Il 16 aprile il famoso iceberg #A68 si è fuso del tutto tornando ad essere solo acqua. L'evento ha fatto il giro del mondo ed è stato oggetto di interpretazioni non sempre corrette. Il distacco (2017) e la scomparsa (2021) di A68 non sono conseguenza del cambiamento climatico 1/n
Il distacco di ampi iceberg dalle piattaforme di ghiaccio antartico risponde ad una naturale esigenza delle stesse di mantenere un equilibrio tra spinta del ghiacciaio cui sono legate e azione erodente meccanica/fisica del mare.
Nel caso di #A68 così come di #A74 (vedi tweet linkato), gli studi effettuati dai glaciologi indicano gli eventi come "naturali". La distruzione di A68 è avvenuta perché ormai l'iceberg era da mesi in acque temperate (vedi immagine)
L'importanza di distinguere ciò che è "naturale" da ciò che è ragionevolmente indotto dal cambiamento climatico di origine antropica è fondamentale, poiché il rischio è quello di creare confusione.
L'Antartide, per via della sua posizione, è un'area del pianeta ancora poco toccata all'aumento delle temperature globali, sebbene vi siano alcuni hot spot che cominciano a palesare mutamenti importanti:
-Penisola Antartica (T °C)
-Pine Island and Thwaites glaciers (instabilità)
Al di fuori del continente di ghiaccio, invece, le "pistole fumanti" non mancano di certo.
La complessità e l'unicità dell'Italia non sono frutto di opinioni, ma sono fatti oggettivi. L'ironia geologica l'ha voluta a forma di stivale, circondata dal mare e da isole e solcata da montagne. La storia l'ha voluta crocevia di popoli e imperi e l'arte l'ha scelta come regno.
Complessità alla quale non sfuggono neppure la meteorologia e il clima. Si fa presto a parlare di "clima mediterraneo" e "paese del sole"; in realtà l'Italia, da un punto di vista meteo-climatico, è tra le nazioni più complesse al mondo.
1. L'Italia è lunga, di distribuisce su 10 paralleli e unisce l'area climatica centro-europea con quella Mediterranea. 2. L'Italia non è larga, ma è posta su un asse NW/SE, all'interno del quale transitano 12 meridiani. L'Italia unisce l'Europa occidentale a quella balcanica.
Confermato il secondo ingresso d'aria fredda sull'Europa centrale, balcanica e su parte di quella mediterranea. Stavolta saranno masse d'aria di origine continentale e gli effetti si dovrebbero osservare tra il 18 e il 23 marzo.
Nevicate, seppur irregolari, interesseranno parte degli Stati centro-orientali fino a quote basse o di pianura. Per quanto riguarda l'Italia possibili nevicate a bassa quota in Appennino (soprattutto versanti adriatici), Alpi settentrionali e ovest Piemonte.
Il tutto con moderata ventilazione nord orientale. Tuttavia, l'aspetto più significativo sarà rappresentato dalle temperature, ben al di sotto dei valori medi, in particolare sui rilievi e nei valori minimi. Le mappe mostrano la probabilità di avere T min <0 °C venerdì e sabato.
Effetto Alpi.
L'animazione mostra nuvolosità compatta addossata all'arco alpino sospinte verso sud da correnti settentrionali. Nubi che sembrano scomparire nel versante italiano. È effettivamente così. 1/2
La massa d'aria risalendo i versanti nord delle Alpi condensa, trasformando la sua umidità in nubi e precipitazioni. L'umidità a disposizione diminuisce e una volta che la massa d'aria salta il versante "precipita" riscaldandosi e diventando ancora più secca causa compressione.
La compressione adiabatica è quella che fa scottare la mano quando si gonfia la camera d'aria di una bici con una pompa. Comprimere l'aria genera calore, poiché aumenta la pressione. L'aria che scende dai 4000 m al suolo subisce lo stesso effetto.
Anatomia di una tempesta.
Tra giovedì e venerdì l'Europa centro-settentrionale sarà interessata dal passaggio un vortice particolarmente intenso. Attesi forti venti, mareggiate e piogge abbondanti.
Vediamo insieme cos'è, come si forma e perché è così pericoloso. 1/n
La particolare posizione dell'Europa occidentale fa sì che sia esposta al passaggio di numerose perturbazioni, associate a minimi di bassa pressione di provenienza atlantica. Queste depressioni, conosciute come "cicloni extra-tropicali", possono talvolta essere molto intense.
Nell'immagine sat, cerchiata in nero, l'area depressionaria in approfondimento sul nord Atlantico la cui parte più avanzata (area grigia scura) sta interessando le isole britanniche. Questa tenderà a spostarsi verso est sospinta da un'intensa corrente a getto.
Cambio di circolazione.
La lunga parentesi anticiclonica che ha regalato a gran parte d'Europa un anomalo anticipo di primavera, sta per volgere al termine. Vediamo cosa potrebbe succedere. 1/n
Fino al 4 marzo poche variazioni, eccezion fatta per una maggior presenza di nubi. T ancora nel complesso miti.
Tra il 5 e il 7 l'alta pressione cederà definitivamente favorendo l'ingresso di una prima serie di fronti, con piogge ad oggi più frequenti sulle regioni centrali.
A seguire la Penisola potrebbe essere inserita in una circolazione più instabile (vedi immagine primo tweet) con frequenti perturbazioni, venti occidentali prevalenti e precipitazioni più probabili sui versanti tirrenici.
La corrente del golfo, oltre ad essere argomento di dibattito, è molto studiata e monitorata. Una specie di "sorvegliato speciale". I motivi sono molteplici: 1. è la componente nervalgica della grande circolazione oceanica globale e quindi uno dei pilastri del clima. 1/n
2. ha un ruolo fondamentale nella catena trofica e conseguentemente anche nelle attività ittiche. 3. è un importante punto di rifermimento per la navigazione 4. rende il clima dell'area euro-atlantica più mite di quanto lo sarebbe in sua assenza.
Un'importanza che porta la comunità scienfitica a studiarla assiduamente. Negli ultimi giorni ha fatto notizia un articolo pubblicato su #Nature che descrive la corrente del golfo in costante indebolimento. Un indebolimento senza precedenti negli ultimi 1000 anni.