Partiamo con l'obiettivo finale del piano: arrivare a una copertura vaccinale del 60-70 per cento prima del prossimo autunno, nella speranza che questo livello di protezione sia abbastanza alto da evitare una nuova ondata di contagi come l'ultima che abbiamo vissuto
Il raggiungimento di questo obiettivo dipende da due fattori: la capacità di distribuire abbastanza vaccini entro l'autunno e la disponibilità di un numero sufficiente di vaccini. In altre parole, serve distribuire 80 milioni di dosi per proteggere circa 40 milioni di italiani
Il problema numero uno: al momento queste dosi non le abbiamo. C'è un solo vaccino approvato dall'Europa e già in fase di consegna: quello di Pfizer-Biontech, di cui all'Italia spettano 26 milioni di dosi (sufficienti per 13 milioni di persone).
Dopodomani probabilmente sarà approvato il vaccino Moderna, che ci permetterà di vaccinare altri 5 milioni di persone entro settembre. Mancano, come minimo, altre 44 milioni di dosi per i restanti 22 milioni di persone necessarie ad arrivare a una copertura del 60 per cento
Qui uno schema dal piano vaccinale per farsi un'idea della situazione. Come è chiaro, l'unica speranza di rispettare la tabella di marcia alle attuali condizioni è l'approvazione più rapida possibile del vaccino AstraZeneca (o, in second'orinde, di quello J&J)
Il problema è che il vaccino AZ ha avuto *parecchi* problemi. In Uk si sono affrettati ad approvarlo e distribuirlo nonostante tutto. L'Ema europea invece procede più lentamente e potrebbe anche decidere di limitare le fasce di età a cui somministrarlo
Se AZ venisse approvato in questa maniera limitata e se J&J dovesse avere problemi di approvazione o distribuzione, non sarà possibile rispettare gli obiettivi del piano, indipendentemente dalla velocità di distribuzione, a meno di sottoscrivere nuovi accordi con altri produttori
Il timore di non avere abbastanza vaccini è, al momento, la preoccupazione principale dei governi in tutti i paesi europei, ha portato a pesanti critiche alla Commissione Europea (responsabili degli acquisti) e ha spinto alcuni governi a muoversi da soli per cercare nuovi vaccini
Ma il tema che ha dominato il dibattito in Italia in questi giorni non è quello della disponibilità di vaccini, ma della velocità nella loro distribuzione, con accuse indignate di ritardi e richieste di fare "vaccinazioni 24 ore su 24"
Il piano vaccinale è sostanzialmente diviso in due fasi. Noi ci troviamo nella prima, quella che prevede la vaccinazione solo di alcune specifiche categorie: medici, infermieri, lavoratori degli ospedali, ospiti e dipendenti delle RSA
A spanne, si tratta di 2-3 milioni di persone che, tra prima e seconda dose, riceveranno probabilmente il grosso delle forniture vaccinali del primo trimestre. In altre parole, fino a marzo vaccineremo soprattutto medici, infermieri e anziani nelle Rsa
Il primo carico significativo di vaccini (450mila circa) è arrivato tra il 30 e il 31, giorno in cui in molti ospedali e presidi sanitari si è cominciato a vaccinare. In questa fase, sostanzialmente, medici e infermieri stanno vaccinando altri medici e infermieri
Negli ospedali, il personale si può prenotare per le vaccinazioni e quando è il suo turno si presenta in una saletta, riceve la vaccinazione, rimane sotto osservazione per 15 minuti, riceve un certificato vaccinale e infine un appuntamento per la seconda dose
Gli ospiti delle Rsa sono vaccinati nelle loro strutture, dal personale della Rsa stessa con la supervisione dei medici e degli operatori sanitari delle aziende sanitarie territoriali
Al momento, ogni regione e ogni azienda sanitaria sta gestendo questa prima fase un po' come preferisce. C'è chi da la priorità al personale ospedaliero, chi dedica molte risorse alle Rsa. Chi è partito subito, chi ha preferito aspettare il ritorno del personale dalle ferie
Complessivamente, a circa cinque giorni dall'inizio delle vaccinazioni la situazione non è messa malissimo. L'Italia è uno dei paesi europei che ha fatto più vaccinazioni (non molto lontana dalla Germania) ourworldindata.org/covid-vaccinat…
Inoltre, la velocità di vaccinazioni sta aumentando, mano a mano che tutte le regioni entrano a regime
Ma attenzione: in questa fase non si parla di vaccinare la popolazione; sono soprattutto medici e infermieri che vaccinano altri medici e infermieri: è una situazione più semplice e alcuni ospedali contano di terminare le vaccinazioni del personale già questa settimana
Maggiori difficoltà si avranno quando si cercherà di vaccinare sul territorio: gli anziani delle Rsa, i medici di famiglia, pediatri di libera scelta, perché a quel punto non si tratterà soltanto di far venire un dipendente a farsi vaccinare al piano sotto a quello in cui lavora
Questo ci porta alla seconda fase: quella in cui si vaccinerà il grosso della popolazione. Sappiamo che difficilmente avremo abbastanza vaccini per farla iniziare prima di marzo e sappiamo che è questo il momento in cui si vedrà davvero se la campagna è stata organizzata bene
Guardiamo ai problemi di distribuzione: 1. Il personale ospedaliero non vuole essere coinvolto, poiché il Covid-19 ha già causato enormi ritardi nell'erogare prestazioni che non saranno mai recuperati se gli ospedali passeranno l'estate a vaccinare
2. Se sarà ancora in corso un'epidemia, gli ospedali semplicemente non potranno essere utilizzati come luoghi di vaccinazione 3. Il personale normalmente addetto alle campagne vaccinali è insufficiente 4. I medici di famiglia chiedono un contributo per essere coinvolti
In tutto, Arcuri prevede di assumere 15mila tra medici e infermieri aggiuntivi, che dovrebbero svolgere le vaccinazioni in gazebi, padiglioni a forma di primula e in una serie di altre strutture
In tutto, Arcuri prevede di assumere 15mila tra medici e infermieri aggiuntivi, che dovrebbero svolgere le vaccinazioni in gazebi, padiglioni a forma di primula e in una serie di altre strutture
La questione quindi è: Arcuri e le agenzie interinali troveranno abbastanza personale? Questo gruppo, con l'aiuto di medici di famiglia e personale dei dipartimenti di prevenzione, sarà sufficiente a distribuire abbastanza vaccini in tempo (se ci saranno vaccini disponibili)?
