Sir Patrick Wallace dice che non c'è differenza di letalità tra gli ospedalizzati ma c'è differenza di letalità tra i positivi e che l'incremento di rischio 30-40% è comune a diverse fasce di età. Analisi non finali ma la direzione per ora è questa.
Qui il report NERVTAG. I dati sono da quattro studi indipendenti e puntano nella stessa direzione +35%, +36%, +65%, +91%.
• • •
Missing some Tweet in this thread? You can try to
force a refresh
Dalla breve e naive esperienza di divulgazione degli ultimi 2 mesi ho notato che la linea funambolica, forse auto-imposta, è quella dell'allarmismo. Credo che parte del problema sia che non diamo abbastanza fiducia al pubblico di sapere distinguere impatto probabilità rischio 1/5
Alcuni concetti sono effettivamente alieni ai non esperti. Ad esempio quando si parla di impatto, si tende a prestare molta più attenzione alla letalità che alla contagiosità sebbene razionalmente dovremmo fare il contrario 2/5
E ovviamente sappiamo che anche il concetto di probabilità, soprattutto quando portato agli estremi, è difficile da comprendere perfino dagli esperti. (Il mio estremo preferito rimane quello del paradosso di Monty Hall, spiegato nel video sotto). 3/5
UK è in "lockdown" dal 4 Gennaio ma gli studi odierni mostrano che i casi in Gennaio non sono scesi, anzi. Lo studio react-8 di Imperial College mostra prevalenza intorno al 2% per settimana chiusa il 15. spiral.imperial.ac.uk/handle/10044/1…
La variante contribuisce ma il motivo è che la parola lockdown ha perso di significato. Le disposizioni attuali sono serrate per alcuni (negozi, ospitalità, ristoranti, turismo), inesistenti per altri (costruzioni, agenti immobiliari e altri liberi professionisti, alcuni uffici).
Le scuole sono chiuse per tutti tranne che i figli di chi deve lavorare e il 20% dei bambini continua ad andare a scuola (alcune sono al 50%). Johnson non ha intenzione di serrare ulteriormente ma non esclude di dover continuare così fino all'estate. mirror.co.uk/news/politics/…
Immunità da vaccino vs. immunità naturale da infezione. Quale è migliore? La domanda non ha molto senso a dirla tutta. Chiaramente l'immunità da vaccino è "migliore" di quella naturale anche se dovesse durare di meno perchè ci risparmia tutte le complicazioni dell'infezione 1/6
Ma quale dura di più? La risposta semplice è che nessuno lo sa e nessuno lo può sapere. Ci sono alcuni vaccini in commercio la cui immunità è più efficiente di quella naturale e quasi sempre per via di due motivi: concentrazione alta dell'antigene vaccinale o coadiuvanti 2/6
Il primo caso si applica ad esempio al papilloma virus o al tetano, la cui tossina è talmente potente che quantità infinitesimali ci possono uccidere prima ancora che il sistema anticorpale riesca a intervenire. Nel caso del covid? 3/6
Alcuni media stanno parlando di questo studio sulla immunità naturale da covid. Ho letto molte imprecisioni quindi spiego cosa dice. Lo studio si chiama SIREN ed è attivo da diversi mesi. Ha monitorato periodicamente il personale sanitario cercando reinfezioni. 1/4
I risultati di oggi coprono il periodo tra fine Giugno e fine Novembre e in quel periodo si sono trovati 44 casi reinfezione nel campione di 6600 del personale sanitario (meno del 1%). Questo suggerisce che la stragrande maggioranza dei guariti è protetta per almeno 5 mesi 2/4
Vista la tempistica, lo studio non ci dice nulla sulla protezione a più lungo termine nè dice nulla sul fatto che la nuova variante locale B117 infetti più facilmente (a Novembre era solo al 1-5%). 3/4
E circa la metà rispetto a quello visto nei trial (70%) ma il campione è molto più anziano (solo 60+) benchè molto più largo (200 mila + 200 mila). Auspicabile che la seconda dose aumenterà efficacia come atteso. Sicuramente grosse implicazioni sulla discussione in corso. 2/2
Correzione: è difficile fare paragoni esatti tra il trial e i dati reali perchè l'end-point a 14 giorni nel trial non c'è. Dal trial venivano due risultati: 52% tra 1ma e 2nda dose e 82% a tre settimane prima dose (avg 70% che avevo a memoria). (nota grazie a @Fabopolis)
Trovo che un sacco di confusione sulla divulgazione avvenga per mancata percezione delle differenza tra ciò che è possibile e ciò che è plausibile. Il primo è sostanzialmente un dato di fatto. Il secondo è figlio di interpretazione. Esempio: 1/8
Mettiamo che trovi una cacca di volpe sulle zerbino del giardino (capita spesso qui a Londra). Posso formulare due ipotesi: la prima è che l'abbia fatta la volpe. La seconda è che il vicino di casa l'abbia raccolta da qualche parte e portata nottetempo. Entrambe "possibili". 2/8
Ma la seconda è plausibile? Dipende ovviamente dai miei rapporti col mio vicino e dal mio livello di paranoia. Un discorso simile lo si affrontò con "il virus fatto in laboratorio". È possibile che sia accaduto? 3/8