbauer (6) e Neeskens (13, ma nella foto non c'è).
Ma ci sono anche due italiani. Il primo è Roberto "Bob" Lenarduzzi (a sinistra), figlio di Clelia Del Torre e Giovanni Lenarduzzi, contadini di Codroipo (Udine) emigrati a Vancouver; futuro ct della nazionale dal 1994 al 1998 che mancherà due volte la qualificazione al Mondiale.
Il secondo è appunto il portiere Lettieri, nato a Toritto (Bari), figlio di panettiere emigrato a Montréal, proprietario di due ristoranti a Montréal e Minneapolis, che suole fare gruppo preparando la cena a tutta la squadra. Unico giocatore barese ad aver giocato un Mondiale.
Dopo una preparazione dilettantesca, il Canada sorprende tutti all'esordio imbrigliando la fortissima Francia di Platini, che soffre terribilmente il caldo e il pressing senza quartiere dei canadesi. Guardate l'affanno dei campioni d'Europa su quest'occasione per Vrablic.
Ma il sogno finisce a undici minuti dalla fine, quando il portiere Dolan valuta malissimo un traversone, esce a vuoto e consente a Stopyra di mettere in mezzo un pallone appoggiato in rete da un giovanissimo Jean-Pierre Papin.
Nella seconda partita contro l'Ungheria Waiters cambia il portiere e lancia titolare Lettieri, che però non fa in tempo a toccare palla che è già stato impallinato sul primo palo da Esterhazy. Nella ripresa raddoppierà Lajos Detari, finirà 0-2. Il Mondiale è già finito.
La terza pleonastica partita contro le riserve dell'URSS finisce ancora 0-2 ma almeno è buona per un paio di acrobazie del saltimbanco Lettieri. Avevano ragione i lungimiranti bookmaker inglesi che quotavano a 10 l'eventualità che il Canada segnasse almeno un gol.
La storia del Canada 1986 finì nella polvere: due mesi dopo, in un torneo amichevole a Singapore, quattro giocatori (tra cui Vrablic) combinarono una sconfitta contro la Corea del Nord e furono squalificati. Ieri si è aperto un nuovo capitolo.
*a essere partito titolare in un Mondiale (Cassano giocò due spezzoni di partite nel 2014)
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Il 2 aprile 1974, poco prima che il presentatore David Niven introducesse sul palco Liz Taylor per annunciare l'#Oscar al miglior film, un uomo completamente nudo fece irruzione sul palco del Dorothy Chandler Pavilion di Los Angeles: il suo nome era Robert Opel.
L'episodio passò alla storia anche per la replica di Niven, britannico fino alla cima dei capelli: "Non è affascinante che quest'uomo avrà suscitato l'unica risata della sua vita mostrandoci le sue lacune?" (il calembour con la parola "shortcomings" non ha bisogno di spiegazioni)
Opel era un fotografo attivo sulla scena di San Francisco e Los Angeles, molto impegnato sul fronte dei diritti gay. Non fu mai inquadrato in diretta, ma le foto mostrarono che aveva fatto irruzione sul palco facendo il segno della pace con le dita.
50 anni fa, il #14marzo 1972, si teneva al Loew's Theatre di Broadway, New York l'anteprima mondiale del #Padrino. Mega-thread in 22 capitoletti di tutto quello che forse non sapete o avete dimenticato sul primo capitolo della trilogia di Francis Ford Coppola (e Mario Puzo).
Com'è noto, nel Padrino non viene mai pronunciata la parola "mafia" né tantomeno "Cosa Nostra": ordine, a quanto pare, del boss Joseph Colombo, a capo della "Lega dei Diritti Civili degli Italo-Americani" che minacciò a lungo i produttori del film prima di scendere a patti.
Certo, adattare insulti e parolacce in sede di doppiaggio è sempre molto difficile, specie se sono rivolti agli italiani. L'intraducibile fuoco di fila del produttore Jack Woltz ("daigo guinea WOP greaseball gumbahs!") viene reso così così ("camorristi"? In un film sulla mafia?).
20 anni fa, il #15febbraio 2002, arrivava nei cinema italiani uno dei massimi capolavori di sempre. Dopo la prima visione il commento più diffuso è "Non si capisce niente!". E invece no: serve una chiave. THREAD su Mulholland Drive, l'enciclopedia del sogno a cura di David Lynch.
Iniziamo dalle basi, senza spoilerare troppo. Il film è diviso in due: l'ultima mezz'ora è la realtà, mentre le prime due ore sono un lungo e allucinato sogno che inizia e finisce con due momenti di nero: la protagonista che si addormenta, la donna mora che apre la scatola blu.
Spesso sogniamo in "montaggio alternato" e così fa il film, passando dalla storia di Betty e Rita alle peripezie del regista Adam, su cui Lynch riversa tutto il suo humour nero: il boss mafioso che sputa il caffè è interpretato dal suo compositore di fiducia Angelo Badalamenti.
Thread in trenta capitoletti su tutto il cult, scult, trash, kitsch, cringe e memorabilia non solo musicali degli ultimi quarant'anni di #Sanremo.
(Nella foto: Eros Ramazzotti e Renzo Arbore, primi due classificati a Sanremo 1986, premiati dal Totip con i cavalli Kavir e Faiz)
1981 - "E cerco invano qualcosa da inventare in mutande": forse il pubblico più giovane ignora che la prima cantante a portare il tema dell'autoerotismo femminile sul palco del Festivàl sia stata l'insospettabile Fiorella Mannoia con "Caffè nero bollente".
1982 - Vasco Numero 1: alla fine di Vado Al Massimo intende fare il ganzo infilandosi il microfono in tasca per consegnarlo al prossimo cantante, ma non ha fatto i conti con il filo troppo corto e quello gli scappa spetasciandosi sul pavimento dell'Ariston con un tonfo clamoroso.
Termina una vicenda indecorosa. Il governo australiano ha provato a mettere una pezza allo scivolone formale e sostanziale dell'Australian Open con una sentenza politica che, nel non addentrarsi troppo nelle "sviste" commesse dal clan #Djokovic, sembra persino fargli un favore.
Il procedimento non ha riguardato la domanda di esenzione fuori tempo massimo, ha considerato solo in parte l'errore di compilazione del form di ingresso in Australia e ha sorvolato anche sull'orrendo sospetto messo nero su bianco dal Der Spiegel...
...che ha insinuato che a metà dicembre Djokovic si sarebbe fabbricato una finta positività al Covid apposta per essere presente a Melbourne, dal momento che il numero di serie del secondo tampone era più basso di quello del primo tampone positivo.
Piccolo thread sentimentale su Gian Piero #Galeazzi, un giornalista che ha fatto la storia della tv italiana muovendo soprattutto da una consapevolezza: faceva il mestiere più divertente del mondo.
Galeazzi e il senso della grande partita (intervista a Giancarlo Antognoni prima di Fiorentina-Juventus dell'aprile 1982)
Galeazzi e l'arte di essere grande spalla e fornire assist per gag brevi e fulminanti (intervista a Dino Viola durante Milan-Roma 1985-86)