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Dato di fatto: a El Alamein l'Italia combatté per la vittoria di Hitler e dei boia di Auschwitz. Ogni volta che si celebra «l'eroismo» dei "nostri" sconfitti a El Alamein tacendo quella premessa, è come se ci si rammaricasse della sconfitta di Hitler.
La sconfitta nazifascista a El Alamein, e ancor più la disfatta a Stalingrado, furono sacrosante, eventi enormemente positivi. Celebrare l'eroismo dei "nostri" senza vituperare la causa per cui dovettero – e molti vollero – combattere è come tifare retroattivamente per Hitler.
Quando si dice che a El Alamein «mancò la fortuna, non l'onore», automaticamente ci si copre di lerciume nazista, cioè il massimo del disonore. E ringraziamo, per parafrasare Freak Antoni, che allora «la sfiga ci vide benissimo»•
Chiariamo che non stiamo in nessun modo parlando del reduce morto oggi, il punto non è lui o nessuna singola persona, stiamo criticando il linguaggio immancabilmente usato per rievocare El Alamein, una retorica basata su enormi omissioni.
In astratto, nulla avrebbe vietato di coltivare la memoria – anche reducistica – di quella battaglia, ammettendo però che l'Italia stava dalla parte sbagliata e in questo non c'era nulla di «onorevole» o «ispirante», nessun «esempio per le giovani generazioni». In astratto.
In concreto, ciò non è stato possibile: perché c'è stata continuità dello stato – soprattutto delle sue forze armate e di polizia – dal fascismo a oggi; perché Hitler, dopo che l'Italia ci aveva fatto le orge prima e durante Salò, si è finto di non averlo mai visto né conosciuto;
--> perché non c'è stata vera elaborazione critica dell'esperienza fascista; perché il periodo del colonialismo italiano è stato completamente cancellato e le poche volte che affiora nell'immaginario lo fa in chiave nostalgica; ecc. ecc.
E così, oggi ci si lamenta della «sfortuna», quella che non fece vincere «i nostri ragazzi a El Alamein». Cioè – qui vale la proprietà transitiva, non valgono distinguo e supercazzole – della sfortuna che non fece vincere Hitler nella seconda guerra mondiale.
