Il punto toccato con la solita sincerità da @anna_pensil non è secondario. Tutt'altro. Qui si tratta direttamente del concetto di democrazia che in assenza di critiche soffre ed in poco tempo sfiorisce completamente per lasciar spazio ad altro.
All'autoritarismo.
Qui il problema non è affatto e da tempo stare con tizio o con caio, ma tener vivo il diritto di critica entrando nella specificità dei problemi e delle scelte politiche ed economiche.
E invece vale il vecchio trucco di colpire le persone deligittimandone gli argomenti.
Vecchio trucco finalizzato appunto a distrarre dal tema del dibattere critico, portando il discorso altrove, sulla personalità, i vizi o le virtù di chi ha sollevato la questione.
Il fine è non modificare mai le proprie scelte e non entrare in relazione con qualsivoglia critica.
La paura, l'incertezza, la stanchezza psicologica diffusa fanno il resto, generando una passività enorme, pronta ad accettare qualsiasi cosa senza esprimere dissenso.
E' un processo che intacca il senso dell'essere cittadini (ora non a caso popolo) e minaccia la democrazia.
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Vi dicono che non ci sono alternative? Vi stanno manipolando. Ci sono alternative, magari non vi sono gradite o non sono gradite ad altri, ma le alternative ci sono.
Sempre.
Insostituibile? Fortunatamente nessuno di noi umani lo è, fosse solo per la breve durata della nostra vita.
Siamo sostituibili e lo siamo in qualsiasi momento, qualsiasi sia il nostro ruolo.
Quello che viene propagandato come "un salto nel buio" spesso è un provvidenziale cambiamento, aria fresca di nuove menti, nuove idee, punti di vista alternativi ed imprevisti.
Nelle contrapposizioni bianco/nero che piacciono tanto, perché non lasciano scelta, la "sinistra" ha fatto il grande passo abbandonando la complessità per approdare al populismo del "o noi o l'apocalisse".
Gli "intellettuali" in questo hanno fatto miracoli.
L'ingiustizia sociale su cui lavora @fabriziobarca è lo spunto. Chi sono i "nemici" della giustizia sociale? @BentivogliMarco viene additato come nemico, non solo, ma gli si augura anche una P38 come cura e chi lo fa scrive per il popolo.
Marta Fana, da mesi paladina pop del popolo via Laterza, rivoluzionaria da presentazioni in librerie, insiste sull'idea dei "nemici" e senza tanti giri di parole racconta l'ingiustizia sociale legittimando anche lo scontro tra classi come opportuno.
In Veneto, Friuli Venezia Giulia e Marche le scuole superiori chiuse fino al 31 gennaio.
Con che criterio queste tre regioni sì e altre no? Chi coordina? Chi decide? Dov'è lo stato? Quali sono le indicazioni del CTS sulla scuola? ilpost.it/2021/01/04/ven…
In attesa di capire cosa pensa CTS, Ricciardi e compagnia, governo ha deciso di rimandare all'11 rientro per la secondaria, gli altri a scuola dal 7. Ci son 20 giorni che ballano tra chiusura delle 3 regioni e resto del paese.
Qual è il senso ed i criteri adottati?
Prendere decisioni senza spiegarle ai cittadini è grave, come è pessima l'impressione che manchi un coordinamento tra governo centrale e regioni.
Governatori delle tre regioni hanno agito in concerto con il governo o in autonomia, come fece De Luca?ilsole24ore.com/art/campania-d…
Il non comunicare con congruo anticipo decisioni su scuola, esercizi commerciali e libertà dei cittadini, indicando anche la scadenza di eventuali provvedimenti restrittivi e chiusure, può essere aggettivata in un solo modo.
Intollerabile.
Molte, se non tutte le attività, richiedono un'adeguata programmazione. Si tratta di rispetto, ma anche di capacità o incapacità nel saper governare prendendo decisioni.
E nel sapersi assumere responsabilità, senza scaricare gli insuccessi dove capita, capita.
PS: quanto a noi cittadini, la passività con cui tolleriamo questa macroscopica mancanza di rispetto ci dovrebbe allarmare. Manifesta una passività ed un'accetazione di qualsiasi arbitrio a cui è opportuno porre un limite.
Si dibatte di scuole aperte con la solita profondità: 1) chiuse e sigillate o moriremo tutti, anche i sorci nelle fogne. 2) aperte e spalancate o sarà catastrofe negli apprendimenti e nella crescita dei giovani.
Messa così voto 2), ma è messa molto male.
La scuola vive della capacità dei docenti di progettare e programmare, certo con flessibilità, ma è essenziale pensare a quali attività, studiarle a seconda della situazione, delle classi, dei colleghi, delle possibilità, degli spazi.
Come è andata fino ad ora?
Semplice: è mancata una linea precisa, a parte l'abbracciare essenzialmente l'ipotesi 1), chiudere a doppia mandata tutto o quasi. Ci sarebbe francamente bisogno d'altro.