Non è giusto Johannes. Non è giusto.
Non eri tu che usavi la Macchina del Tempo?
Magari la possiamo utilizzare per rivedere quello che è veramente successo.
Mi ci vorrebbe proprio qualcosa del genere.
Tornare a quel momento. A quell’ingiustizia.
«Non ho capito Diodoro.
Vorresti rivedere cosa accadde esattamente in quel frangente?
Quello che alla fine causò la tua morte?
E una volta appurato?
Niente e nessuno può cambiare un risultato.
Alla fine le proteste sono praticamente inutili».
Le proteste saranno pure inutili, ma quel Summa Rudis era un corn….bip.
Inutile Johannes che metti il bip.
Il Summa Rudis era un ex gladiatore che una volta andato in pensione iniziava a fare l’arbitro nei combattimenti.
Un arbitro Johannes.
Quindi posso dire corn…bip.
«No, Diodoro, niente parolacce. Così non va bene. Forse è il caso di chiarire esattamente il contesto.
Ti chiami Diodoro e sei un gladiatore.
Ho capito bene?
E ti stai lamentando di una decisione arbitrale che ti avrebbe danneggiato. In modo irreparabile».
Esatto. Che cima che sei. Una faina proprio.
Sì, sono un gladiatore. O meglio, lo sono stato.
E quella decisione durante lo scontro con Demetrio non mi è proprio andata giù.
Ci ho rimesso la vita capisci? Per un errore arbitrale.
«Eravate due gladiatori.
Ho letto quel simpaticone di Giovenale.
I gladiatori “trucidavano il rivale secondo le indicazioni che la plebaglia scalmanata decretava col movimento del pollice”.
Pollice giù voleva dire morte, pollice su la salvezza».
Senti Johannes. So perfettamente che sei a conoscenza che quella è bufala. Vuoi mettermi alla prova?
Quella del pollice è una vostra invenzione.
Pollice su, pollice giù. Ma dai.
Ma come vi è venuto in mente di mettere in giro certe fake news.
«Non volevo metterti alla prova.
Comunque credo che la bufala del pollice sia nata osservando un quadro.
Esattamente “Pollice verso” dell'artista francese Jean-Léon Gérôme, conservato a Phoenix in Arizona.
Un olio su tela del 1872».
Ignoranti. Il pollex versus era riferito al pollice all'insù. Per indicare al gladiatore di sguainare la spada e uccidere l’avversario.
Accadeva, ma molto di rado.
Lo sconfitto veniva quasi sempre risparmiato.
Con quello che costava.
Era un vero e proprio investimento.
«Vero. Per il lanista era proprio così.
Il più famoso è stato Quintus Lentulus Batiatus, proprietario della palestra dove i gladiatori romani imparavano l'arte della “Gladiatura”.
Nella sua palestra di Capua iniziò la rivolta del gladiatore Spartaco nel 73 a.C.
Non cambiare discorso. Torniamo a noi.
Quel giorno avevo un combattimento contro il gladiatore Demetrio.
Il Summa Rudis, o l’arbitro come lo chiamate voi, si chiamava Aelius. O forse Thelonicus, non ricordo.
C’erano tutti i miei tifosi a vedere lo scontro.
«Già. Voi gladiatori avevate delle vere tifoserie.
“Ave Caesar! Morituri te salutant! la frase latina che voi gladiatori indirizzavate all'imperatore.
C’è da dire che le gladiatrici avevano più tifosi.
Penso ad Amazon e ad Akillia, raffigurate sulla stele di Alicarnasso».
Non stai facendo una bella figura Johannes.
Non erano i gladiatori a pronunciare la frase “Ave Caesar! Morituri te salutant!”, ma i condannati a morte.

E le "foemine" furono bandite dai combattimenti gladiatori nel 200 d.C. da un editto di Settimio Severo.
«Ok. Quindi tu asserisci di aver subito un enorme torto dal Summa Rudis durante lo scontro con il tuo avversario.
