Thread. Un futuro pieno di problemi minacciosi (wicked problems) e il ruolo della politica. 0/N
Emergenza climatica, demografia, concentrazione della ricchezza, squilibrio dei poteri, monopoli: il futuro è costellato da wicked problems che coinvolgono interessi contrastanti che intaccano lo status quo. corriere.it/pianeta2020/21… 1/N
La loro soluzione richiede risposte capaci di coniugare soluzioni tecnologiche, modelli giustizia sociale e ambientale, impegno individuale, consenso politico, azione amministrativa, sostenibilità ambientale e imprenditorialità. 2/N
Per questo, le soluzioni ai wicked problems non sono gestibili solo tramite approcci di ingegneria sociale “dall’alto” o di puro decentramento “dal basso”, ma richiedono un nuovo modello “ibrido” dove la programmazione centralizzata e l’azione locale si tengono. 3/N
Questa è la tesi di uno stimolante pezzo di Charles Sabel e David Victor, pubblicato sulla Boston Review nel 2020: bostonreview.net/forum/charles-…. Tra gli esempi citati, c’è il “Protocollo di Montreal. 4/N
Un trattato internazionale del 1987 e che ha messo il pianeta sulla strada per eliminare i gas che distruggono lo strato di ozono. Il protocollo ha mostrato la possibilità di catalizzare e quindi accelerare l’innovazione necessaria, nei prodotti e nei processi produttivi. 5/N
Il modello sottostante, che Sabel e Victor propongono di generalizzare, riconosce che la soluzione “migliore” non è mai nota all’inizio del processo. Le istituzioni devono quindi incoraggiare l’innovazione migliore per risolvere uno specifico problema. 6/N
Devono mettere al lavoro la conoscenza diffusa e sostenere gli innovatori: dare loro potere e libertà di azione contro chi vuole mantenere lo status quo. Poi lavorare per convertire le soluzioni in standard generali, validi per tutti. 7/N
Quando gli esperimenti funzionano, gli esempi pratici necessari per modellare la politica e gli investimenti in modo diverso, lontano da interessi acquisiti e da posizioni di rendita. Gli esperimenti devono fin dall’inizio unire attori tecnici, economici e politici. 8/N
Il risultato finale deve comunque consistere in una soluzione globale, caratterizzata da impegni vincolanti. L’errore è pensare che questa possa essere il punto di partenza, così come la mera l’aggregazione di tanti impegni tra loro sconnessi e separati. 8/END
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Sempre nella stessa giornata, Calenda suggerisce ad @EnricoLetta che la candidatura di #Mattiasantori non è opportuna, dal momento che questi sarebbe “un ragazzotto senza arte né parte” (tra le altre cose):
Minithread: Crisi climatica e Covid-19: se il buongiorno si vede dal mattino, non arriviamo a sera. 0/N
Il rapporto dell'#IPCC2021ipcc.ch/assessment-rep… sta giustamente suscitando allarme e discussioni. Che a queste seguano i fatti necessari, è un altro paio di maniche. 1/N
La pandemia ha mostrato quanto sia difficile, per ignoranza e/o interesse, fare fronte a tre tipi di rischi – tipici dei sistemi complessi – che mi pare accomunino i due problemi. 2/N
THREAD. Figli di un dio minore? I lavoratori della cultura e il G20. 0/N
Il discorso di Mario Draghi al “G20 Cultura” del 29 Luglio, pronunciato nello scenario del Colosseo, ricorre a tutti i riferimenti nazional-popolari (sarà il clima olimpico?) sulla ricchezza del patrimonio artistico-culturale del paese: 1/N
“Questo posto stasera con questa luce testimonia meglio di ogni parola come storia e bellezza siano parte inerenti dell’essere italiani.
Quando il mondo ci guarda, vede prima di tutto arte, musica, letteratura, segni della storia antica”. 2/N
Il commento di Calenda ai tweet di Montanari e Lerner riporta al centro il tema del conflitto sociale. Calenda, come molti altri, lo teme. Il conflitto sociale, il riconoscimento di interessi e divergenti, l’organizzazione collettiva di questi interessi, sono tabù. 1/N
Chi li evoca – cioè chi parla di classi, di conflitto di classe, di “padroni” – è automaticamente etichettato come fuori dal tempo o, come nelle parole di Crosetto, come cattivo maestro. Ma è proprio la negazione del conflitto sociale a essere sbagliata. 2/N
Il senso comune, sosteneva Antonio Gramsci, è la concezione del mondo in cui si sviluppa l'individualità morale dell'uomo medio. Dalla casalinga di Voghera, al Leghista di Voghera: come è cambiato il senso comune in Italia? 1/N
Il senso comune funziona da verità del «buon senso» e della saggezza popolare, ma deriva in realtà dalla concezione del mondo della classe dominate e (con Louis Althusser) degli apparati ideologici (e della loro evoluzione). 2/N
Thread. Senza critica. La nuova destra in Europa e il mito della responsabilità individuale.
Oggi su Il Manifesto. ilmanifesto.it/la-nuova-destr… Qui con contenuti extra, 0/N
Ma quali significati, valori e priorità si associano a questa auto-collocazione? I risultati sono piuttosto interessanti, anche se non sorprendenti, e corrispondono alla tesi centrale dell’ultimo lavoro di Marco D’Eramo, “Dominio”. 2/N