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Sep 22, 2020 55 tweets 17 min read Read on X
Chi vince, chi perde. Note sparse

[1] Iniziamo dal #ReferendumCostituzionale2020. Stavolta vince il Sì e #IoHoVotatoNO.
Il Sì è stato un voto di pancia? un voto dell'antipolitica? Certamente c'è anche questo o forse soprattutto questo. Detto ciò,
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[2] non bisogna nascondersi dietro un dito, dietro al fatto che sulla carta il No aveva a stento il 5% e poi ha preso il 30%. Stupidaggini. Il No ha perso in modo netto: non c'è regione, non c'è provincia dove abbia vinto o perso con margine esiguo.
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[3] E quindi anche senza election day il risultato non sarebbe cambiato. Prendiamone atto e facciamo di tutto perché vengano apportate quelle modifiche (costituzionali, legislative, regolamentari) che evitino che l'esito referendario faccia danni irreparabili.
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[4] Per quel che riguarda i partiti tutti o quasi possono dire di aver vinto. E lo dicono. Ovviamente i più legittimati a farlo sono i 5S: la modifica è soprattutto colpa (o merito) loro.

E ora veniamo alle elezioni regionali.
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[5] Se guardiamo le elezioni regionali precedenti, dovremmo dire che ha vinto il cdx (ha tenuto le sue regioni e ne ha guadagnata una), hanno perso il csx (ne ha tenuto 3 delle 4 che aveva) e i 5S (nessuna ne avevano e nessuna ne hanno ora, ma hanno perso tanti voti).
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[6] Però sarebbe una valutazione se non errata di certo incompleta. Dal 2015 è cambiato tutto o quasi e se guardiamo a quella che era la tendenza, se guardiamo alle aspettative, allora il bilancio è parecchio diverso.
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[7] Piccola parentesi terminologica.
Lo dico ora e non lo ripeto più: scrivo csx per convenzione, ma so benissimo che di sinistra c'è poco o nulla. Più spesso nulla che poco.
Chiusa la parentesi continuo.
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[8] Dicevamo che in un'altra ottica, quella delle aspettative, il risultato è molto diverso. È il cdx ad aver perso e in modo abbastanza evidente: puntava dichiaratamente ad un 5 a 1 ed è finita con un 3-3
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[9] Piccolo inciso: qui non parliamo della Valle d'Aosta per la quale non solo non si conosce il risultato dello spoglio, ma non c'è neppure l'elezione diretta del Presidente (e questo basta a farmi prendere in considerazione l'idea di trasferirmi).
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[10] Chi vince? Vincono i presidenti uscenti.
Il #Covid ha fatto 35.000 morti ma ha fatto un gran bene ai presidenti uscenti (a parte #Fontana, ma per sua fortuna in Lombardia non si votava).
#Zaia aveva già vinto largamente nel 2015, stravince ora.
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[11] A scrutinio di fatto terminato (mancano 12 sezioni su 4.751) è al 76,78%. Cinque anni fa prese il 50,08%.
E se pensate l'esito scontato abbia favorito l'astensionismo vi sbagliate: l'affluenza sale di 4 punti rispetto a 5 anni fa (61,15 rispetto a 57,16).
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[12] È l'unico presidente leghista e #Salvini non ha molto di cui gioire. La lista personale di #Zaia stravince: 44,58% (23,08% cinque anni fa) mentre la Lega è ferma al 16,91% (17,82% cinque anni fa).
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[13] Non so se #Zaia voglia prendere il posto di #Salvini (lui nega) di certo l'autonomia spinta perseguita Zaia non può essere gradita dall'elettorato meridionale ed è quindi incompatibile con il progetto di Salvini di una Lega partito nazionale. Vedremo cosa succede.
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[14] L'omologo di Zaia nel csx è #DeLuca. Prende il 69,48% dei voti (5.688 sezioni su 5.827) mentre cinque anni fa si era fermato al 41,15%.
Ma il parallelismo con Zaia si ferma più o meno qui. Molti i fattori che li differenziano.
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[15] In primo luogo quello anagrafico che ci fa escludere possa diventare un pericoloso concorrente per Zingaretti. Poi non vi è quella inconciliabilità tra la sua politica e quella del partito che abbiamo visto esserci per Zaia.
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[16] Il suo risultato personale è frutto di una coalizione amplissima di liste (tanti i candidati discutibili) e la sua lista personale si ferma al 13,28% (a fronte del 16,98% del PD). Non è un pericolo per Zingaretti, ma resta un personaggio ingombrante con cui fare i conti.
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[17] Ora mi fermo. Se ho tempo e voglia, proseguirò più tardi. Nel frattempo i miei 25 lettori (non è un segno di presunzione, ma solo una fisiologica inflazione) si saranno almeno dimezzati.
>>> (forse)
