Abbiamo letto i verbali completi dei due interrogatori di #CesareBattisti. Abbiamo i pdf. Al momento non possiamo pubblicarli senza commettere un illecito. Molti virgolettati usciti sui media nelle ultime 48h nei verbali non ci sono proprio. Le parti più interessanti -->
--> i media non le stanno riportando. Diversi punti della ricostruzione confermano la validità delle vecchie FAQ di @CarmillaOnLine.. Sull'omicidio Torregiani Battisti fa considerazioni simili a quelle di WM1 nel 2004. Chi ha scritto che Battisti è un «pentito« (nell'accezione ->
--> del termine tipica della cronaca giudiziaria e nera, che non c'entra nulla col pentimento come esito di un percorso interiore di autocritica ecc.) e persino «un delatore» ha scritto idiozie madornali. Tempo al tempo, ne scriveremo -->
--> a bocce ferme. Per ora, rimanga che l'ansia irrefrenabile di commentare le braking news, la voglia di emettere sentenze istantanee, il desiderio di vendettucole contro gli «intellettuali» hanno come al solito riempito i social di pattume.
Noialtri, al contrario di troppi altri, non abbiamo alcuna fretta. A maggior ragione quando trattiamo di un tema «spinoso», prima cerchiamo di informarci, studiare, riflettere, e dopo – se è il caso, se riteniamo di avere cose interessanti da dire – scriviamo.
Ecco un esempio di virgolettato inventato di sana pianta e di falsificazione completa delle dichiarazioni di Battisti, che invece spiega per filo e per segno il suo percorso di politicizzazione, e il movente politico generale e specifico dei reati per i quali è stato condannato.
Ricordiamo che in un sotto-thread di questa discussione, ieri, abbiamo scritto un brevissimo sunto, parziale ma utile come intro, a quel che si legge nei verbali. È qui.
Ecco alcune affermazioni false apparse sui media: 1) «ha confessato 4 omicidi»: falso, ne ha *ricostruiti* 4. Ne confessa solo 2, per uno (Sabbadin) smentisce la testimonianza del pentito Mutti e per un altro respinge l'accusa (concorso nella decisione di uccidere); -->
--> 2) «non sa nemmeno dire perché ha ucciso»: falso, spiega nei dettagli non solo il percorso della propria politicizzazione ma anche il contesto e il senso politico che i PAC davano a quelle azioni, e perché colpirono proprio Santoro, Campagna, Sabbadin e Torregiani; -->
--> 3) l'uso insistito e volutamente ambiguo della parola «pentito»: fuorviante, il «pentito» è un «collaboratore di giustizia» e, all'osso, un delatore, mentre Battisti non "collabora" a nulla né fa nomi, non implica nessuno in nulla di nuovo, quei processi sono chiusi -->
--> da tempo immemore e e le pene sono già state scontate. Battisti fa precisazioni sulla propria situazione specifica smentendo il pentito Mutti (ma senza nominare nemmeno lui); -->
--> 4) «ammette: "ho preso in giro chi mi ha dato solidarietà"»: falso, nei verbali non c'è nulla del genere, parla con rispetto di chi lo ha accolto e aiutato (singoli, partiti, sindacati), soprattutto di chi lo ha fatto per motivazioni politiche e/o etiche; -->
--> 5) «dice: "ho mentito a chi mi aiutava"»: distorto, il discorso è più sfumato, dice all'osso: «mi credevano il combattente di una giusta causa, quale del resto *io stesso mi sentivo*»; -->
--> E si potrebbe continuare. Qualunque cosa si possa pensare del contenuto fattuale e politico di questi verbali, della veridicità o meno della ricostruzione fornita da Battisti, è un dato di fatto che i nostri media ne abbiano dato una versione falsante e allucinata.
Postilla: l'omicidio per il quale Battisti respinge in toto la ricostruzione processuale e la fattispecie di reato con conseguente condanna è proprio l'omicidio Torregiani, quello più citato e tirato in ballo negli ultimi 15 anni. Le sentenze stesse dicono che lui non c'era -->
--> ma dicono che era presente alla riunione in cui si decise l'omicidio; lui dice che non ci fu nessuna riunione con quell'esito, perché Torregiavani (come Sabbadin) andava ferito a scopo dimostrativo, ma rispose al fuoco (tragicamente, colpì per sbaglio il proprio figlio) -->
--> e morì nella sparatoria. Due azioni su quattro finite diversamente da com'erano state progettate, ma del resto, che i PAC non fossero propriamente dei maestri della guerriglia era assodato...
Chiunque può verificare la correttezza di queste nostre affermazioni perché, lo ribadiamo, i verbali sono on line, leggibili da chiunque voglia andare oltre titoli scandalistici, indignazione a buon mercato, lezioncine da social e quant'altro.
Ma perché i giornalisti hanno dato resoconti così falsi e addirittura assurdi delle dichiarazioni di Battisti? Alcuni perché hanno capito quello che volevano capire. La grande maggioranza perché scrive di Battisti senza sapere bene per cosa fu condannato, non hanno letto -->
--> le sentenze, e quindi non potevano nemmeno accorgersi che in queste dichiarazioni Battisti smentisce una parte consistente delle ricostruzioni divenute e ritenute verità giudiziaria. E sono gli stessi giornalisti che hanno accusato -->
--> «gli intellettuali» di aver difeso Battisti «senza aver letto le sentenze». Tipico.
