Tra obbligo e #greenpass, ritengo preferibile l'obbligo; che tuttavia sembrebbe superfluo dati alla mano.
2/ Nutro però una peplessità su una questione di principio che esula da considerazioni sanitarie: c'è una totale indeterminazione negli obiettivi stabiliti, o meglio, non è stato stabilito nessun obiettivo misurabile.
3/ Si impone ai non vaccinati un trattamento sanitario con la motivazione precipua di un contributo necessario al bene comune (nonostante la loro scelta personale).
Ciò omettendo qualsiasi parametro che chiarisca, ex ante, quando gli obiettivi dell'obbligo saranno raggiunti.
4/ Una totale mancanza di trasparenza, trasparenza che è uno dei presupposti della democrazia.
5/ In assenza di una tale soglia, che determina in modo oggettivo qual è l'impatto del contributo richiesto, applicando questo principio al parossismo, si giunge a giustificare qualsiasi imposizione all'individuo, non essendo possibile stabilire alcun limite.
6/ Un vulnus che deriva da una defizione di "bene comune" tutt'altro che quantificabile. Il perimetro in cui può agire chi governa, in questa situazione di assoluta vaghezza, appare semplicemente troppo ampio.
7/ Per non parlare del #greenpass, dove tale incertezza è oltremodo evidente ed esasperata.
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"Se non si conosce la conformazione di monti e foreste, paesaggi pericolosi e acquitrini, non si possono muovere eserciti. Si rifletta con cura prima di muoversi; vince chi per primo conosce le strategie dirette e indirette." Sun Tzu
2/ La cosiddetta "guerra" al virus che abbiamo "combattuto" in questi due anni, capitanati dai generali del governo, non si è rivelata certamente un'azione ponderata e studiata: siamo stati ingaggiati in una sequela di tentativi incerti e abborracciati.
3/ L'annuncio di restrizioni e imposizioni varie non è mai stato preceduto da alcun obiettivo misurabile; così come mai è stato valutato e comunicato l'impatto delle contromisure a posteriori. Quante vite abbiamo salvato ? Ne abbiamo salvate? Nessuno lo sa.
2/ Chiunque, riguardo al #vaccinoCovid, abbia provato a condividere le proprie perplessità, anche moderate e circoscritte (es. all'opportunità di sottoporlo ai giovanissimi), è stato deriso, bullizzato e additato aprioristicamente quale bifolco opportunista nemico della scienza.
3/ Tale fallacia retorica è chiamata "colpa per associazione", un caso particolare di argumentum ad hominem.
1/ L'espressione "fiducia nella Scienza" è un artificio retorico che surrettiziamente introduce la dicotomia "scelte motivate dalla ragione" vs "scelte motivate dall'irrazionalità".
2/ Sottende un'interpretazione ingenua / animista della Scienza, rappresentata come un soggetto unico pensante, capace di indurre decisioni tramite una propria visione, una propria volontà. