SPAZIO PUBBLICO E RIGENERAZIONE URBANA: quale concezione del valore? 👇👇👇
A Bologna, alla vigilia delle elezioni locali, l’amministrazione comunale guidata dal Pd ha approvato in tutta fretta e senza alcun dibattito pubblico un accordo con Cassa depositi e prestiti Immobiliare relativo a tre ex caserme.
In tutti e tre i casi descritti, emerge come usi e opere destinati alla collettività vengano dimenticate a favore di progetti per la costruzione di abitazioni, edifici direzionali e commerciali. Si tratta della morte dello “spazio pubblico”: rivisteweb.it/doi/10.1424/97…
Perché una città aperta possa svilupparsi, servono una molteplicità di infrastrutture, fisiche e immateriali, formali e informali, alcune da sviluppare, mentre altre devono solamente essere riconosciute nella loro funzione pubblica
Occorre, però, mettere a fuoco la “concezione del valore” (pubblico) che è sottesa a queste operazioni di “rigenerazione privatizzante”. Per esempio, si legge nel pezzo citato, ci sono altri beni pubblici per i quali il Comune è disposto a spendere
È il caso dello stadio, per la cui ristrutturazione il Comune parteciperà con una quota di quaranta milioni di euro. Un impegno estremamente rilevante, del tutto inedito rispetto al totale disinvestimento verso molti beni di proprietà comunale
Occorre quindi rimettere al centro del dibattito pubblico il tema del “valore”. Cosa vale? E perché? Tema trattato in “Missione economia” da @MazzucatoM
La ricchezza materiale e civile di una collettività dipende da più dimensioni (monetarie, ambientali, tecnologiche, civiche, etc.) e queste dimensioni a loro volta sono frutto dell’azione di diversi attori e istituzioni.
Il valore, in altri termini, dipende dagli assetti di potere. Per questo servono nuovi diritti di uso e proprietà dei beni, modelli di “voice” sugli asset collettivi, titolarità dei poteri e accesso ai saperi e alle risorse produttive equo ed equilibrato.
Va ripensata la partnership (sorella dei processi di rigenerazione): occorre passare da relazioni “parassitarie” o “cosmetiche” a relazioni “simbiotiche”, basate sul mutuo riconoscimento (anche conflittuale) di obiettivi diversi.
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Bezos nello spazio, ci ricorda questa celebre frase. Certo il problema della povertà non si risolve con le risorse del turismo spaziale. Ma la povertà è una conseguenza (anche) dei rapporti di forza tra Capitale e Lavoro, della distribuzione di reddito e ricchezza.
Amazon e Bezos sono un caso di scuola: il plurimiliardario in questione ha accumulato una fortuna immensa, per sua stessa ammissione grazie al duro lavoro dei suoi dipendenti.
1/ Interessante tweet di @brusco_sandro che riprende i dati delle dichiarazioni dei redditi 2019 del MEF ed analizzati dall'Osservatorio CPI.
Nel dettaglio un salario di 21,1k € corrisponde a poco più di 1,3k € netti mensili per un single senza figli.
2/ E qua arriva il primo problema. Secondo i calcoli di uno dei maggiori ricercatori economici sulle ineguaglianza in Italia, la povertà ASSOLUTA in un'area metropolitana è fra gli 800-830€ nel centro-nord per un single senza figli.
3/ Credo che sia chiaro a tutti che quando la distanza fra il salario e la povertà assoluta è solo 500€ basta qualsiasi evento straordinario, come il banale dentista, per entrare in crisi se non si è dentro una rete di protezione familiare.
La teoria economica neoclassica non ha mai prestato particolare attenzione alla distribuzione delle risorse. I teoremi dell’Economia del Benessere, che ne costituiscono la parte normativa, si concentrano sull’allocazione di risorse.
Il vero problema, quindi, non sarebbero le disuguaglianze ma la povertà. Un concetto ripreso recentemente dagli alfieri del libero mercato, che sostengono che la ricchezza, poiché può essere creata, non è un gioco a somma zero.
Uno dei padri nobili di questa posizione è il premio Nobel Lucas, padre della macroeconomia neoclassica. Per Lucas, concentrarsi sulla distribuzione delle risorse è una delle tendenze più dannose nel campo dell’economia.
C'era da immaginarselo: lo sblocco dei licenziamenti si sta tramutando in una carneficina, pure senza ammortizzatori come la CIG.
In questa situazione c'è pure chi sostiene che i problemi del mercato del lavoro sono dal lato dell'offerta, che si preferisce stare sul divano con 500 Euro del #RedditoDiCittadinanza. Che si vorrebbe togliere a chi già ha poco o nulla.
THREAD: LA POVERTA' COME COLPA
Qualche giorno fa il senatore Matteo Renzi ha annunciato l’intenzione di raccogliere le firme per un referendum contro il Reddito di Cittadinanza. A detta di Renzi, il RdC sarebbe diseducativo/1
Il giorno seguente Carlo Calenda ha affermato che i percettori del RdC dovrebbero svolgere lavori socialmente utili come il netturbino/2
L’idea di fondo, che ha infestato il pensiero di questi anni, è che la povertà sia in qualche modo una colpa. D’altronde già Margaret Thatcher affermava che la povertà non è mancanza di mezzi, quanto mancanza di spirito. Ma siamo sicuri sia così?/3
1.Quando un esponente di spicco del @pdnetwork come @LiaQuartapelle mette un like a un tweet del genere possiamo dire di avere un problema. Cerchiamo di capire il perchè partendo dalle fonti. @Heritage è un think tank di ultra destra vicina ai Repubblicani nytimes.com/2018/06/20/mag…
2. Il bias ideologico è talmente forte da produrre ricerche piene di errori ma ottime per catalizzare il discorso politico attorno agli interessi che @Heritage rappresenta. wri.org/insights/herit…
Vale anche per il ranking sulla libertà economica.
3. Qualcosa da dire su questi ranking l'ha avuta @zeithistoriker. @Heritage ha una visione della libertà economica sintetizzabile nella libertà dell'impresa di fare ciò che vuole: non esistono problemi ambientali e tantomeno diritti sociali e politici. theguardian.com/commentisfree/…