Sempre nella stessa giornata, Calenda suggerisce ad @EnricoLetta che la candidatura di #Mattiasantori non è opportuna, dal momento che questi sarebbe “un ragazzotto senza arte né parte” (tra le altre cose):
Ma cosa definisce le competenze di un politico? E Calenda, con la sua proposta sui musei capitolini, si è dimostrato un buon politico? Santori è o no adatto a candidarsi? Perché? 3/N
C’è, in questa vicenda narrata dai due tweet, un importante cortocircuito. Le competenze di Calenda – si veda il botta e risposta con @AndreaRoventini – non hanno nulla a che fare con la gestione del patrimonio culturale:
; un aziendalismo di facciata che formatta le specificità gestionali, che sono molte e non aggirabili (si veda commento precedente di @fedegiannini1) 5/N
Prima di lanciare una proposta così, un bravo politico si documenta e si consulta con gli esperti. Esistono competenze specifiche, che vanno rispettate. Ne scrive sempre @MariuzzoAndrea a proposito della scuola. Applicare un modello “one size fits all” è sbagliatissimo 6/N
E Santori? È a guida di un movimento, fa il politico. Se sbaglia, lo fa per ragioni politiche. Da guida di un movimento, che può piacere o meno, si candida all’interno di un partito. La critica che gli si può fare è politica. Il CV non c’entra nulla. 7/N
Come non basta un CV e una carriera nella Ferrari, a Sky e a capo di un Ministero economico per parlare consapevolmente di gestione dei beni culturali. Dai politici vogliamo una direzione e una visione, basata su principi di fondo 8/N
Da questa visione, in modo coerente, pretendiamo poi riforme, misure e politiche pubbliche. Che devono però essere informate da un sapere di campo, con gli esperti, da chi conosce i dettagli tecnici del problema. Altrimenti il risultato è un polpettone. 9/END
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