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+++ Prezzi delle commodity+++
Il prezzo all'ingrosso di materie prime e prodotti agricoli è salito a livelli preoccupanti.
Questi rialzi presto si scaricheranno a valle sui beni di consumo, in alcuni casi hanno già iniziato a farlo.
Impatto sull'inflazione inevitabile.
Prezzi del mais questa settimana ai massimi (+124% rispetto al marzo 2020).
Prezzi della soia questa settimana ai massimi (+92% rispetto al marzo 2020).
Prezzi del grano americano questa settimana ai massimi (+56% rispetto al marzo 2020).
Prezzi dell'avena questa settimana ai massimi (+67% rispetto ad aprile 2020).
Prezzi della carne di maiale questa settimana ai massimi (+200% rispetto al marzo 2020).
Prezzi dello zucchero questa settimana (+95% rispetto al marzo 2020).
Prezzi del legname questa settimana ai massimi (+464% rispetto al marzo 2020).
Prezzi del caffè questa settimana ai massimi (+58% rispetto al giugno 2020).
Prezzi dell'alluminio questa settimana (+70% rispetto al giugno 2020).
Prezzi del rame questa settimana ai massimi storici (+112% rispetto al giugno 2020).
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L'energia elettrica in Germania (forward baseload Calendar 22) tocca il massimo storico a 59,10 €/MWh.
Questo perché i prezzi della CO2 sono anch'essi ai massimi storici (48 €/T) e quelli del carbone stanno salendo molto (sono tornati ai livelli del 2019 a 76 $/T).
In Germania si produce ancora utilizzando tanto carbone e lignite (vedi grafico), il che comporta la necessità di acquistare permessi di emissione CO2, che costano sempre di più.
Per capire cosa significano i prezzi record della CO2 serve questo grafico. In giallo il margine lordo sulla vendita di un kWh di energia elettrica prodotta con gas, in rosso il margine su un kWh prodotto con carbone (scala a sinistra, in €/MWh). Il margine è calcolato
come prezzo di vendita dell'energia meno costo del gas (o del carbone) meno costo dei permessi CO2, con relative efficienze (40% carbone, 55% gas), tralasciando i costi fissi. Usando il carbone per produrre energia elettrica occorre acquistare più permessi di emissione di CO2
rispetto alla produzione a gas, perché bruciare carbone provoca maggiori emissioni di CO2. Dunque, a parità di altri fattori, l'aumento del costo della CO2 rende non profittevole l'utilizzo del carbone. Per cui le emissioni diminuiscono perché un kWh può essere prodotto
Il mercato della CO2 è l'esempio preclaro di come il perseguimento di un obiettivo pubblico (in questo caso, la riduzione delle emissioni) con meccanismi liberali, o "di mercato", cioè privati, porti con sé una serie di effetti perversi e paradossi. 1/11
L'UE è una sorta di banca centrale dei permessi di emissione: è infatti l'UE che fissa i tetti massimi di emissione e istituisce poi le aste in cui i soggetti obbligati si devono approvvigionare. Più i tetti massimi di emissione per anno sono bassi, meno permessi sono
messi all'asta: di conseguenza, tendenzialmente il prezzo dei permessi ad emettere si alza.
L'idea è proprio che il costo di emettere CO2 debba diventare talmente alto da renderlo non conveniente rispetto alla alternative (ad esempio utilizzare l'energia eolica anziché
Questi ultimi mesi hanno evidenziato, ancora una volta e assai più di prima, come nel discorso pubblico si viva in un eterno e fibrillante presente, dove la storia è completamente rimossa.
Ogni fatto viene presentato come nuovo, gravido di implicazioni oscure per il futuro, ignoto nell'origine e negli sviluppi.
Ogni avvenimento è terreno dello scontro tra Bene e Male, ogni battaglia è quella decisiva, ogni soggetto porta con sé i simboli di una appartenenza
totale e radicale, ogni vittoria, piccola o grande, è un colpo mortale agli "altri".
Come se non fossero mai esistiti millenni di civiltà, di storia, di letteratura, di arte, di cultura. Come se non fosse già tutto avvenuto e già tutto scritto. Come se dovessimo
Interessante studio che punta a dimostrare che gli investimenti nel #GreenNewDeal attenueranno le diseguaglianze sociali.
Viene presa come misura la riduzione del coefficiente di Gini. 1/n
Lo studio mostra che gli investimenti c.d. "verdi" hanno un ritorno e che il finanziamento pubblico è fondamentale non solo per sostenere l'economia ma anche per dare ad essa una inclinazione sociale.
Infatti, al 2030 si stima in Italia +90.000 posti di lavoro, 2/n
riduzione del coefficiente di Gini del 1% e aumento del PIL di 0,9%.
Tutto molto bello.
Questo però in presenza di TUTTE le misure indicate nello studio, che sono un mix di incentivi e disincentivi.
L'effetto disaggregato delle misure può essere, al contrario, depressivo 3/n
I vari piani di transizione energetica, tra cui quello dell'Unione Europea, sono irrealizzabili, semplicemente folli, costosi oltre ogni dire.
Il millantato supporto del #RRF una goccia nel mare di finanziamenti che sarebbero necessari nella realtà.
In una economia già oltre i livelli di guardia quanto a indebitamento, considerati i disastri economici che stanno per arrivare, i piani saranno presto accantonati e le fonti convenzionali ci faranno compagnia ancora per tanto tempo.
I prezzi delle commodity tradizionali sono destinati a salire, considerato che l'offerta è diminuita di molto, sia perché molte compagnie legate al petrolio e al gas, soprattutto negli USA, sono fallite a seguito dei lockdown, sia per la concertata...