L'unico modo per incidere sulle dinamiche oggettive è avere una diffusa coscienza politica che permetta potere istituente.
Ciò è impedito dai media di massa e dall'industria dell'entertainment.
Il lavoro salariato, la disoccupazione, l'immigrazione e i monopolio (bio)tecnologici fanno il resto.
La resistenza passiva deve partire diffondendo l'ideale di uomo che non usa tecnologia digitale se non come strumento/arma, che non consuma informazione sui media di massa.
L'ultimo uomo deve parlare la lingua madre usandone le categorie in senso classico riuscendo negli ambienti ostili a confondersi nell'anonimato passando per un anticonformista "conforme".
Lo spirito di scissione deve essere esercitato mettendo sempre in dubbio la finta
dialettica mediatica.
La profonda conoscenza delle scienze sociali lo distingue dai "critici stramboidi".
Quando non deve mimetizzarsi porta jeans e maglietta bianca.
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Le basi: l'umanità non fa niente, esiste. La Storia è fatta dalla dialettica politica. Col capitalismo la dialettica politica è sovrastrutturata alla dialettica economica.
Quindi: non esiste la tecnologia umana, nella storia si concreta la tecnologia della classe dominante
Far credere che esiste un obiettivo comune, un bene comune, e un nemico comune a tutta l'umanità è ideologia della classe dominante, e giustificazione morale del ruolo guida della classe dominante; che conosce, vede e capisce cose a cui la plebaglia non può
arrivare, e per cui, purtroppo purtoppissimo, l'élite illuminata deve decidere per la massa di plebei scorreggioni.
Il modo più veloce per la classe dominante di ridurre l'inquinamento umano è ridurre l'umanità; o meglio la subumanità. Sterminando i poveri si elimina la povertà.
Per capire la meraviglia del gatekeeping della destra alla sinistra globalista, ricordo ai fascionostalgici che il "complotto giudaico-bolscevico" fornisce tre efficacissimi strumenti di censura alla finanza piddina:
1- permette di far passare l'ideologema giudeo=capitalismo=
@borghi_claudio@xissur3@liberomondo2016@Marko_Morandi@giangoSGV Da un punto di vista di equità individuale, i sostenitori del contributivo hanno buoni argomenti. Ma un sistema pensionistico va giudicato come tale, come sistema, appunto, non nel caso individuale. Un sistema contributivo richiede, ancora più di quello retributivo, la piena
I (neo)liberisti fondano in senso positivista l'economia sulla psicologia, negando il senso stesso della questione morale e della giustizia, relegata a mera giustizia commutativa, ovvero legale-amministrativa.
Infatti per i liberisti il sistema giusto è un sistema
Bene. Il moralismo nasce dalla condanna dei ricchi verso i poveri, che non sono tali perché il sistema è iniquo, ma sono poveri perché pieni di vizi che non permettono loro di adattarsi al sistema "commutativamente" giusto.
No, alla fine lo stabilisce solo la ragione, se è possibile un dialogo libero. Il problema non era che Lysenko diceva assurdità, ma che queste erano imposte come verità di Stato.
La razionalità si dà nella storia, ma non per questo cessa di essere razionale.
Storia e filosofia sono due intrascendibili (ce ne sono altri, ovviamente: verità, bellezza, giustizia, eccetera): pensare di poterne usare uno per spiazzarne un altro è una mossa tentata un'infinità di volte, ma che non va da nessuna parte.
Per esempio, quando il post-modernismo accusa questa o quella branca della cultura di essere "solo" un "costrutto sociale", non può evitare che la medesima accusa venga rivolta a lui stesso. E poi? Noi siamo esseri sociali: i nostri meri "costrutti" a quale "roccia sotto la neve"
La letteratura liberale è chiara da due secoli sul punto: Malthus e Darwin sono i capisaldi dell'organizzazione sociale liberale.
L'economicismo del laissez faire, del free trade, del gold standard è solo fumo negli occhi: è il modo con cui la borghesia
@ary_anna@Luca_Mussati concepisce e realizza la visione elitista, classista, della società.
Attali non dice nulla di nuovo.
Lo dicevano prima i nazi, che non facevano altro che ripetere ciò che già dicevano da un secolo i liberali britannici e statunitensi.
@ary_anna@Luca_Mussati A leggere la presunta biopolitica di Attali si nota - almeno per i chierici - l'ideologia marginalista in tutto il suo splendore.
Si notano il darwinismo sociale di Spencer e l'efficientismo di Pareto.