[18] Altro presidente uscente riconfermato e altro personaggio ingombrante (non solo per la stazza fisica) è #Emiliano. Se la vittoria di De Luca era certa, quella di Emiliano era più che incerta. I sondaggi davano infatti vincente il candidato del cdx #Fitto.
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[19] Per quanto detto prima - alla fine, volenti o nolenti, il confronto lo si fa sempre con le aspettative - la sua vittoria è ancora più pesante. Aveva contro un candidato del cdx, uno del M5S e uno (evidentemente di disturbo) della premiata ditta Renzi-Calenda.
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[20] Ne è uscito con un ottimo 46.77% (quando mancano una sola sezione su 4.026) distanziando il suo principale avversario di quasi 8 punti. In una situazione molto più complessa rispetto a cinque anni fa ottiene un risultato percentualmente di poco peggiore
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[21] (era il 47,12%), ma migliore in numero di voti (quasi il 10% in più). Merito anche delle ben 15 liste che lo appoggiavano (erano 8 cinque anni fa).
Non sappiamo cosa farà da grande e probabilmente non lo sa neppure lui. Intanto ha cinque anni per pensarci.
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[22] E veniamo all'ultimo dei presidenti riconfermati: Giovanni #Toti. Alla fine prende un ottimo 56,13% mentre nel 2015 si era fermato al 34,44%. Da allora ha anche fondato un partito (Cambiamo) che aspirava ad essere la quarta gamba del cdx e un'aspirazione è restata.
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[23] I sondaggisti non inseriscono neppure il parrtito nei loro sondaggi e quando lo hanno fatto non è andata mai oltre lo zerovirgola. Forse mi sbaglio ma non credo abbia un grandissimo futuro politico, ma intanto si è conquistato un altro mandato come Presidente.
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[24] Due parole anche su Ferruccio #Sansa candidato sostenuto da PD e M5S. È la seconda esperienza di questo tipo e il secondo fallimento (il primo era in Umbria l'anno scorso). Era anche il secondo candidato "civico" e non credo sia un caso.
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[25] Sia il PD che il M5S non possono o non vogliono appoggiare un candidato dell'altro partito e finiscono con lo scegliere candidati che non convincono gli elettori. Poi Sansa ci ha messo del suo dicendo che avrebbe votato No al referendum. Occorre fare il salto di qualità.
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[26] Infine le due facce nuove (si fa per dire).
#Giani vince in Toscana. È un politico di lunghissimo corso, pare non perda un'inaugurazione, una sagra, conosce tutti e tutti lo conoscono. Un politico di quelli di una volta che vive sul territorio e non in rete.
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[27] Alla fine forse questo è stato uno degli elementi che gli hanno consentito di fare meglio del suo predecessore #Rossi. Questi nel 2005 si era fermato al 48,02% mentre #Giani è arrivato al 48,62% (3.933 sezioni su 3937).
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[28] Ma soprattutto ha avuto oltre 863k voti mentre Rossi si era fermato a 657k. Cosa è successo? È successo che nel 2015 molti elettori del PD delusi dalla politica renziana avevano disertato le urne (affluenza al 48,28%).
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[29] Ora invece Renzi si è fatto il suo partitino - ci torneremo (forse) - e la Lega faceva paura (al csx va riconosciuto di avere abilmente enfatizzato il pericolo nonostante #Giani ora lo neghi). Così la partecipazione è risalita al 62,6%.
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[30] È un déjà vu. È l'esatta replica di quel che è successo pochi mesi fa in Emilia-Romagna. C'era anche la lista che aspirava a pesare sulla politica di Giani spostandolo verso sinistra. Non si chiamava Toscana coraggiosa ma il senso era quello.
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[31] In entrambi i casi #Salvini ci aveva puntato tutto e ne è uscito scornato. Viene da pensare che sia meno sveglio di quanto voglia farci credere e che i suoi alleati lo siano più di lui.
Tornando a #Giani si muove in assoluta continuità con Rossi. Nel bene (?) e nel male.
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[32] E siamo arrivati ad #Acquaroli. Con lui il cdx conquista la Marche, ma il risultato finale è stato determinato da diversi fattori. Acquaroli cinque anni fa era arrivato terzo, sostenuto da Lega e FdI ma non da FI che il cui candidato era arrivato quarto.
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[33] Stavolta il cdx si presentava unito. Invece il csx (rectius, il PD) ha deciso di non ricandidare il presidente uscente con annesse polemiche, distinguo, ecc. ecc. E nonostante Acquaroli non abbia fatto mistero delle sue simpatie fasciste (v. la cena ad Acquasanta),
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[34] la mobilitazione antifascista stavolta non ha funzionato. E pure "Marche coraggiose" - si chiamavano davvero così - è andata maluccio (1,5%)