E se non dovesse essere sufficienti, sarà possibili utilizzare personale ospedaliero, senza causare problemi insormontabili al normale funzionamento del sistema sanitario? Sono tutte domande a cui è purtroppo impossibile risponde a cinque giorni dall'inizio del piano
Memore del casino di ieri, ho incosciamente dimenticato di inserire il tweet più pericoloso dal punto di vista "rischio shitstorm" 👇
"Insomma: c'è un grosso problema su "chi" somministrerà queste vaccinazioni. Il commissario Arcuri (nonostante i suoi litigi con i "liberisti") ha proposto una soluzione "di mercato": affidare ad alcune agenzie interinali il compito di assumere medici e infermieri aggiuntivi"
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Chi è rimasto in Italia a combattere quella che molti chiamano "l'antica", "novecentesca" e "superata" lotta di classe? Apparentemente, l'ultimo romantico di questo conflitto è Carlo Bonomi, presidente di Confindustria
Ieri Bonomi ha fatto un discorso che si può senza dubbio definire novecentesco in cui ha rivendicato senza alcun timore quello che la classe imprenditoriale chiede al resto della società (glissando un po' su quello che promette di restituire)
Prima di tutto Bonomi chiede 25 miliardi di euro di "sostegno alla competitività", cioè sussidi alle imprese. Bonomi infatti è contrario ai sussidi (come vedrete tra poco), ma non a tutti i sussidi indistintamente
Ci sono molte parole del lessico politico che hanno perso il loro significato originale (radical chic, populismo) e altre che non ne hanno mai avuto uno (sovranismo). Ma in questo campionato la mia preferita è senza dubbio "riformismo"
Chi erano i riformisti? Erano coloro che puntavano ad arrivare al socialismo con metodi democratici senza necessariamente incendiare il Palazzo d'Inverno (ed erano contrapposti ai massimalisti/comunisti)
Chi sono oggi i riformisti? Difficile da rispondere. Il termine è usato molto spesso, a proposito e a sproposito, ma di sicuro i riformisti di oggi sono gente che con il socialismo non vuole avere niente a che fare, sia che ci si arrivi con le bombe sia per vie democratiche
Quello che è accaduto ieri con la firma del primo contratto nazionale collettivo dei rider è piuttosto incredibile e sicuramente senza precedenti, lo abbiamo raccontato su @domanigiornaleeditorialedomani.it/fatti/il-contr…
Il decreto rider di un anno fa obbligava le aziende di delivery a trovare un accordo con i rider entro novembre, pena il loro riconoscimento come lavoratori subordinati. Ma fino a ieri le aziende si erano sempre rifiutate di riconoscere sindacati e colletivi come interlocutori
Il 23 settembre avrebbe dovuto tenersi un nuovo incontro con tutte le parti. Poi, ieri, improvvisamente le aziende hanno annunciato di aver firmato un contratto colletivo nazionale con l'Ugl che, curiosamente, soddisfa più o meno tutte le loro richieste
La prima cosa: la scuola ha aperto più o meno regolarmente in 13 regioni. L'impresa di riportare in classe 5,6 milioni di studenti (tanti quanti gli abitanti della Danimarca) con nuove norme anti Covid-19 mai sperimentate è più o meno riuscita
Il merito è soprattutto di insegnanti, presidi e, in molti casi, di genitori che hanno offerto aiuto volontario alle scuole e hanno lavorato tutta l'estate per preparare la ripartenza. "Partiamo già in riserva", ci ha detto una preside di Bergamo
Un lunghissimo thread domenicale, comprensibile anche ai digiuni di queste cose, su uno dei miei argomenti preferiti: il Mes. Parlerò di argomenti economici, ma soprattutto politici perché credo che soprattutto questi ultimi siano importanti nel dibattito italiano
Partiamo dalle basi: il Mes è un fondo europeo che serve ad aiutare stati che hanno difficoltà ad accedere ai mercati finanziari (in altre parole, stati che non riescono a piazzare i loro titoli di stato agli investitori)
La sua nascita è il frutto di anni di duri negoziati tra governi del Nord Europa che non vogliono concedere aiuti ai paesi in difficoltà senza dure condizioni (pensano che se un paese è in difficoltà lo è perché è uno sprecono) e paesi periferici li vogliono con meno condizioni
“Il futuro è della sinistra liberale” sembra un testo interessante e penso che valga la pena darci uno sguardo. Questa recensione contiene già diversi elementi interessanti
Non capita spesso di leggere argomentazioni elaborate sul futuro dei riformisti/centristi/liberali. Con @giovannizagni ne avevamo parlato insieme a @marcosimoni_ in una puntata del nostro podcast podtail.com/it/podcast/mas…
Il punto, secondo me, è che la sinistra più "centrista" si trova di fronte a una sfida politica ancora più difficile rispetto a quella della sinistra tout court, e non solo perché si è trovata al potere quasi ovunque quando è scoppiata la grande crisi