Troppo spesso la vulgata corrente sostiene che gli strumenti di supporto al reddito siano uno spreco di risorse che distorce il mercato del lavoro - dalle welfare queen di Reagan fino ai divani di alcuni esponenti politici nostrani.
In realtà questa è una visione ideologica che sembra voler vittimizzare la povertà e la disoccupazione come colpe individuali, non tenendo conto dell'evidenza empirica sull'importanza degli strumenti di welfare.
Una recente ricerca spiega come, in recessione, degli adeguati strumenti di sostegni al reddito possano avere consistenti effetti di stimolo fiscale. Per le famiglie con problemi di liquidità, il reddito aggiuntivo viene usato per finanziare il consumo. blogs.lse.ac.uk/covid19/2021/0…
Il taglio degli strumenti di welfare - come potrebbe essere il RdC - hanno invece effetti perversi ed un moltiplicatore negativo di 1.8 --> per ogni euro di reddito inferiore si perde 1.8 euro di output. Significa togliere risorse non solo ai disoccupati ma alle aziende.
Dunque investire di più sugli strumenti di welfare avrebbe un effetto migliore di generici tagli fiscali - che non essendo mirati comprendono fasce di popolazione più ricche e meno sensibili ad aumenti di reddito e minore propensione marginale al consumo.
Ed anche per quel che riguarda i tagli fiscali alle imprese - il classico rimedio della destra - non c'è una solida evidenza che abbiano un effetto maggiore di 0 su crescita e occupazione
La posizione in favore dei tagli fiscali e contro il welfare, dunque, ci pare la cartina di tornasole di una posizione ideologica: quel famoso neoliberismo che per molti non esiste ma continua a guidare le proposte di politica economica della destra, nelle sue varie forme.
Il welfare dunque non è uno spreco di risorse. I tagli hanno effetti negativi sulla crescita economica e non producono effetti positivi sul mercato del lavoro - no, il problema non sono i fannulloni da divano. bloomberg.com/news/articles/…
Anche Biden se ne è accorto. Invece di ricominciare col trickle down e la supply side, meglio sostenere la domanda. Ed invece di tagliare i benefit per aumentare l'occupazione, la ricetta deve essere: PAY THEM MORE.
Le società avanzate hanno sempre avuto la necessità di giustificare le proprie disuguaglianze, come spiega Piketty nel suo Capitale e Ideologia.
Tra le giustificazioni adottate c’è quella dell’uguaglianza dei punti di partenza. Lo stato quindi dovrebbe appiattire il piano di partenza per permettere ai meritevoli di emergere.
In un sondaggio del 1999 la maggioranza dei cittadini in Germania e Stati Uniti si è dichiarata infatti d’accordo con il seguente statement “è giusto che un individuo possa accumulare più ricchezze se ci sono pari opportunità”
Bezos nello spazio, ci ricorda questa celebre frase. Certo il problema della povertà non si risolve con le risorse del turismo spaziale. Ma la povertà è una conseguenza (anche) dei rapporti di forza tra Capitale e Lavoro, della distribuzione di reddito e ricchezza.
Amazon e Bezos sono un caso di scuola: il plurimiliardario in questione ha accumulato una fortuna immensa, per sua stessa ammissione grazie al duro lavoro dei suoi dipendenti.
SPAZIO PUBBLICO E RIGENERAZIONE URBANA: quale concezione del valore? 👇👇👇
A Bologna, alla vigilia delle elezioni locali, l’amministrazione comunale guidata dal Pd ha approvato in tutta fretta e senza alcun dibattito pubblico un accordo con Cassa depositi e prestiti Immobiliare relativo a tre ex caserme.
In tutti e tre i casi descritti, emerge come usi e opere destinati alla collettività vengano dimenticate a favore di progetti per la costruzione di abitazioni, edifici direzionali e commerciali. Si tratta della morte dello “spazio pubblico”: rivisteweb.it/doi/10.1424/97…
1/ Interessante tweet di @brusco_sandro che riprende i dati delle dichiarazioni dei redditi 2019 del MEF ed analizzati dall'Osservatorio CPI.
Nel dettaglio un salario di 21,1k € corrisponde a poco più di 1,3k € netti mensili per un single senza figli.
2/ E qua arriva il primo problema. Secondo i calcoli di uno dei maggiori ricercatori economici sulle ineguaglianza in Italia, la povertà ASSOLUTA in un'area metropolitana è fra gli 800-830€ nel centro-nord per un single senza figli.
3/ Credo che sia chiaro a tutti che quando la distanza fra il salario e la povertà assoluta è solo 500€ basta qualsiasi evento straordinario, come il banale dentista, per entrare in crisi se non si è dentro una rete di protezione familiare.
La teoria economica neoclassica non ha mai prestato particolare attenzione alla distribuzione delle risorse. I teoremi dell’Economia del Benessere, che ne costituiscono la parte normativa, si concentrano sull’allocazione di risorse.
Il vero problema, quindi, non sarebbero le disuguaglianze ma la povertà. Un concetto ripreso recentemente dagli alfieri del libero mercato, che sostengono che la ricchezza, poiché può essere creata, non è un gioco a somma zero.
Uno dei padri nobili di questa posizione è il premio Nobel Lucas, padre della macroeconomia neoclassica. Per Lucas, concentrarsi sulla distribuzione delle risorse è una delle tendenze più dannose nel campo dell’economia.
C'era da immaginarselo: lo sblocco dei licenziamenti si sta tramutando in una carneficina, pure senza ammortizzatori come la CIG.
In questa situazione c'è pure chi sostiene che i problemi del mercato del lavoro sono dal lato dell'offerta, che si preferisce stare sul divano con 500 Euro del #RedditoDiCittadinanza. Che si vorrebbe togliere a chi già ha poco o nulla.