Salve Johannes. Prima di tutto grazie dell’invito.
Non ho ancora compreso come mai vuoi parlare con me. Prima ancora che con mio marito, intendo.
O forse capisco perfettamente.
Sei stato fulminato dalla mia bellezza e dalla mia intelligenza.
Come lo fu Ottaviano.
«Sicuramente. E anche dalla tua modestia.
Comunque, conoscendo la grandezza di tuo marito Ottaviano (meglio specificare quale marito) volevo conoscere la “grande donna che c’è sempre dietro a ogni grande uomo”.
Credo sia una frase della scrittrice Virginia Woolf».
Cos’è, una concessione di Natale? Ma che stai a dì? Come se una donna non potesse essere una grande donna anche da sola.
E poi qualcosa del genere lo dicevamo anche noi. "Dotata animi mulier virum regit"."Una donna dotata di coraggio (di spirito) sostiene (consiglia) il marito".
«Scusa, non era mia intenzione offenderti.
Ho pensato a te perché sei una figura molto controversa. Ho letto molto della tua vita, ma non ho ancora capito quale delle tue personalità abbia prevalso.
Quella mite, amorevole e saggia o quella ambiziosa, sanguinaria e crudele».
Te lo devo dire io o lasciamo giudicare ai tuoi lettori? Ricorda che ho vissuto a lungo e quindi sarà difficile condensare il tutto in pochi tweet.
Ci possiamo provare e vediamo fin dove arriviamo. Tralasciando i convenevoli, da dove possiamo cominciare?
Inquadrando il periodo?
«Va bene. Sei nata a Roma il 30 gennaio del 58 a.C. figlia di Marco Livio Druso Claudiano, membro dell’influente gens Claudia, e di Alfidia.
Cresciuta nel periodo che segna il passaggio dalla Repubblica all'impero.
Tuo padre si opponeva a Giulio Cesare parteggiando per Bruto».
Cominciamo bene Johannes.
Mi verrebbe voglia di chiudere la discussione e andarmene.
Se convochi qualcuno almeno preparati. Non sono nata il 30 gennaio del 58 a.C., ma prima o dopo.
Non è cosa da poco.
E’ una data importante per la storia.
La mia nascita, intendo.
«Scusa Livia, ma tutti riportano il 30 gennaio.
E’ scritto da tutte le parti.
Anche su una voce autorevole come Wikipedia.
C’è proprio scritto così.
Livia Drusilla Claudia; nata a Roma30 gennaio 58 a.C.
Non me lo sono inventato».
Ascolta. Lo saprò ben io quando sono nata.
Dimmi.
Quale calendario era in vigore in quegli anni a Roma? Dopo quello di Romolo, intendo.
Che era diviso in 10 mesi, da a Marzo a Dicembre. In totale 304 giorni.
Che accadde nel 713 a.C.?
Cosa fece Numa Pompilio?
«Aggiunse i due mesi mancanti, gennaio e febbraio. Per la superstizione romana sui numeri pari, tutti i mesi avevano un numero di giorni dispari.
Tranne febbraio che aveva 28 giorni. Ultimo mese dell’anno. In quanto pari e quindi sfortunato era dedicato a riti di purificazione»
E questo fino al 45 a.C. quando entrò in vigore il Calendario giuliano.
Ricapitolando. Nel 58 a.C., anno della mia nascita, era in vigore il calendario di Numa Pompilio in cui Gennaio aveva 29 giorni.
Quindi non posso essere nata il 30 gennaio.
Non ci voleva molto.
«Va bene Silvia. Non sei nata il 30 gennaio del 58 a.C. Andiamo avanti.
Dopo la morte di Giulio Cesare, a sedici anni, sposasti tuo cugino Tiberio Claudio Nerone.
Anche lui faceva parte dei congiurati, in lotta contro Ottaviano».
Giusto.
Dopo la sconfitta nella battaglia di Filippi, dove mio padre si suicidò, fummo costretti a fuggire da Roma riparando prima in Sicilia e poi in Grecia per una lista di proscrizione messa in atto da Ottaviano.
Durò poco. Un anno dopo ci fu l’amnistia.
«Tornaste a Roma.
Dove comandava Ottaviano.
Un nobile della gens Giulia, nipote di un usuraio di Velletri.
Poca roba, ma sua madre era figlia della sorella di Giulio Cesare.
