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Cosa significa "comprendere" e "intendere la storia"?
Guido Calogero, nel 1949, ne ha fatto argomento di una lezione alla Columbia che può aiutare a dipanare gli atteggiamenti contrapposti di fronte alla questione #statue.
Da qui lo cito: ⬇️
Per un verso, storia significa comprensione. Ma, se si comprende, allora "tutto comprendere è tutto perdonare", e non resta più la possibilità di giudicare l'accaduto, e di pensare che esso avrebbe potuto svolgersi in modo diverso. La comprensione uccide la libertà .
del presente, che poi sono anch'essi quelli del passato piĂą prossimo. [Ma] se sono libero di condannare, sono libero di non intendere. La libertĂ uccide la comprensione.
Come se ne esce?
Ognuno è "perdonato", dal punto di vista per cui è compreso, ma nessuno è assolto,
dal punto di vista per cui deve comprendere. Come la libertà del nostro volere, nella sua relazione con la nostra conoscenza, è garantita dal fatto che la nostra azione è nel presente, e il presente non ha spazio per quella sorta di temporalità , contesta di "prima" e di "poi",
Siamo noi che dobbiamo dare un senso al mondo, migliorando quello che possiamo rintracciarvi. Questa è la nostra libertà fondamentale, la base di ogni ulteriorie libertà della nostra vita.
Nella nostra storia del riformismo universitario oggi non partiamo da un politico ma da un intellettuale di gestione, un ingegnere: Gino Martinoli. Che in realtà è nato Gino Levi, ma nel 1938 cambia cognome per sicurezza. Sua sorella, Natalia, aveva sposato Leone Ginzburg
Dirigente della Olivetti dagli anni Venti, poco dopo la laurea, dopo la guerra (e la resistenza) entra ai massimi livelli dell'IRI, e a fine anni '50 lo troviamo attivo alla SVIMEZ, alle dirette dipendenze di Pasquale Saraceno
Da tempo infatti all'attività di dirigente accompagna lo studio del rapporto tra istruzione, cultura e sviluppo economico, e l'associazione è il luogo giusto per un periodo dedicato a tempo pieno alla riflessione
Della legge Casati si parla in tutti i manuali di storia.
Di Carlo Matteucci e Guido Baccelli no. Eppure sono i due dioscuri dei tentativi di riforma universitaria nell'Italia liberale. Tentativi falliti, per quello che è stato definito un "cimitero di ordinamenti" mai applicato
Matteucci, fisico, è ministro dell'Istruzione nel 1862. A lui si deve uno sforzo di omologazione delle università pubbliche per calendari, amministrazione, tasse ecc. Un'omologazione che spesso cancella i tratti specifici dei vecchi ordinamenti
Ma del resto l'obiettivo di Matteucci è ancora più ambizioso: fare di tante università un unico sistema organico. E farlo con la forza del dirigismo ministeriale. Il suo regolamento di fatto individua nel Regno 6 università propriamente dette
Come promesso parliamo di riforme universitarie, e cominciamo con quella che forse non è nemmeno una riforma, ma l'assestamento di un sistema universitario nuovo e inedito. Spesso sottovalutata rispetto al botto della riforma Gentile, in realtà è più importante: la legge Casati
Gaetano Salvemini, 1952 (recensione a "Educazione e autoritĂ nell'Italia moderna" di Lamberto Borghi)
"Nelle condizioni a cui è ridotta la scuola italiana, bisogna concentrare tutte le forze per ridurre più che sia possibile i danni della situazione attuale.... ->
Le riforme scolastiche benefiche non producono i loro effetti benefici che a lunga scadenza; le situazioni malefiche producono risultati immediati. ->
Noi assistiamo oggi in Italia a uno sforzo metodico per rendere meno efficiente che sia possibile la scuola pubblica, e creare sulle sue rovine un sistema di scuole private, i cui alunni sappiano recitare il 'Salve Regina' e niente piĂą. ->
Appunti per una storia della #DaD, delle trasfigurazioni che ha avuto e, soprattutto, della narrazione che vi si è costruita
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Chi fa il mio mestiere impara subito che non può scrivere la storia di un fenomeno chi ci si ritrova in mezzo, prima she sia giunto a conclusione
Ma chi fa il mio mestiere, affinando gli strumenti, sa che non si può partire nello scrivere una storia che dalle impressioni messe insieme, cin difficoltà e senza informazioni complete, dai contemporanei
Ve la ricordate questa discussione?
Quel che si è chiarito è che a difficoltà della scuola a farsi strumento per la riduzione delle disuguaglianze arrivava da lontano già allo scoppio della pandemia, e prendeva strade complesse
Concentrarsi sugli effetti che la DaD ha sulle disuguaglianze significa rischiare di scambiare causa ed effetto. Le disuguaglianze erano radicate già prima, e da tempo aveva difficoltà ad affrontarle anche una istituzione come la scuola editorialedomani.it/idee/commenti/…
Una istituzione che ha espressamente il ruolo di sostanziale gli obblighi che la Repubblica si è data con l'art. 3 della Costituzione.
Se alternativa al nulla che ci sarebbe stato nella primavera del 2020, o a questa tendenza a trasformare la pandemia in problema individuale...