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🔴Perché i fatti di Belgorod sono un problema per Vladimir Putin – L’ANALISI

Per quanto di impatto limitato in termini di danni materiali prodotti, l’incursione che nelle scorse ore ha preso di mira la regione russa di #Belgorod rappresenta notizia tra le più importanti degli twitter.com/i/web/status/1… Image
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ultimi mesi. Svolta negativa per la propaganda di Mosca, spada di Damocle pendente sul capo di #Putin, grattacapo di cui il Cremlino dovrĂ  suo malgrado tenere conto nelle settimane a venire.

Costretta dalle circostanze ad esporsi ad un drammatico contrappasso, all’umiliante
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passaggio dall’operazione militare speciale in #Ucraina fino al “regime speciale per operazioni anti-terrorismo” da condurre sul proprio suolo, Mosca ha infatti visto perforare i propri fianchi con facilità disarmante. Memento inquietante per Vladimir Vladimirovich. Fatto non
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banale, circostanza che obbligherà la leadership militare russa a rivedere le proprie priorità, richiamando truppe inizialmente destinate ad arginare l’attesa controffensiva ucraina, e a ricollocarle a difesa dell’uscio di casa.

Argomento di natura tattica: la Russia non
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solo non sfonda, ma è anche costretta a ripiegare, a preoccuparsi di difendere aree distanti dall’epicentro dei combattimenti nel Donbass, eppure cruciali per le linee di rifornimento. Discorso in potenziale applicabile a qualsiasi altro luogo di confine – nell’impossibilità
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di prevedere dove e quando la prossima incursione avrà inizio – sebbene in concreto difficilmente in grado di modificare gli equilibri strategici del conflitto.

Eppure una guerra non è mai soltanto contesa di tipo militare. Si fosse trattato di mettere sui piatti della
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bilancia arsenali e forza numerica, l’invasione russa avrebbe già ottenuto i suoi risultati. Contano invece in un conflitto fattori psicologici, entusiasmo e depressione degli attori in gioco. Gli stessi che fanno capolino in presenza di una città russa, distante mezz’ora di
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macchina dal territorio ucraino, scioccata all’idea di ritrovarsi esposta alle offensive di cosiddetti “sabotatori“, preda del terrore all’idea di finire alle mercé del fuoco amico. Tutto ciò senza considerare la mortificante evacuazione di centinaia di residenti russi,
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costretti ad abbandonare le proprie case per ragioni di (in)sicurezza.

Sebbene neghi ogni coinvolgimento, diretto e indiretto, nell’azione a Belgorod, è evidente il ruolo dell’intelligence ucraina. Con ogni probabilità di sua matrice la direzione degli attacchi. Trattasi di
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azione dimostrativa, utile ad evidenziare la fragilità del sistema di difesa russo, ad illuminare le lacune degli apparati costruiti da Putin, a suggerire un quesito che suona più o meno in questo modo: se l’uomo forte non è in grado neanche di mettere in sicurezza i confini
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nazionali, di proteggerci dai pericoli esterni, dove si trova il senso della sua permanenza al potere?

Di qui ad immaginare che un ridotto numero di ribelli possa rovesciare il regime di Putin passano infiniti strati di pensiero razionale. Traduzione: è bene diffidare da
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chi sostiene che il Corpo dei volontari russi e la Legione Russia libera possano avviare in breve tempo una ribellione capace di scardinare il sistema vigente. Wishful thinking, nella migliore delle ipotesi. Clickbait nella peggiore.

Ciò non significa che attacchi con droni
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, incursioni di blindati, incendi nelle città russe, rappresentino spine nel fianco da sottovalutare per Mosca. Al contrario: è con azioni di questo tipo che si può insinuare il germe del malcontento nella società russa, l’unica realmente capace di spodestare Putin. Quanto
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poi all’ideologia che anima i sopracitati “partigiani”, serve a poco negare le note inclinazioni di estrema destra del Corpo dei Volontari russi. Ma la minaccia esistenziale affrontata dall’Ucraina sconsiglia atteggiamenti schizzinosi.
Verrebbe da domandare, a chi oggi
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solleva il sopracciglio, se barcollanti sul cornicione, ad un passo dallo strapiombo, si affretterebbero oppure no a stringere la prima mano d’aiuto nella loro disponibilità. O se invece, cuori di leone, perderebbero tempo a preoccuparsi di studiarne la provenienza. E,
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possibilmente, pure la fede elettorale.

C'è un lungo lavoro dietro questo approfondimento. Se lo apprezzi, se vuoi che il Blog abbia la possibilità di sfornare sempre più contenuti simili, ti chiedo di fare la differenza. Come? Iscrivendoti ora.

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May 26
🚨🇷🇸🇽🇰 Attenzione in queste ore a quanto potrà accadere fra #Serbia e #Kosovo. Il presidente serbo #Vucic ha firmato poco fa l'ordine che pone l'esercito nazionale nello stato di massima prontezza al combattimento.

Dettagli a breve. Image
2/n
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Gli agenti stavano tentando di aiutare il nuovo sindaco eletto, di etinia albanese,
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May 25
L'ALTRA VITA DELL'ALTRO BORIS.
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May 20
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May 19
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