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Nov 17, 2022, 13 tweets

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In un documento di 68 pagine classificato come confidenziale, il capo di Stato maggiore tedesco Eberhard Zorn afferma che le Forze armate della #Germania (#Bundeswehr) devono prepararsi all'eventualità, mai così probabile, di un conflitto con la #Russia.
Allacciate le

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cinture, ma non per il motivo che credete: è che abbiamo appena fatto ingresso nel cuore di una questione di primaria importanza, il #riarmo tedesco.
Chi fantastica di Difesa comune europea si metta fin da ora l'anima in pace: tale obiettivo non andrà mai in porto. Quanto

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meno non in forma seria, quella cioè in grado di provvedere alla sicurezza del (sempre-più)Vecchio Continente.
Rapido promemoria: i popoli esistono, le identità pure. E in guerra mediamente si muore. Difficile convincere l'opinione pubblica di questo o quel Paese che sia

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utile o persino giusto sacrificare la vita dei propri figli per quelli altrui, sebbene geograficamente prossimi, per quanto culturalmente affini.
Più della possibilità di attacchi "senza preavviso e con grandi danni, forse anche esistenziali", cui la #Germania sarebbe esposta

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secondo il documento riservato, più della necessità di armarsi per farsi trovare pronta dinanzi a quella che Berlino definisce "una guerra forzata", a meravigliare è la rapidità dei tedeschi nell'imprimere una clamorosa svolta alla propria parabola geopolitica.

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Grandi sconfitti dell'invasione russa in #Ucraina, costretti a rinunciare all'interdipendenza energetica con Mosca (si legga alla voce #NordStream), terrorizzati dalla prospettiva di smarrire ulteriori quote di mercato per via delle tensioni USA-Cina nell'Indo-Pacifico, i

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tedeschi riscoprono il desiderio di potenza.
Auguri, sarà la questione centrale dei prossimi anni in Europa.
Washington guarda a Berlino con sospetto, da sempre diffida di ogni sua mossa, cercando di contenerne le ambizioni, di scompaginarne i piani. Non è questione di

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principio, di antipatia a pelle: è che gli USA temono il saldarsi di un'alleanza Germania-Russia. Per essere chiari: non è un caso che il numero più alto di basi americane in Europa sia in Germania. Né che il contingente più numeroso di soldati USA sia dislocato fra Ramstein

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e Wiesbaden.
Non sorprende allora - o forse sì - la scaltrezza dimostrata da Berlino nel presentare tale svolta. La Bundeswehr, dicono i tedeschi, dev'essere tirata a lucido non tanto per i disegni teutonici, quanto perché grandi unità pronte al combattimento devono essere

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sempre dispiegabili per la Nato (peccato nessuno ci creda). Salto di qualità mica male per quelli che lo Stato maggiore britannico definiva solo pochi anni fa "campeggiatori aggressivi".
Il cancelliere Scholz ha tracciato la strada: 100 miliardi di euro verranno stanziati

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una tantum per investimenti e progetti di armamento. Poi la spesa destinata alla difesa tedesca raggiungerà il 2% del PIL. Poiché il PIL tedesco non equivale al risparmio di Paolino Paperino (si parla all'incirca di 75 miliardi) la Germania si appresta a diventare il terzo

12/n
maggior investitore nel comparto difesa alle spalle di due colossi come USA e Cina.
Ci sono tutti gli ingredienti per fare risuonare gli allarmi nelle cancellerie internazionali ed europee. La Germania è un Paese troppo grande e capace, con una storia troppo ingombrante

13/n
perché tale svolta passi sotto traccia, perché non desti inquietudine e apprensione.
Io vi ho avvisati: achtung.⚠️
steadyhq.com/it/dangelodario
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