A più tardi (forse) per i partiti e le eventuali conseguenze nazionali del voto
>>> (forse)
[35] Il principale effetto del #referendum è che lo scioglimento anticipato delle Camere diventa un'ipotesi remotissima. L'unico partito che dovrebbe accrescere il numero degli eletti è FdI. La stessa Lega rischia di rimetterci o al limite di guadagnarci pochissimo.
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[36] Il che significa che anche molti parlamentari leghisti non avrebbero alcuna certezza di essere rieletti. E si sa che è meglio fare il parlamentare di opposizione che non farlo affatto.

Più complesse le conseguenze delle elezioni regionali.
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[37] Tra i partiti vince sicuramente il PD, spesso prima forza (ottimo il 34,7% della Toscana). Ma forse dovremmo dire che ha vinto Zingaretti. In queste settimane c'era un gran lavorio fuori e dentro il PD per fargli le scarpe e spostare l'asse del PD ancora più a destra.
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[38] Un cattivo risultato elettorale doveva essere la scintilla che dava fuoco alle polveri. I congiurati non si arrenderanno ma intanto sono costretti a fermarsi per un po'.

Continuando a guardare alle forze di maggioranza, il M5S passa per essere uno dei perdenti.
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[39] Non hanno certo vinto, ma non si possono neppure liquidare come sconfitti senza tener conto dei cambiamenti intervenuti negli ultimi due anni.
Cinque anni fa l'elettore che votava per il #M5S lo faceva in opposizione a tutti gli altri partiti, anzi ai partiti.
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[40] Ora il M5S ha accettato la logica parlamentare, ha capito che se non fa alleanze non governa. Bene, benissimo. La democrazia bloccata l'abbiamo conosciuta e tenere i voti dei 5S in congelatore non avrebbe fatto il bene del Paese.
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[41] Quell'elettore che 5 anni fa votava contro i partiti oggi o non vota oppure fa i conti con questo nuovo modo di relazionarsi con gli altri. Insomma, il calo di voti è un male legato alla crescita (non dei consensi, ma politica).
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[42] Avere la febbre non è piacevole, ma difficilmente prelude al decesso. Del resto il M5S è già stato dato per morto più di una volta e non è il caso di ripetere certi errori di valutazione.
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[43] L'elezione diretta del presidente penalizza le piccole forze politiche che non sostengono i candidati più forti, ma non basta a spiegare la crisi nera della #sinistra. Che raccoglie consensi minimi sempre e comunque, anche quando si presenta all'interno della coalizione.
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[44] In Toscana non ci sarà nessun consigliere a sinistra del PD nonostante le numerose liste: Partito Comunista Italiano (0,96%), Partito Comunista (1,05%), Toscana a Sinistra (2,86%), Sinistra Civica Ecologista che appoggiava Giani (2,96%) e forse me ne è scappata qualcuna.
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[45] Non so quale possa essere il rimedio, ma qualcosa bisogna fare.

