Thread by @longagnani

@AlbertoBagnai Grazie Alberto della diffusione.

Da quel che ho capito il delirio è iniziato negli anni '80 con l'elaborazione e la diffusione di un modello di sviluppo della lettoscrittura per fasi da parte delle psicologhe argentine, attive in Messico però, Ferreiro e Teberosky.
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@AlbertoBagnai Il modello si è diffuso da noi ed è diventato di moda, non ho capito mediante quali canali, ed ha fortemente influenzato i corsi per insegnanti. Il modello delle due psicologhe argentine è favorevole ad una sorta di "spontaneismo" del gesto grafico dei bambini.
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@AlbertoBagnai Ciò ha contribuito a diffondere la pratica di non allenare il corretto gesto grafico.
Insieme all'aumento della sedentarietà dei bambini (sempre meno capaci di usare correttamente la propria mano e soprattutto la pinza fine) è inoltre aumentata la diffusione delle disgrafie.
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@AlbertoBagnai Infine, poiché Ferreiro e Teberosky erano attive in Messico, dove ho letto che normalmente non viene insegnato in quasi nessuna scuola il corsivo, si è in qualche modo diffuso anche lo sciagurato consiglio di posticipare l'insegnamento del corsivo in 2ª o addirittura in 3ª.
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@AlbertoBagnai A questa scelta, che danneggia nei bambini che stanno imparando a leggere l'acquisizione della prima lingua motoria, confondendoli e provocando anche dislessia, ha sicuramente contributo l'acritica ammirazione per il mondo anglosassone da parte dei nostri psicologi.

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@AlbertoBagnai L'Italia è uno dei paesi al mondo col maggior numero relativo di psicologi. La spinta alla medicalizzazione delle difficoltà scolastiche è stata quindi più forte che altrove. Abbiamo importato dagli USA "disturbi" come ADHD, dislessia, discalculia, disgrafia, disortografia.
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@AlbertoBagnai La sudditanza alle soluzioni semplicistiche made in USA riguardo ai problemi scolastici ha trovato una sua formalizzazione nella legge 170/2010, e nel successivo DM n. 5669 del 12 luglio 2011, dove nelle allegate linee guida si consiglia espressamente di NON insegnare il corsivo.

@AlbertoBagnai Questo "consiglio" è smentito da TUTTA la numerosa letteratura scientifica che ho letto, precedente e soprattutto successiva al DM. Specifico che ho considerato solo ricerche con gruppo di controllo, e ho volutamente ignorato le "ricerche" basate su osservazioni singole.
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@AlbertoBagnai Vista la concordanza dei risultati della ricerca internazionale, ormai tutte le associazioni relative alla dislessia consigliano il corsivo. Lo fa la statunitense International Dyslexia Association, come pure la British Dyslexia Association, ecc.

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@AlbertoBagnai In Francia (che da noi viene indicata dalle associazioni di dislessici come uno Stato medievale...) non si medicalizza e si interviene in età scolare con un lavoro di équipe nelle scuole (insegnanti specializzati e figure professionali soprattutto di stampo pedagogico).
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@AlbertoBagnai La dislessia viene diagnosticata solo agli adulti; è trattata come una vera e propria disabilità, SOLO se non è recuperata in età scolare.

In UK non parlano di "disturbi dell'apprendimento" (cioè di un problema psichiatrico), ma di "difficoltà di apprendimento".
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@AlbertoBagnai Il focus è quindi spostato sul recupero (attuato a scuola con specifici percorsi) piuttosto che sulla diagnosi e i conseguenti dannosi "aiuti" (misure dispensative, cioè non fai, e strumenti compensativi, guarda caso spesso tecnologici).

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@AlbertoBagnai Come docente di matematica è penoso per me dover gestire ragazzi ai quali in 3ª elementare, a causa di una diagnosi di DSA, viene data in mano a tempo pieno una calcolatrice, quando le ricerche ci dicono che il recupero solitamente FUNZIONA, ad ogni età tra l'altro.
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@AlbertoBagnai Questo capita anche se non c'è diagnosi di discalculia. Ci sono ragazzi con DSA dalla 4ª elementare, ma con test normali relativamente ai calcoli, che mi arrivano dopo 5-7 anni talmente abituati alla calcolatrice da avere difficoltà a fare 38/2 (non a mente, sul foglio!).
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@AlbertoBagnai Ma il sistema attuale purtroppo "conviene" (superficialmente) a tutti. I docenti evitano di doversi mettere in discussione. I diagnosti (psichiatri e psicologi) fanno affari e carriere. I genitori vengono illusi che una diagnosi sia utile ad aiutare MEGLIO i propri figli.
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@AlbertoBagnai Purtroppo sappiamo che così non è. Ce lo illustrano bene Julian G. Elliott ed Elena L. Grigorenko nel libro-ricerca The Dyslexia Debate, pubblicato da Cambridge University Press nella collana Cambridge Studies in Cognitive and Perceptual Development.

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@AlbertoBagnai Il recupero/superamento della difficoltà scolastica dovrebbe essere l'unico focus. Ce lo ribadiscono anche il compianto Giorgio Israel. Lo scrivono gli stessi autori degli strumenti per testare la discalculia, che avvertono che moltissime sono sovradiagnosi.
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@AlbertoBagnai Non so come si potrà uscirne, ma bisogna. Molti interessi lavorano per rendere irreversibile questo nefasto approccio. Eppure in tutto il mondo ci copiano le scuole Montessori (che funzionano!). E in Italia nel sistema pubblico aprirne una è un vero percorso a ostacoli.

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