Lunga fase di maltempo in arrivo (Thread)
A partire da lunedì 28 dicembre, e almeno fino all'Epifania, l'Italia dovrà fare i conti con frequente maltempo. Responsabile l'ampia area ciclonica che si intravede dal satellite. Vediamo le conseguenze. 1/n
Il 28 dicembre sarà una giornata molto perturbata, a tratti tempestosa. Nevicate anche abbondanti interesseranno Alpi, Appennino Settentrionale e Pianura Padana centro occidentale (in Particolare Emilia e Lombardia). Neve, ma a quote di montagna, anche in Abruzzo. 2/n
Sul resto d'Italia piogge diffuse, in particolare sulle regioni peninsulari e sui versanti tirrenici con probabile burrasca di Libeccio e mareggiate lungo le coste esposte. Violente raffiche attese sui rilievi. 3/n
Immagine by windy.com
Dal 29 al 2 gennaio la circolazione verrà condizionata a un'area ciclonica stazionaria sull'Europa centrale, colma d'aria fredda di origine artica
Venti occidentali, piogge sopratutto sulle regioni tirreniche e neve su Alpi orientali e Appennino centro-settentrionale. (ECMWF) 4/n
Fino al 4 gennaio le temperature si manterranno inferiori alla norma sull'Europa occidentale, su parte del Nord Italia e sulla Sardegna. Leggermente superiori, causa flusso occidentale, sull'Italia del Sud e sui versanti adriatici (ECMWF). 5/n
Due regioni attive che se ne vanno (destra), due che arrivano (sinistra). #solarcycle25
Giustamente...
Il sole alterna, all'incirca ogni 11 anni, cicli di attività caratterizzati da un picco (massimo) e una valle (minimo). Le macchie solari sono il segnale per poter osservare questa periodicità. Quando ce ne sono tante si va verso un picco relativo di attività
... quando sono poche o assenti si viaggi verso un minimo. A livello energetico le variazioni per la Terra sono quasi impercettibili, tuttavia durante i massimi possono verificarsi tempeste magnetiche (flares o brillamenti) che talvolta generano disturbi nelle comunicazioni
Estratto di una news che verrà pubblicata la prossima settimana.
Autorevoli studi (vedi sotto) hanno riscostruito l’andamento dell’estensione della banchisa artica non solo negli ultimi secoli, ma anche nel corso di millenni. Uno su tutti è stato pubblicato su Nature nel 2011.
Lo studio mostra, come noto, una certa alternanza (ciclicità) tra periodi di maggior e minor espansione. Tuttavia anche un occhio inesperto, osservando l’immagine sovrastante, non può non notare come negli ultimi decenni si sia raggiunto un punto di rottura molto preoccupante.
Situazione che dal 2011 ad oggi è ulteriormente peggiorata.
Link:
Prima del docile e lineare Olocene, la Terra ha vissuto un interglaciale particolarmente mite ed instabile, denominato Eemiano. Un periodo durato all’incirca 15.000 anni che ha visto il suo picco termico tra 125K e 120K anni fa.
L’Eemiano, oltre ad essere climaticamente avvincente, è molto e utile per comprendere l’entità dell’attuale fase di riscaldamento.
Circa 135000 anni fa il pianeta cominciò ad uscire dal penultimo massimo glaciale e lo fece, come spesso accade nelle fasi di transizione, in maniera molto rapida.
Una tempesta simil-tropicale (TLC) è in fase di formazione sul mar Ionio. Il sistema ciclonico lambirà l'estremo Sud Italia tra oggi e domani, per poi impattare violentemente sul Peloponneso tra venerdì e sabato. #TLC #HurricaneLikeSystem
Di seguito le piogge attese sul Pelponneso venerdì. Valori a fondo scala sulle 24 ore
Per domani, sullo Ionio, attese raffiche oltre i 100 km/h in rotazione intorno al minimo ciclonico.
Quando si parla di Poli è bene conoscere le tre formazioni di ghiaccio principali: banchisa (pack-sea ice), piattaforma di ghiaccio (ice shelf) e calotta (ice sheet). 1/1
Image by Hannes Grobe
La banchisa è uno strato di ghiaccio spesso da alcune decine di centimetri fino a 2-3 metri che si forma per congelamento superficiale delle acque marine. In alcune zone è soggetto a stagionalità (fusione e ricongelamento), mentre in altre è “perenne”. 2/2
Negli ultimi anni, a causa dell’aumento del cambiamento climatico, la superficie occupata stabilmente dal pack e il suo spessore sono diminuiti drasticamente al Polo Nord, in particolare nei mesi estivi ed autunnali (nel grafico settembre).
Anomalie termiche superficiali marine in data 23 agosto.
Probabile ritorno della NINA (fase ENSO negativa - area blu lungo il Pacifico equatoriale) durante il prossimo inverno. Ad oggi è prevista debole, ma c'è ancora molta incertezza tra i modelli.
Effetti: generalmente la NINA comporta un maggior disturbo della corrente a getto e favorisce blocchi anticiclonici in sede polare. Quindi maggior possibilità di ingressi d'aria fredda in Europa, in Alaska e sul Canada occidentale.
Tuttavia la NINA da sola non spiega l'andamento di un intero inverno, infatti è solo una delle numerose variabili che forzano la circolazione. Quindi l'equazione NINA=inverno freddo in Europa non è assolutamente automatica. Diciamo che aumenta di un tot le probabilità di averlo.