✅ Come la AI riconosce e tira le orecchie su Twitter ai politici distratti ✅
🔹 Le riunioni del Parlamento delle Fiandre vengono mandate in streaming su un canale Youtube. 1/n
🔹 Il flusso video viene dato in pasto a un algoritmo di intelligenza artificiale che individua gli smartpohone e riconosce il volto di chi li sta usando, associando a questo gesto una potenziale distrazione.
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🔹 A questo punto quel frammento di video viene pubblicato su un account Twitter taggando il politico apparentemente "distratto" e mettendolo, di fatto, alla gogna pubblica.
🔹 Alcune considerazioni:
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🔸🔸 è la prima volta che l'intelligenza artificiale con riconoscimento facciale viene usata "contro" il potere con la scusa del controllo della produttività dei politici, solitamente viene usata dal potere "contro" la popolazione con la scusa della sicurezza
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🔸🔸 una persona che usa uno smartphone si distrae davvero oppure lo sta usando come strumento di lavoro?
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🔸🔸 come evoluzione di "produttività politica" si potrebbe calcolare quanto tempo viene impiegato a parlare, a leggere documenti, ad ascoltare, a usare il computer, a usare lo smartphone, il tutto per determinare la percentuale di tempo produttiva e quella non produttiva.
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Attenzione però, se si decide di applicare queste logiche ai politici poi potrebbe venire la tentazione di applicarle anche nei normali posti di lavoro.
Qui l'account Twitter in questione 👉 twitter.com/FlemishScroller
✅ La città di New York pone nuovi limiti all'utilizzo che le aziende possono fare dei dati biometrici, di solito impronte digitali e riconoscimento facciale, raccolti dai loro clienti. ✅ #innovazione#ai#facialrecognition#NewYork#privacy
🔹 Sarà obbligatorio avvisare i clienti con cartelli ben visibili alla porta e spiegare loro quali dati vengono raccolti, in che modo, come vengono trattati e con quali finalità.
🔹 Le aziende interessate sono nei campi: retail, ristoranti, teatri, cinema.
🔹 È vietato rivendere o di condividere i dati con terzi.
🔹 È vietato fare business con i dati raccolti.
🔹 È vietato usare i dati in modo discriminatorio.
2) l'intervista al contagiato (per capire chi ha incontrato e dove è stato nei giorni precedenti) produce dati inesatti e parziali 3) si possono usare dati che esistono già, quelli che produciamo con i nostri smartphone, li hanno Facebook e Google
4) non dobbiamo chiedere alle big tech tutti i dati della popolazione italiana, dobbiamo chiedere due cose:
- il dato di localizzazione di UNA persona nei precedenti N giorni
- chi ha incontrato (anche senza conoscerla) quella persona in questi N giorni