Se non ricordo male l’arbitro ai tuoi tempi indossava una tunica bianca con bordi viola e usava una specie di manganello per indicare i movimenti illegali».
Si vede chiaramente sulla stele che avete ritrovato ad Amisus.
Sono stati i miei tifosi a raccontare come sono andate le cose.
“Dopo aver sconfitto il mio avversario Demetrio non lo uccisi immediatamente. Il fato e lo scaltro tradimento del summa rudis mi uccisero”.
«I tuoi tifosi? Attendibili? Di regola il tifoso ha la tendenza a non essere obiettivo.
Comunque le regole erano chiare.
Un gladiatore atterrato poteva chiedere la grazia al summa rudis.
Il quale la chiedeva a colui che finanziava i giochi.
Che poteva concederla o negarla».
Giusto. Poteva capitare anche che l'atterramento fosse fortuito e non causato dal gladiatore avversario.
In quel caso il summa rudis doveva intervenire e permettere al gladiatore atterrato di rialzarsi e riprendere a combattere.
Regole chiarissime, come vedi. Invece con me...
«Le regole erano chiare, ma dici che non furono applicate nel tuo caso.
Durante il combattimento avevi abbattuto e disarmato Demetrio.
Quando lui chiese la grazia arretrasti in attesa del giudizio.
Non era caduto accidentalmente. Lo avevi atterrato tu. Era tua la vittoria».
Già. Invece il summa rudis, l’arbitro, considerò diversamente l’accaduto.
Caduta accidentale disse.
Sono stato costretto a riprendere il combattimento. Avendo la peggio. Troppe le ferite riportate.
Sono morto nell’arena. Ti assicuro, ingiustamente.
«Peccato non poter rivedere quello scontro.
Noi oggi nei giochi utilizziamo uno strumento che ci permette di controllare proprio questo tipo di errori. Una specie di moviola dove si possono rivedere tutti gli episodi al rallentatore. Più volte».
È bello sapere che certe ingiustizie non possono più accadere.
Con uno strumento del genere immagino non ci siano più discussioni. Niente più polemiche, niente più bisticci, niente di niente. Beati voi.

Perché quella faccia, Johannes? Tutto bene?

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13 May
«Salve Gaio.
Ieri sera (bit.ly/3y8BXUY) abbiamo raccontato che una volta approvata la tua legge, che concedeva ai plebei le terre dei Galli, accadde qualcosa di grave.
Si avverò una delle sventure profetizzate dal Senato. Le tribù galliche si rivoltarono contro Roma».
E il Senato diede la colpa a me. Assurdo.
Delle loro profezie fregava niente.
Come ti ho detto ai loro dei non credevo, figuriamoci alle profezie dei loro aruspici.
Sai, quei sacerdoti che prevedevano il futuro osservando le viscere degli animali sacrificati.
Stupidaggini.
«Stupidaggini, certo. Ma avevano previsto la ribellione dei Celti, o Galli come li chiamavate. Fu gioco facile scatenare il popolo contro di te.
La cosa era seria. Nella capitale Mediolanum erano confluiti migliaia di Celti. Partiti alla volta di Roma avevano assediato Rimini».
Read 25 tweets
12 May
Sono sorpreso Johannes. Non capisco perché vuoi parlare con me. Sui libri di storia solo un accenno sul mio conto, solo per dire che sono stato sconfitto da Annibale nella battaglia del lago Trasimeno.
Solo quello. E niente più.
Hai letto cosa dicono di me gli storici?
«Sì. Ho letto Polibio e Livio.
Hanno usato parole sprezzanti nei tuoi confronti. Hanno scritto che hai sottovalutato il genio militare di Annibale.
Una domanda.
Molti altri generali sono stati sconfitti da Annibale, perché Polibio e Livio hanno disprezzato solo te?»
Hai ragione Johannes. Non hanno scritto le stesse parole sdegnose su Publio Cornelio Scipione, sconfitto e ferito nella battaglia del Ticino.
