Thread by @puncox

PRIMO MORONI, IL POST-FORDISMO E LE NUOVE DESTRE

Rileggere "Tra post-fordismo e nuova destra sociale" di Primo Moroni è illuminante. Non a caso questo saggio del 1993 fu ripubblicato da Valerio Evangelisti su @CarmillaOnLine nell'estate del 2009, all'indomani delle elezioni -->

europee, in un momento nel quale la sinistra si interrogava sule ragioni della propria sconfitta e sul perché alcuni operai avessero scelto di votare Lega. Certo, la Lega di cui parla Moroni non è la Lega del 2009 e, tanto meno, è la Lega nazionale odierna. -->

Ma, leggendo la sua analisi, si rintraccia un filo che sembra collegare quegli anni ai nostri, e alcuni passaggi sembrano scritti oggi: "Se è vero che indubbiamente la “sirena” leghista coagula anche una quota di voti di protesta popolari e proletari - scrive Moroni - -->

è indubbio che ciò che la rende forte è il dato strutturale, il suo essere forma di rappresentanza di un esteso e aggressivo ceto medio produttivo (oligarchia diffusa). -->

D’altronde i suoi esponenti più preparati ribadiscono in continuazione il ruolo di rappresentanza della piccola e media impresa." -->

Il suo è un tentativo di leggere l'attualità politica italiana alla luce delle trasformazioni intercorse nel modo di produzione e nel modello produttivo, un esercizio necessario, anche se oggi è diventato abbastanza raro. -->

Tutto il suo discorso si basa su di un assunto che attualmente, spesso, inebriati dal "passatismo" e dalla fuga verso ortodossie che poco ci aiutano a comprendere la contemporaneità, dimentichiamo: "La sconfitta del “corpo centrale della classe” simbolizzata dalla Fiat ’80, -->

dalla marcia dei 40.000 “quadri intermedi” o “colletti bianchi” e dai 23.000 licenziamenti - dice Primo - significava proprio questo, significava che insieme alle culture e alle forme di lotta della classe operaia più moderna e matura del dopoguerra, -->

decadeva anche il modo di produzione di cui quelle pratiche di conflitto erano la risposta speculare. In un certo senso era il tramonto del modello fordista-taylorista di organizzazione della produzione delle merci e della vita dei lavoratori. -->

In ogni caso è comunque indubbio che la transizione dal modello della “produzione di massa” alla cosiddetta “produzione snella” è un fatto consolidato, non solo nei settori della meccanica leggera, ma nel complesso della struttura industriale." -->

Forse occorrerebbe ripartire da qui, per comprendere quanto e come sia mutata la classe lavoratrice, anche in seguito agli stravolgimenti che hanno interessato l'organizzazione della produzione e, dopo, dell'intera società. -->

Credo che questo saggio di Moroni sia un'importante chiave di lettura della realtà contemporanea, che ci dice anche tanto sul metodo più appropriato per analizzarla. -->

Forse è ancora troppo legato alla concezione trontiana, che vede i cambiamenti del modello produttivo come esclusiva conseguenza del conflitto capitale/lavoro, tralasciando del tutto le ragioni intrinseche al capitale, e indipendenti da tale conflitto. -->

Ma, nonostante questo, è di grande attualità e in grado di fare luce sul come e perché siamo arrivati a questo punto. -->

Il saggio è lungo e complesso, @CarmillaOnLine quando lo ripubblicò, lo divise in tre parti. Eccole:

Tra post-fordismo e nuova destra sociale 1/3

carmillaonline.com/2009/08/10/tra…

Tra post-fordismo e nuova destra sociale 2/3

carmillaonline.com/2009/08/11/tra…

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Tra post-fordismo e nuova destra sociale 3/3

carmillaonline.com/2009/08/12/tra…

Nel 2018, in concomitanza con l'anniversario della morte di Primo Moroni, anche @DinamoPress decise di ripubblicare il saggio, in due parti, senza premessa, e con un'impaginazione diversa. -->

Chi volesse leggere quella versione, la trova qui:

dinamopress.it/news/postfordi…

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