Thread by @ricpuglisi

Leggo buffi tweet secondo cui un economista non dovrebbe occuparsi di #COVID19.

Gli economisti -come molti altri scienziati, sociali e non- si occupano di dati, con il fine di testare ipotesi relative ai fenomeni descritti da quei dati.

MA GLI ECONOMISTI HANNO UN VANTAGGIO.

Rispetto agli scienziati naturali, gli economisti sono soliti non andare giù di testa quando non hanno a disposizione degli esperimenti controllati per testare effetti causali.

Come mai?

In economia è molto comune la situazione in cui gli esperimenti sono impossibili.

Ciò è vero per due ragioni diverse ma connesse:

1) gli esperimenti potrebbero essere tecnicamente non fattibili.

2) eticamente gli esperimenti potrebbero essere disdicevoli o ripugnanti.

Pensate che l'analisi empirica finisca qui? NO.

Gli economisti si trovano a loro agio con dati osservazionali, che -in assenza di esperimenti o "situazioni" che assomigliano a esperimenti- devono essere analizzati con tecniche di regressione multivariata.

Che vor dì? Che devi analizzarli badando alle variabili omesse.

Qui spiego brevemente come funziona la cosa:

ricpuglisi.it/2017/03/31/hey…

Gli economisti sono contemporaneamente spocchiosi e umili.

Sono spocchiosi perché amano occuparsi di temi diversi dall'economia. Esempio su tutti: Gary Becker.

Sono umili perché accettano di buon grado (di solito eh) l'equivalenza osservativa.

Che cos'è?

Per equivalenza osservativa ci si riferisce a una situazione in cui i dati esistenti non sono in grado di distinguere se la teoria A o la teoria B (o entrambe) siano capaci di spiegare i dati.

Attenzione: ciò non vuol dire che "tutto è possibile".

In queste situazioni un insieme anche ampio di teorie (C, D, E etc.) potrebbe essere di fatto rigettato dai dati esistenti, mentre i dati non sono distinguere tra A e B.

Può capitare che nuovi dati risolvano la disputa, oppure che ciò non sia possibile. PACE E AMEN.

Gli economisti non vanno giù di testa in questa situazione.

Talora si accontentano di avere individuato quello che si chiama "un fatto stilizzato", ovvero un andamento regolare di alcuni fenomeni, per cui resta una questione aperta di equivalenza osservativa.

Non è raro che gli scienziati naturali vadano giù di testa in queste situazioni, perché sono abituati TROPPO BENE dalla possibilità di effettuare esperimenti controllati.

Dico una cosa forte: è come se fossero VIZIATI da mamma esperimento.

Faccio un esempio di cui so qualcosa su COVID19:

con @giovannilandoni, @azangrillo e coautori del @SRAnesthesiaICU abbiamo analizzato con dati individuali l'andamento temporale del tasso di mortalità per pazienti ricoverati al San Raffaele.

tandfonline.com/doi/full/10.10…

L'andamento decrescente nel tempo del tasso di mortalità è un "fatto stilizzato" che è stato poi analizzato in studi successivi, ovvero replicato nel suo andamento.

1) lavoratori nel settore sanitario in Massachusetts (Fan-Yun Lan, @Stefokali):

medrxiv.org/content/10.110…

2) intera popolazione over 50 in Florida: (Jeffrey Harris)

medrxiv.org/content/10.110…

3) Doidge, Rowan su pazienti in terapia intensiva in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord

preprints.org/manuscript/202…

Sappiamo quale ipotesi sia in grado di spiegare questo andamento? [equivalenza osservativa!]

Al momento no, potrebbero essercene parecchie, dal miglioramento delle pratiche terapeutiche a una minore "cattiveria" del virus, da fattori climatici a pazienti "diversi" nel tempo.

È lecito aspettarsi che con dati e studi ulteriori si sia in grado di fare qualcosa rispetto a questa equivalenza osservativa, escludendo qualche teoria e/o attribuendo un peso relativo alle diverse teorie.

Cribbio, è la scienza!

[Nota finale mica tanto buffa: a oggi uno studio sull'andamento della mortalità basato su dati italiani è stato replicato su dati USA e britannici, non ancora su dati italiani.

Cari ospedali italiani, che cosa aspettate?]