“Big eyes”, occhi grandi.
Così avevano definito i quadri di mio marito.
Ed avevano un grande successo, tanto che negli anni ‘60 tutte le gallerie volevano esporli, si vendevano come il pane.
Peccato non fossero dipinti da mio marito, Walter Keane non faceva nulla.
In realtà ero io, Margaret Keane, che li dipingevo, a quel tempo ero sua moglie.
Mi aveva convinto a firmare solo con il cognome: “I quadri dipinti da donne valgono molto meno, mentre se dipinti da un uomo valgono molto di più”.
Così avemmo un successo strepitoso.
In realtà lui ebbe un successo strepitoso.
E io mi abituai a vivere all’ombra del suo successo, fino al momento in cui non ne potei proprio più.
Avete notato che i bambini dei miei quadri sono tutti tristi e non sorridono mai?
Non solo mi aveva rubato il successo, ma maltrattava e picchiava nostro figlio, ecco perché.
Così nel 1964 chiesi il divorzio.
Ricominciai a vivere, mi trasferii alle Hawaii e mi innamorai di uno scrittore sportivo, che sposai l’anno seguente. Nel 1970 ebbi finalmente il coraggio di rivelare al mondo che quei famosi quadri li avevo dipinti io.
E naturalmente il mio ex marito mi querelò per diffamazione.
Il processo suscitò un bel clamore a quei tempi, e l’opinione pubblica si era divisa.
In fin dei conti era la sua parola contro la mia, ma per fortuna il giudice ebbe un’idea: “Per capire chi li ha dipinti farete un quadro qui, davanti a noi”.
Io mi misi all’opera ed in 53 minuti lo finii. E il mio ex marito?
Disse che aveva male ad una spalla e rifiutò di sottoporsi alla prova.
Perse la causa e il giudice lo obbligò a risarcirmi con 4 Mil di dollari.
Poi si sa come vanno le cose per noi donne: una Corte d'appello federale nel ‘90 ribaltò il verdetto di diffamazione, e revocò la somma che mi spettava. Ma non importa, io ora ho 93 anni, dipingo e sono felice. Anche i miei quadri lo sanno, hanno un tono più felice e spensierato.

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21 Dec
Boom di vendite del calendario del Duce.
Mi viene voglia di farne una versione (molto incompleta) anch’io.

IL VERO CALENDARIO DEL DUCE.
🔽🔽🔽🔽🔽🔽🔽🔽🔽🔽🔽🔽
Gennaio 1943: la ritirata di Russia, la fame ed il freddo che falcidiano le truppe italiane.
Dei 229.000 uomini inviati in Russia, 29.690 furono rimpatriati perché feriti o congelati, 10.300 tornati dai campi di prigionia russi.
Il totale delle perdite fu di 74.800 uomini. Image
Febbraio 1923: Il deputato Giuseppe Amedeo Modigliani, pacifista convinto, è bastonato dai fascisti; Amadeo Bordiga viene arrestato, nei giorni seguenti arrestano ben 112 dirigenti del partito comunista. Inizia il grande esodo dei comunisti verso la Francia e altri paesi europei. Image
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14 Dec
Siemens, un nome che tutti conoscete sicuramente.
Ma forse non sapete che nel 1931 io, John Rabe, ero stato nominato direttore di un importante ufficio estero di questa azienda.
Ho dovuto così trasferirmi a Nanchino, nella provincia di Jiangsu, a circa 300 Km. Da Shanghai.
Io ero tedesco, nato ad Amburgo e iscritto per forza al partito nazista, non c’era alternativa.
Ma visto l’aria che tirava in Germania ero ben contento di stare in Cina, mi trovavo benissimo.

Poi sono arrivati i giapponesi.
Era scoppiata nel ‘36 la guerra fra Cina e Giappone, e il 13 Dicembre 1937 le truppe dell’Impero giapponese entrarono a Nanchino.
Fate conto che in Italia di questa guerra si sa molto poco, non si studia, ma morirono dai 14 ai 20 milioni di cinesi, nessuno sa esattamente quanti.
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12 Dec
Mi chiamo Mary Anning, ma immagino nessuno mi conosca.
Quando sono nata era il 1799, l’Inghilterra era in guerra con Napoleone. La mia famiglia era troppo povera per farmi studiare, ho imparato a leggere e a scrivere frequentando un po’ una scuola cristiana. Image
Eravamo talmente poveri che dei nove fratelli e sorelle che ho avuto ne ho persi otto, morti appena nati o piccolissimi. Erano altri tempi, certo.
Bastava nascere cento anni dopo e forse sarei diventata famosa.
Certo è difficile diventare famose con sempre il martello in mano. Image
Mio padre mi trasmise la passione per i fossili, vivevamo a Lyme Regis e lì i fossili non mancavano.
Lui era ebanista, ma mi insegnò a trovarli, a pulirli e a riconoscerli.
Quando mio padre morì dovetti vendere la sua collezione.
Poi per vivere continuai a cercarli. Image
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11 Dec
A 21 ero orfana di padre, lavoravo come lavapiatti o cameriera e, siccome avevo avuto in casa un patrigno alcolista e manesco, mi ero fatta la promessa di guadagnarmi il pane da sola.
Non volevo mai più dipendere da un uomo.
Una sera leggo un articolo che mi fa infuriare: “What Girls Are Good For” nel quale si afferma che “le donne appartengono alla casa, e il loro compito naturale è prendersi cura della famiglia. Il lavoro femminile è un’aberrazione”.
Così presi la penna e scrissi alla redazione del giornale:
“È un’aberrazione volere essere libera, indipendente? Lo sa il giornalista cosa si prova a essere una donna giovane e indigente? È una condanna senza via d’uscita.”
Al giornale piacque la mia risposta e mi assunsero.
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10 Dec
A volte dovevo sedare i bambini e poi rinchiuderli in un sacco per farli sembrare morti, oppure li nascondevo tra stracci sporchi di sangue dentro le ambulanze, o nelle casse di attrezzi del furgone di un tecnico del comune.
Tutti i mezzi erano buoni per portarli via di lì.
Ero a Varsavia, nel più grande Ghetto Ebreo di tutta l’Europa, quasi 500.000 persone prigioniere lì dei nazisti.
Fame, malattie come la dissenteria o il tifo, soprusi e violenze ogni giorno.
Poi le deportazioni, destinazione Treblinka, e da lì nessuno tornava poi indietro.
Riuscivo ad entrare lì tutti i giorni, come infermiera mandata dal Comune. Avevo preso a cuore la battaglia contro l’antisemitismo già da giovane, e mi ero anche innamorata di due ebrei. Per difendere le mie idee mi avevano persino espulso dall’Università per tre anni.
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9 Dec
Agli americani, la donna disse: “Mi accadrà qualcosa?”
Era il 29 maggio del 1945, a chiederlo la caposala del reparto di Pediatria, Mina Wörle, presso il complesso ospedaliero di Kaufbeuren. Era appena morto Richard Jenne, di 4 anni, per una dose eccessiva di sonnifero.
Ma non fu un errore, lei stava applicando i protocolli dell’Aktion T4, un programma fortemente voluto da Hitler, passato poi alla storia come la più massiccia e brutale operazione di eugenetica.
Cominciò già nel 1933, quando furono forzatamente sterilizzate circa 300.000 persone che avevano dato alla luce figli disabili. Poi nel 1938 la prima esecuzione, un bambino di nome Knauer, in seguito ad una visita ispettiva di uno dei medici personali di Hitler, Viktor Brack.
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