Per risollevarci dalle desolazione degli ultimi tweet parliamo della quarta forza che fa parte della maggioranza di governo: #ItaliaViva (lo so che aspettavate questo momento dall'inizio del thread).
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[46] Nata con l'intento di spaccare tutto, i sondaggi la relegano da mesi intorno al 3% e ora, finalmente, abbiamo avuto l'occasione di vederla alla prova del voto popolare. In 3 regioni (Campania, Toscane e Marche) appoggiava il candidato del csx,
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[47] nelle altre 3 presentava un proprio candidato. Vediamo com'è andata. Regione per regione.
Benissimo in #Campania: con il 7,37% è il quarto partito. Siete stupiti? Io no. Ne ho parlato qui - - e vi rimando a quei tw.
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[48] In #Toscana qualche mese fa aspiravano a raggiungere la doppia cifra. Hanno fatto la lista insieme a +Europa e facevano parte della coalizione di Giani. Hanno preso il 4,48%. Il che significa che neppure in Toscana da soli sarebbero andati oltre il 3-3,5%.
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[49] Non dissimile quindi dal caso #marchigiano in cui si sono presentati da soli e hanno preso il 3,17%.
In #Liguria la lista di "PSI, +Europa, Italia Viva" ha preso il 2,41%. Non so quanto di quel 2,41 sia di Italia Viva, ma comunque non è un gran risultato.
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[50] In #Puglia è andata pure peggio. Qui Italia Viva aveva puntato su uno dei suoi pezzi da novanta: Ivan #Scalfarotto. Vabbè, ognuno ha i pezzi da novanta che si merita. Lo appoggiavano ben 3 liste: Futuro verde (0,11%), Scalfarotto Presidente (0,3%) e Italia Viva (1,08%).
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[51] Se vi sembra poco, è perché non avete visto ancora il Veneto.
#Qui Italia Viva presentava come candidato presidente la senatrice Sbrollini. La lista era formata da ben 4 forze politiche: Italia Viva, una lista civica, il PRI e il PSI. In quattro hanno preso lo 0,6%.
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[52] In tutti e sei i casi la lista è stata matematicamente ininfluente. Eppure Renzi si atteggia a vincitore (forse qualche suo elettore ci crede pure). Era lui la variabile impazzita della maggioranza, quello che remava contro da dentro. Ora anche a lui si darà una calmata.
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[53] L'opposizione la liquido velocemente che un po' non mi interessa, un po' mi son stufato.
#ForzaItalia ormai è il terzo partito della coalizione di cdx con percentuali del 4-5%. #Berlusconi è ormai troppo anziano e #Tajani è privo di personalità.
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[54] Il decorso infausto pare inevitabile.

Il consenso di #Salvini sembra la curva del #Covid: salito tanto in tempi rapidi, scende in modo molto più lento, ma costante. Ormai lo conosciamo e dovremmo poter facilmente evitare una seconda ondata. Ci riusciremo?
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[55] A gongolare è invece la #Meloni. La prestazione di #FratellidItalia non è eccezionale, ma la Meloni riesce a vendere bene il nulla. Fossi in Salvini, oltre che a guardarmi da Zaia, mi guarderei anche dalla sora Giorgia.
E ora me ne vado a dormire.
#Buonanotte.

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