A parlare pubblicamente di molestie online chiamano sempre persone famose che lo fanno da posizioni in cui difendersi è più facile.
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Ma con tutto il rispetto per loro, molestie, insulti e minacce sono un problema serio per tutti, nei social ci sono migliaia, ma penso anche milioni di persone che subiscono ogni giorno, a volte per anni, gente di cui non si occupa nessuno,
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nessuno parla di loro e nessuno va a chiedere loro come si sentono ad essere aggredite appena mettono gli occhi sulle proprie pagine social o leggendo le mail.
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Purtroppo nei social, considerati ancora un mondo a parte, virtuale, perfino, si replicano le stesse dinamiche del mondo cosiddetto reale: per essere ascoltati, aiutati e supportati bisogna avere un nome, essere conosciuti al grande pubblico,
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altrimenti non succede mai niente e quelle persone, gli sconosciuti, non diventano mai nemmeno argomento di dibattiti, talk show e documentari a tema. #28aprile
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Il Falcon, utilizzato da #Casellati come un taxi è un trireattore con autonomia intercontinentale.
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E' l'aereo che si usa per le urgenze, per trasportare organi da trapiantare, per andare a recuperare italiani in pericolo anche nelle zone più pericolose del mondo.
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E' un aereo che è sempre pronto a decollare durante tutte le 24 ore di tutti i giorni, ma la seconda carica dello stato col profondo senso di rispetto per il paese e i cittadini che l'ha sempre distinta, specie quando spergiurò che Ruby era la nipote di Mubarak
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Il poliziotto che si rivolge con fare arrogante e intimidatorio alla cittadina Michela #Murgia mentre controlla il suo permesso per viaggiare perché certa politica l'ha indicata come una che "offende le divise" e non è vero, è un problema grave e serio. #29aprile
In un programma dove si parlava anche del coraggio di un ragazzo che è stato sfregiato per difendere un'amica i due uomini presenti al dibattito: salluti e severgnini, non sono riusciti a dire che Michela #Murgia ha subito un abuso. #ottoemezzo
E questo è l'opinionismo, il giornalismo onnipresente tutti i giorni in tivù.
Della visita di Renzi da bin Salman e delle ovvie polemiche sull'opportunità che un senatore abbia relazioni economiche con un regime dove si squartano i dissidenti per due settimane se ne è parlato solo sui social.
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In tivù e su gran parte della stampa la parola d'ordine era "passare oltre fischiettando".
Del video di Grillo, diffuso solo nei social, hanno parlato tutti e subito.
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Intere trasmissioni, paginate di giornali dedicate a quella vicenda mentre di renzi e dei suoi rapporti con le dittature, dei suoi viaggetti a Riyad e Dubai non se ne parla più perché non c'è il reato,
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Ho letto che Mattarella nel discorso per il #25aprile ha parlato di riconciliazione.
Con cosa e con chi, soprattutto?
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Oggi si celebra la Liberazione da un regime violento e criminale ma chi è arrivato dopo, legittimato dalla democrazia conquistata con lacrime e sangue, non si è impegnato abbastanza per fare in modo che l'ideologia fascista venisse relegata nell'armadio della vergogna.
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Come si fa a parlare di riconciliazione in un paese dove il fascismo viene espresso alla luce del sole, dove a gruppi che si richiamano apertamente al fascismo viene lasciata la libertà di azione, manifestazione, movimento non si capisce.
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Il richiamo alla coscienza individuale evocato da #Draghi è l'ennesima ipocrisia con cui si cerca di deresponsabilizzare chi deve risolvere i problemi.
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Sono 15 mesi che gli italiani - singolarmente - vengono accusati di tutto, è dall'inizio della pandemia che che si tenta di scaricare tutto sui cittadini, sui comportamenti.
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Prima fanno le regole e poi se la gente fa quello che prevede la regola viene indicata come la responsabile della situazione che non migliora.
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