Neppure su Tiberio Sempronio Longo, sconfitto da Annibale nella battaglia della Trebbia.
Per non parlare dei generali sconfitti a Canne.
Read 24 tweets
6 May
Scusa Johannes. Hai parlato con Nerone prima e con Caligola poi. E io chi sono? Sono forse un Imperatore minore rispetto agli altri?
Faccio parte anch’io della dinastia giulio-claudia e quindi non capisco perché non hai ancora raccontato la mia storia.
«Niente di personale Claudio.
Ti volevo lasciare per ultimo perché sei la dimostrazione che dare giudizi su una persona senza conoscerla a volte è sbagliato.
Che non si giudica qualcuno solo dal curriculum o dal titolo di studio.
E nemmeno dal numero di follower».
Questo è vero. Nessuno mi considerava.
Essere insignificante, balbuziente e claudicante, anche se unico maschio adulto della dinastia giulio-claudia, ero stato messo in disparte.
Deriso e sbeffeggiato da mio nipote Caligola.
A proposito. Cosa diavolo sono i follower?
Read 25 tweets
4 May
Che ci faccio in questo luogo di dolore?
La logica conclusione, caro Johannes, dopo una vita passata a lottare contro i mulini a vento. Perché nessuno mi vuole dare retta? So di aver ragione, ne sono certo. Sto impazzendo per questa cosa.
Perché mi hanno rinchiuso in manicomio?
«Converrai che la situazione ormai era critica.
I tuoi familiari non avevano scelta.
Ti sei messo a distribuire volantini con accuse ai tuoi colleghi un tantinello eccessivi, non credi?
Li hai definiti assassini.
Un modo strano per farti ascoltare».
Sono assassini.
Scrivi. Oggi, 13 agosto 1865, nel letto di un manicomio, Ignác Fülöp Semmelweis dichiara che quei medici sono assassini.
Senti Johannes.
Ci siamo presentati con una stretta di mano.
Hai lavato le mani prima, vero?
Read 25 tweets
2 Apr
In questi giorni avrei dovuto festeggiare il mio trentesimo compleanno. Peccato.
Oggi, 2 aprile, è comunque una data importante.
Certo, non come un compleanno, sapete, quella cosa con torta e candeline.
Oggi, 2 aprile, sono nove anni esatti che sono morta.
Niente torta di compleanno e niente fiori al mio funerale. Non doveva andare così, non è giusto.
Come non è giusto essere costretti a lasciare la propria terra alla ricerca di un sogno.
Il mio? Una lunga storia. Iniziata con uno sparo in un giorno d’agosto del 2008.
Uno sparo. E poi avevo sentito solo l’urlo della folla.
Non avevo nemmeno lasciato i blocchi che le altre erano già lontane.
Ed ero ancora in curva quando loro già riposavano dopo il traguardo.
Io ultima, anzi, ultimissima.
Eppure negli ultimi 50 metri era accaduto qualcosa.
Read 21 tweets
29 Mar
Il 25 marzo scorso Venezia ha compiuto 1600 anni.
La sua nascita viene raccontata in “Chronaca Altinate”, anche se la data non è storicamente provata.
Ma non è importante per l’impresa che sto per raccontarvi.
Una delle più grandi di Venezia, forse la meno conosciuta.
Era il dieci dicembre del 1438.
Un rumore sordo tra i boschi del Trentino con i taglialegna che stanno avanzando, senza conoscere ostacoli. Gli alberi che cadono uno dietro l'altro.
Cosa sta accadendo? Di cosa stiamo parlando?
Per comprenderlo, dobbiamo fare un passo indietro.
Al 1410, quando la Repubblica di Venezia sa di essere una potenza nel mare (Stato da Mar), ma comprende anche che l’impero bizantino prima o poi cadrà sotto le lame degli Ottomani.
Ha un sacco di interessi commerciali e monetari in Oriente e appoggia la resistenza bizantina.
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