In quel periodo divideva il potere con i triunviri Marco Antonio e Lepido»
Lo incontrai e fu amore a prima vista.
Per Ottaviano intendo. Tanto che lui andò da mio marito e gli disse: “Claudio, non posso vivere senza tua moglie. Hai dieci giorni di tempo per divorziare”. Chiaro, preciso, senza tentennamenti. Mio marito obbedì. E mi diede anche una dote.
«Scusa Livia, tu la fai facile. E’ un tantino più complicata la cosa.
Tu eri sposata con Claudio Nerone, ma anche Ottaviano era sposato con Scribonia.
E hai dimenticato di dire che aspettavate entrambe un figlio dai vostri rispettivi mariti.
Che diavolo voleva Ottaviano?»
Non pensavo fosse così importante.
Sì, in un giorno d’estate del 38 a.C. Ottaviano spedì una lettera alla moglie Scribonia in cui la ripudiava.
Dieci giorni dopo lei partorì Giulia, figlia di quello che di lì a poco sarebbe diventato il mio nuovo marito, Caio Ottaviano.
«Tre giorni dopo aver dato alla luce il tuo secondo figlio, Druso.
Tiberio Claudio Nerone, tuo ex marito, oltre alla dote presenziò anche al tuo matrimonio.
Non essendo un ladro di bambini Ottaviano lasciò a Claudio tuo figlio Druso. L’altro tuo figlio, Tiberio, venne con te».
Come vedi niente di complicato.
Tra il tramonto della Repubblica e l’alba dell’Impero le due famiglie più potenti di Roma, la Giulia e la Claudia si unirono.
Il prestigio di Ottaviano non veniva più dallo zio Augusto. Aveva sposato me, un donna dei Claudi. Un prestigio immenso.
«Quello che fece Ottaviano con Claudio lo possiamo definire il “ratto della Sabina” visto che la tua famiglia veniva appunto da quel territorio.
Comunque la storia del colpo di fulmine lascia un po’ a desiderare.
Conveniva a entrambi. Confessa».
Lo ammetto.
E dopo la morte di Marco Antonio, Ottaviano completò il passaggio dalla Repubblica all’Impero. Diventato dittatore e proclamato Augusto toccava a me tessere la tela che avrebbe portato mio figlio Tiberio a diventare Imperatore.
«Già. Era quello il tuo scopo.
Ma c’era un problema.
Per niente piccolo.
Il parentado imperiale era qualcosa di contorto.
Con zii, cugini e fratellastri che si sposavano tra di loro, Tiberio aveva poche speranze di diventare Imperatore.
A meno di…»
So dove vuoi arrivare.
Vuoi accusarmi di aver tolto di mezzo tutti quelli che avrebbero potuto ostacolare l’ascesa di mio figlio Tiberio al trono imperiale.
Scommetto che hai letto quel bugiardo di Cassio Dione Cocceiano.
Comunque è tutto da dimostrare.
«Certo.
Scusa Livia Drusilla, ma siamo andati lunghi. Affronteremo questo discorso un altro giorno.
In fondo sei stata sposata con Augusto per cinquantadue anni e sei morta all’età di ottantasei anni.
Una vita piuttosto lunga.
Una vita, tutta da raccontare.

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8 Jun
«Salve Livia. Ieri sera (qui bit.ly/3cktLHV) abbiamo raccontato la tua vita fino al matrimonio con Ottaviano. Divenuto in seguito Augusto.
Inizi da questo momento a tessere la tua tela.
Filo dopo filo. Il tuo fine?
Portare tuo figlio Tiberio sul trono imperiale».
Vedo che insisti.
Quello storico bugiardo ha scritto di “venefici assurdi” e “intrighi romanzeschi”.
Non potendomi accusare di infedeltà e dissolutezza è andato sul criminale.
Chissà quanta gente ho assassinato.
Sicuramente tutti quelli che intralciavano il mio disegno.
«O per vendetta.
Vogliamo parlare del tuo ex marito Tiberio Claudio Nerone?
Ti aveva ceduta a Ottaviano dandoti pure una dote.
Non si era battuto per difenderti.
Però dai, che poteva fare, opporsi e morire all’istante?
Morì nel 33 a.C.
Sai qualcosa del veleno che ingerì?»
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4 Jun
E il viaggio continua.