Ah, sono anche gli stessi giornali che portano avanti crociate contro le «fake news», che secondo loro sono «colpa di Internet», dell'anonimato ecc. ecc. ecc.
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Dato di fatto: a El Alamein l'Italia combatté per la vittoria di Hitler e dei boia di Auschwitz. Ogni volta che si celebra «l'eroismo» dei "nostri" sconfitti a El Alamein tacendo quella premessa, è come se ci si rammaricasse della sconfitta di Hitler.
La sconfitta nazifascista a El Alamein, e ancor più la disfatta a Stalingrado, furono sacrosante, eventi enormemente positivi. Celebrare l'eroismo dei "nostri" senza vituperare la causa per cui dovettero – e molti vollero – combattere è come tifare retroattivamente per Hitler.
Quando si dice che a El Alamein «mancò la fortuna, non l'onore», automaticamente ci si copre di lerciume nazista, cioè il massimo del disonore. E ringraziamo, per parafrasare Freak Antoni, che allora «la sfiga ci vide benissimo»•
Al sesto giorno di attacco psichico, per il destinatario implicito fu l'inizio della fine. Telepaticamente, tutte e tutti si spronarono a continuare. L'onda mentale crebbe.
Era la vigilia di Ferragosto, e nelle menti degli psychics apparve a grandi lettere una parola:
BUON ANNO.
- Ma sono *due* parole... - obiettò qualcuno.
- Perché l'Uno diventa Due. - fu la risposta.
L'onda mentale era squassante.
Quella di @gadlernertweet unica voce nel mainstream a far notare che i #notav valsusini hanno già vinto molte volte: su pressione della lotta, il megaprogetto iniziale, esorbitante e insensato, ha perso un pezzo dopo l'altro. Resta solo la volontà di scavare un buco a ogni costo.
@gadlernertweet E già quel progetto era presentato come «low cost» rispetto a quello ancor più impattante ritirato nel 2006, dopo la vittoria #notav a Venaus, 08/12/2005. Oggi anche i fautori dell'opera dicono che quel progetto era sbagliato, ma omettono che fu ritirato grazie ai notav.
@gadlernertweet Se c'è una frase proibita e indicibile nell'Italia di oggi è: «I #notav avevano ragione». Non gli può essere concesso nulla, su nessun punto. Verrebbe giù tutto.
Un solo esempio per far capire quanto l'astensione al 44% distorca la "fotografia" e renda i ragionamenti sulle percentuali dei votanti (anziché del corpo elettorale) del tutto sballati: alle poliche del 04/03/2018 il PD prese 6.161.896 voti. Alle Europee di ieri, 6.045.723. ->
--> Non c'è nessun «recupero», sono oltre 116.000 voti in meno rispetto all'anno scorso. Calenda e la retorica da Madre di Tutte le Battaglie non hanno ottenuto nulla salvo un effimero superare una «soglia psicologica» che non ha corrispondenza nel reale. -->
--> Per chi dice: non vanno comparate elezioni diverse, ecco il dato delle precedenti Europee: 11 203 231. In cinque anni il PD ha perso oltre cinque milioni di voti, eppure, in preda all'effetto allucinatorio da percentuali "drogate" dall'astensione, la narrazione -->
Thread | Noi con @lukacasa, più o meno nel Pleistocene, avemmo i nostri begli scazzi. Roba post-Genova.
Da tempo ormai cerchiamo di stare al di sopra e al di fuori degli scazzi, degli strascichi di antichi scazzi, delle passioni tristi post-scazzo. --->
--> È una lezione che il movimento #notav ha saputo dare, nei suoi momenti più alti: interrogarsi sui propri percorsi e saper uscire dalle secche, con tranquillità d'animo e cancellando le tracce delle vecchie palizzate portate via dal corso degli eventi. -->
--> Da quest'angolazione si possono guardare, retroattivamente, le diversità di scelte e approcci, senza ricadere nei livori e nel giochino delle accuse incrociate, perché le sconfitte degli scorsi cicli di lotte sono un'eredità di tutte e tutti non certo solo di pochi -->
Anche oggi diciamo: nulla da rinnegare, nulla da ritrattare. Se scegliessimo temi e battaglie in base alla loro popolarità, saremmo disonesti con noi stessi e con gli altri. #CesareBattisti, quello che i media non dicono (2004). →
Pic by @MilitantBlogwumingfoundation.com/italiano/outta…
Ancora una volta mettiamo a disposizione materiali, per far capire come mai decidemmo di esprimerci sul caso #CesareBattisti in modo impopolare. Tutti i dubbi sui processi e le condanne, in forma di «FAQ», a cura di @CarmillaOnLine (2009) → carmillaonline.com/2009/01/30/il-…
Alcuni esempi del lavoro di @carmillaonline tra il 2004 e il 2009, lavoro di debunking di articoli e libri sul caso #CesareBattisti, quando la parola «debunking» non la usava nessuno.
Le domande assurde di Panorama a cui Battisti «non risponde». → carmillaonline.com/2009/02/12/le-…