Nel giugno 2022 avviene la peggiore strage di migranti mai registrata sui confini terrestri tra #UE ed Africa. Siamo a #Melilla, exclave spagnola incastonata in terra marocchina, retaggio di una colonizzazione mai dissipata. 1/n amnesty.it/marocco-spagna…
Ci sono circa 30 morti riconosciuti e una settantina di dispersi. Ma i dispersi non sono tali, giacché non stiamo parlando di vite spentesi in mare. Parliamo di vite che si sono schiantate contro i cancelli che separano #Spagna e #Marocco, contro i manganelli degli agenti 2/n
di frontiera, parliamo di gente volata giù dai cancelli o bersagliata con colpi di arma da fuoco e inseguita dalla sicurezza marocchina fin oltre i confini terrestri europei. Una cosa mai vista prima. I settanta dispersi sono morti che stavano in quel mucchio di cadaveri, 3/n
pezzi senza nome di un’istantanea che fece indignare il mondo per settimane ma, al più, commuovere giusto i più progressisti in Europa per qualche minuto. Come ricorda Amnesty, dopo sei mesi non c’è ancora un’inchiesta. C’è invece che un mese e mezzo dopo, il Marocco si è 4/n
visto aumentare ulteriormente le elargizioni a fondo perduto della UE per “controllare la migrazione”. Allo stesso modo aumentano le elargizioni europee per il “contrasto alla radicalizzazione e al terrorismo”. La propaganda di Rabat vanta numeri a più zeri in fatto di 5/n
arresti e fermi di “cellule estremiste”. Moltissimi interventi si svolgono tra Spagna e Marocco. Ma chi segue le cronache ogni giorno sa che si tratta per lo più di inchieste inconsistenti nel corso delle quali vengono fermate 3-4 persone, di solito un paio in Marocco e 6/n
un paio in Andalusia. Vengono accusate di associazione a scopo di terrorismo per aver tipicamente “inneggiato alla Jihad” su qualche social o con qualche amico su Whatsapp. La maggior parte delle inchieste si risolve nel nulla o in arresti che si prolungano arbitrariamente. 7/n
In tema di “prevenzione della radicalizzazione”, l’Italia rivendica e testimonia una vicinanza attiva anche attraverso la presenza dell’allora neo-sottosegretario agli Esteri, Enzo Amendola, all’inaugurazione in Marocco del “Centro di formazione per imam” intitolato al 8/n
monarca allora e tuttora regnante, Muhammad VI. Allora, nel 2016, Amendola era alla sua prima visita da esponente di governo, anche se conosceva già il Paese. Nel corso dei 4 governi di cui farà parte (Renzi, Gentiloni, Conte 2, Draghi) sino a pochi mesi fa, sono almeno tre 9/n
le visite ufficiali di Amendola a Rabat. Quella del 2016 avviene nel pieno di uno scontro giuridico tra Corte di Giustizia europea e Consiglio europeo il quale, con il sostegno del potere di ratifica dell’Europarlamento, sta cercando di imporre accordi su pesca, commercio 10/n
e agricoltura che ledono i legittimi diritti del popolo saharawi avvantaggiando il Marocco occupante del #SaharaOccidentale in spregio della legalità internazionale. Gli accordi saranno cassati a fine 2016 ma intanto Amendola imposta un forte partenariato con il Marocco 11/n
che sarà materializzato da una Dichiarazione nel 2019. Amendola si occupa anche di un progetto ENEL per l’energia eolica che si dovrebbe sviluppare in parte in territori occupati, cioè facendo accordi con Rabat che si trova però lì in maniera abusiva. Si parla anche di 12/n
piccole e medie imprese. Dopo pochi mesi il Marocco sarà riaccolto nell’Unione Africana, con cui era in rotta da quando nel 1984 quest’ultima aveva accolto al proprio interno la RASD, il governo in esilio dei saharawi espulsi e profughi dal Sahara Occidentale occupato. 13/n
Un’altra visita ufficiale di Amendola in Marocco si svolge nell’agosto del 2021 quando incontra di nuovo il ministro degli Esteri, Nasser Bourita. C’è una conferma e verifica positiva del partenariato siglato nel 2019; si parla di sicurezza, migrazione, difesa, rapporti 14/n
economici e commerciali, energia verde. Pochi mesi dopo, in ottobre, il diplomatico italiano Staffan de Mistura è nominato capo della fallimentare missione #ONU “Minurso” in Sahara Occidentale; a tutt’oggi non ha ancora messo piede nei territori occupati dal Marocco. 15/n
Siamo ritornati dove eravamo partiti, all’inizio estate del 2022 e a quel cumulo di morti, migranti del Sahel e sub-sahariani, ammucchiati sotto gli anfibi delle guardie marocchine nella già calda estate del mare di Alborán, morti sui cancelli che separano Europa e Marocco. 16/n
Quel giorno l’allora Ministro agli Affari Europei Enzo Amendola - una moglie marocchina giornalista del gruppo GEDI, almeno 3 visite di Stato ufficiali in Marocco negli ultimi anni, grande promotore di Rabat ai tavoli di Confindustria - non disse assolutamente nulla. 17/17
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