Momi El Hawi, uno dei leader del movimento #ioapro che ha fatto quella pagliacciata a Roma, è il titolare di una *catena* di ristoranti a Firenze. Ne ha ereditati cinque da suo padre, tre in Italia e due in Egitto.
Umberto Carriera, uno dei leader del movimento #ioapro che ha fatto quella pagliacciata a Roma, si vanta di possedere *sei* ristoranti a Pesaro. La sua biografia è… peculiare: ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca…
Biagio Passaro, uno dei leader del movimento #ioapro che ha fatto quella pagliacciata a Roma, è il titolare del Regina Margherita Group, una catena di *otto* ristoranti in Emilia e in Florida, che diventeranno, secondo il sito del gruppo, dodici.
Antonio Alfieri è il più povero dei leader del movimento #ioapro che ha fatto quella pagliacciata a Roma: possiede solo *tre* ristoranti con 19 dipendenti che ha messo in cassa integrazione. Dice che ha mantenuto il 60% del fatturato e ha preso nel 2020 28mila euro di ristori.
E con questo è tutto per la puntata odierna della mia rubrica sui proprietari di catene di ristoranti che si fanno mantenere dallo Stato e si lamentano pure.
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Sono ignorante di giornalismo ma dico la mia: secondo me uno dei problemi è che le ore di lavoro giornalistico per strada, fuori dalla redazione, si è ridotto tipo del 99% negli ultimi 50 anni e lo fanno quasi solo i giornalisti sottopagati delle redazioni locali. Tutto online.
Non è un problema di pigrizia dei giornalisti ma di riduzione drastica dei costi. Metti tre persone a gestire un sito, se va bene ti abboni alle agenzie altrimenti fai copia e incolla da articoli pubblici, e lo chiami giornale. Quei tre non avranno tempo di andare a verificare.
Ma anche le agenzie fanno la stessa cosa, perché in fondo possono fare quasi tutto stando in redazione a smazzarsi veline, comunicati stampa e cattive traduzioni di notizie rubate a fonti pubbliche straniere. Così le notizie di agenzia false o imprecise si clonano e diffondono.
La scissione di Livorno è spesso raccontata così: il cattivissimo Lenin voleva a tutti i costi che i buoni socialisti (Serrati) espellessero i buonissimi riformisti (Turati), i socialisti giustamente si rifiutarono e i cattivi comunisti (Gramsci) per dispetto si scissero.
Balle.
In realtà Lenin e Trotskij erano dubbiosi sulla scissione e consigliavano di mantenere un fronte unico con i socialisti massimalisti, mentre la richiesta di espulsione dei riformisti era così razionale che i socialisti li dovettero espellere comunque l'anno dopo.
Ecco come Lenin si rivolgeva ai massimalisti, cioè alla maggioranza rimasta nel Partito Socialista, nell'estate del 1921, pochi mesi dopo la scissione: rivoluzione.red/lenin-discorso… Nel 1922 Lazzari votò l'espulsione dal partito dei riformisti.
Il Partito Comunista d'Italia che uscì dalla scissione di Livorno era molto diverso dal PCI in cui poi degenerò. Non credo che quella scissione sia stata fatta a regola d'arte, ma è un evento storico importante su cui bisognerebbe raccontare le cose come stanno. Per questo…
…abbiamo organizzato un seminario nazionale di formazione e discussione. Si terrà dopodomani, purtroppo online, quindi c'è ancora tempo per iscriversi: rivoluzione.red/gramsci-bordig… Si potranno fare interventi e domande.
Allego anche qualche link di approfondimento.
«Il mito di Gramsci "l'occidentale". Egemonia, guerra di movimento e di posizione: cosa resta di Gramsci nel "gramscismo"?» marxismo.net/index.php/teor…
La condizione delle donne della working class nera, ispanica e nativa negli USA è un problema sociale enorme. Queste persone, milioni, vivono sulla propria pelle tutte le maggiori contraddizioni del capitalismo nella sua forma più compiuta ed estrema.
Storicamente la base della variante intersezionale del femminismo è l'affermazione che le donne nere subiscano non un'oppressione doppia (questo è ovvio), bensì una discriminazione specifica che è maggiore della somma delle due oppressioni di genere e di razza. Ma è vero?
Il tema del divario di genere nel reddito mi ha sempre appassionato perché credo che sia una questione decisiva per unificare la classe operaia. Ne ho parlato in un libro e in un videogioco che ho fatto oltre che in molti tweet e assemblee. I dati sono preoccupanti ed eloquenti.
Ci sono stati un morto e un ferito grave nell'attentato contro la giudice Esther Salas nel New Jersey. Il terrorista è Roy Den Hollander, un avvocato maschilista anticomunista che voleva ucciderla per «difendere i diritti maschili». Il suo sito personale è roydenhollander.com
Nel suo sito, l'assassino sessista di destra Den Hollander elenca le sue battaglie legali più importanti. La principale riguarda le serate "sconto donna" nei locali notturni. Secondo l'omicida, questa era una grave discriminazione ai danni degli uomini.
La seconda battaglia legale dell'avvocato terrorista Den Hollander è in opposizione a una legge contro la violenza sulle donne. La terza è per l'introduzione di un corso universitario sulla questione maschile visto che esistono quelli sulla questione femminile (Women's Studies).
Sapete su quanti operai che hanno manifestato i sintomi del COVID-19 si basa questo articolo criminale? ZERO. corriere.it/cronache/20_ma…
Specifico se non fosse chiaro: l'articolo si basa su uno studio fatto su una manciata di fabbriche, in NESSUNA delle quali qualcuno ha sviluppato il COVID-19. C'erano alcuni contagiati che non hanno mai avuto sintomi e, come ci aspetteremmo, sono stati poco contagiosi.
Quando si dice che gli asintomatici sono pericolosi non si parla tanto degli asintomatici *che non svilupperanno mai nessun sintomo e guariranno subito* ma soprattutto dei presintomatici che manifesteranno il COVID-19 alcuni giorni dopo. Quindi questo articolo è solo propaganda.