Il viaggio di queste piccole Spoon River – come qualcuno ha definito questi libri – non poteva non fare tappa in quella che è una miniera inesauribile di emozioni e buoni sentimenti. Lo sport.
Carlo Lucarelli @CarloLucarelli6 ha scritto che «scocca una scintilla, quando un narratore incontra una storia», soffermandosi sulle emozioni che una storia può produrre.
È vero. E, quando questo accade, quella voglia di raccontare e di produrre scintille, non ti abbandona più.
Grazie a @peoplepubit @civati @stefanocatone @sfocature per aver realizzato l’ennesimo sogno.
Read 6 tweets
3 Jun
Sei settimane fa mi hanno dato per morto.
Vi assicuro che è una cosa strana leggere sui giornali della propria dipartita, soprattutto se sei ancora vivo e vegeto, seppur in un letto d’ospedale.
Naturalmente, ho dovuto smentire la notizia.
Male stavo male, ma almeno aspettare l’ultimo mio respiro, via!
A dire la verità ci sono andati vicini, perché oggi, 22 dicembre 2016, è successo veramente.
Sono morto all’ospedale di Toronto, a causa di un’insufficienza respiratoria.
È strano che siano stati proprio i polmoni a fermarmi.
Alcuni giornali hanno scritto che avevo settantadue anni, perché nato nel 1944.
Altri giornali hanno scritto invece che sono nato nel 1938.
Volete sapere una cosa?
In realtà, nessuno conosce la mia data di nascita.
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24 May
Zitto Johannes. Con me non funziona il botta e risposta che fai di solito con gli altri. Raccontando di Claudio, mio marito, hai riportato la frase del tribuno mentre mi uccideva. “Se la tua morte sarà pianta da tutti i tuoi amanti, allora piangerà mezza Roma!". È ora di finirla.
Vuoi sapere qualcosa di me? Siediti e ascolta.
Ne ho le scatole piene di gente che parla male della sottoscritta.
I vostri storici moderni hanno riabilitato tutti.
Da quel pusillanime di mio marito Claudio, a Nerone e persino Caligola.
Perché non hanno riabilitato anche me?
Su Wikipedia c’è scritto: “Valeria Messalina imperatrice, consorte dell'imperatore Claudio”.
Perché alla voce Claudio imperatore non c’è scritto “consorte dell’imperatrice Messalina l’Augusta?”.
Ho un vago sospetto.
Tra l’altro il titolo di Augusta mi spettava.
Read 25 tweets
21 May
Non è giusto Johannes. Non è giusto.
Non eri tu che usavi la Macchina del Tempo?
Magari la possiamo utilizzare per rivedere quello che è veramente successo.
Mi ci vorrebbe proprio qualcosa del genere.
Tornare a quel momento. A quell’ingiustizia.
«Non ho capito Diodoro.
Vorresti rivedere cosa accadde esattamente in quel frangente?
Quello che alla fine causò la tua morte?
E una volta appurato?
Niente e nessuno può cambiare un risultato.
Alla fine le proteste sono praticamente inutili».
Le proteste saranno pure inutili, ma quel Summa Rudis era un corn….bip.
Inutile Johannes che metti il bip.
Il Summa Rudis era un ex gladiatore che una volta andato in pensione iniziava a fare l’arbitro nei combattimenti.
Un arbitro Johannes.
Quindi posso dire corn…bip.
Read 21 tweets
13 May
«Salve Gaio.
Ieri sera (bit.ly/3y8BXUY) abbiamo raccontato che una volta approvata la tua legge, che concedeva ai plebei le terre dei Galli, accadde qualcosa di grave.
Si avverò una delle sventure profetizzate dal Senato. Le tribù galliche si rivoltarono contro Roma».
E il Senato diede la colpa a me. Assurdo.
Delle loro profezie fregava niente.
Come ti ho detto ai loro dei non credevo, figuriamoci alle profezie dei loro aruspici.
Sai, quei sacerdoti che prevedevano il futuro osservando le viscere degli animali sacrificati.
Stupidaggini.
«Stupidaggini, certo. Ma avevano previsto la ribellione dei Celti, o Galli come li chiamavate. Fu gioco facile scatenare il popolo contro di te.
La cosa era seria. Nella capitale Mediolanum erano confluiti migliaia di Celti. Partiti alla volta di Roma avevano assediato Rimini».
Read 25 tweets

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