#UnaCanzoneAlGiorno #7ottobre
Fare musica negli anni ’10, non è una passeggiata. E’ tutto così facile da fare che alla fine non si riesce a trovare un’identità precisa. Lo sanno bene i Panic! At The Disco (mi raccomando, il ! è importante).
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Al punto che sulla questione dello stile si sono consumati. Nel senso che nel corso degli anni i componenti hanno abbandonato, lasciando il nome al solo leader Brendon Urie. Ma lui ha voluto provarci ancora e ha chiamato una quantità di collaboratori per il nuovo disco.⬇️
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A quattro di loro chiese di scrivere un pezzo rap. Ma il giorno dell’appuntamento lui era in ritardo e i 4 decisero di rilassarsi in una sauna. Qui vennero di getto le idee per questa canzone, che non potendo essere registrate subito furono mandate a memoria.⬇️
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Brendon Urieha arrivò con comodo, apprezzò le idee ma stravolse tutto. Non più un pezzo rap, ma un cantato molto cadenzato, e un testo tutto nuovo, scritto poco prima di entrare in sala di incisione. Così è nata High Hopes.
Had to have high, high hopes for a living⬇️
⬆️Shooting for the stars when I couldn’t make a killing
Didn’t have a dime but I always had a vision
Che vi devo dire, a me ‘sto pezzo piace un casino!
#UnaCanzoneAlGiorno #8ottobre
Quante vite può vivere un artista? Beh, dipende dall’artista. Quella di oggi ne ha vissute svariate, e forse ne vivrà ancora di diverse. Quando riappare nel 1983, come un angelo caduto dal cielo, sta già alla terza vita. E ha solo 30 anni.
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Ha segnato, ancora 15enne, il finire degli anni ’60. Ha trascorso i ’70 a fare musica d’autore, come tutti in quegli anni. E ora marchia gli anni ’80. Le giacche di pelle, i colori flou, i capelli cotonati, la batteria elettronica e i ritornelli micidiali. C’è già tutto.
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E c’è pure la storia che sembra già un videoclip, un amore senza importanza nato tra i fumi artificiali e le strobo della pista. In più c’è la malinconia delle domeniche pomeriggio piovose, quando si tornava dalla discoteca in tempo per la sintesi di una partita di serie A.
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#UnaCanzoneAlGiorno #6ottobre
Ci sono delle canzoni che riemergono chissà da dove ogni volta che servono. Tutti ne abbiamo almeno una. Oggi vi svelo la mia, e con l’occasione ripropongo una canzone e un cantautore che non possono essere dimenticati.
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La storia della canzone è nota, perchè Pierangelo l’ha raccontata più volte. Fu la reazione alle parole di un discografico, che gli chiedeva di scrivere canzoni più facili, più popolari. Lui scrisse questa, la portò alla casa discografica, e tutti apprezzarono.⬇️
⬆️ Tutti tranne uno, ovviamente, che forse per questo poco dopo si licenziò. Anche il pubblico apprezzò, decretando su tutta la linea la vittoria di Pierangelo Bertoli da Sassuolo. Vale per la musica, per la sua vita, ma si applica facilmente ad ogni ambito della vita di tutti.⬇️
Un po’ in ritardo perché sono in giro per Milano, ma ecco #unacanzonealgiorno di oggi. 👇🏻
( proposito, amici milanesi, stasera c’è la presentazione di #suoninelletere al Ride, 19,30, non mancate!)
Suzanne guarda dalla finestra un gruppo di bambini giocare. Erano tutti gioiosi. Tutti tranne uno, che sembrava estraneo al gruppo. Decide che Luka può essere il nome giusto per questo essere delicato, che sembra diverso dagli altri. ⬇️
⬆️Un po’ le ricorda lei da piccola. Quando a 9 anni scoprì che Ed, lo scrittore portoricano che lei aveva sempre chiamato papà, era in realtà solo il compagno di sua madre. Niente sangue ispanico, dunque, nel suo sangue. Eppure era cresciuta in quella comunità…⬇️
#UnaCanzoneAlGiorno #4ottobre
Erano più o meno 15 anni che non venivo a Milano.
Ma cosa ho fatto in tutto questo tempo?
Cose, ma in nessuna c’è più entrata Milano.
Prima di smettere di colpo, ci venivo spesso.
I miei lunghi viaggi in treno avevano una colonna sonora fissa.⬇️
⬆️Una canzone che ho talmente amato che per un periodo è stata la suoneria del mio telefono. Non saprei come spiegarlo, ma questa canzone fotografava esattamente la stessa Milano che vedevo io. Del resto l’ha scattata un romano, che ci veniva partendo dal mio stesso quartiere.⬇️
⬆️Quindi con il pregiudizio di chi ancora ama ripetere che la cosa più bella di Milano è il treno per Roma, anche se ormai ci crede sempre meno.
Allora riguardiamo questa fotografia che Alex Britti ha adagiato su questa meravigliosa chitarra slide.⬇️
#UnaCanzoneAlGiorno #2ottobre
Un giorno Alice arrivò ad un bivio sulla strada e vide lo Stregatto sull'albero.
- "Che strada devo prendere?" chiese.
La risposta fu una domanda:
- "Dove vuoi andare?"
-"Non lo so", rispose Alice.
"Allora, - disse lo Stregatto - non ha importanza”⬇️
⬆️No, non deve essere andata proprio così quando Alice incontrò lo Stegatto, che per l’occasione aveva le fattezze di un giovane Franco Battiato. Anche Alice, a dire il vero, non aveva proprio le fattezze di quella persa nel paese delle meraviglie. ⬇️
⬆️Certo, era (ed è!) bellissima, ma tutt’altro che sprovveduta. Già due album, con un certo successo, ma non aveva ancora trovato la sua strada. Furono lo Stregatto/Battiato, il Cappellaio Matto Giusto Pio e la Lepre Marzolina Angelo Carrara a indicargliela. ⬇️
C’è un momento nella vita in cui tutto ruota intorno ad una domanda, composta da una sola parola. Perchè?
Ed è difficile trovare una risposta quando già la domanda non è chiara.
Ad Anne da Aberdeen accade vicino ai 40 anni.
Perchè? Anzi, Why?
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⬆️Aveva sognato di fare la cantante, era diventata un’artista, un’icona riconosciuta in tutto il mondo. Insieme a Dave nel 1980 era fuggita dalla band, The Tourists, per provare a mischiare il loro amore con un nuovo progetto artistico. L’amore era presto finito, l’arte no.⬇️
⬆️E furono successi, di quelli che ancora oggi si cantano e ballano, e tante icone diverse: Anne, che nel frattempo per tutti è Annie, è l’immagine simbolo degli anni ’80: androgina, luccicante, bellissima, gioiosa ma con una venatura malinconica, nella voce e negli occhi.⬇️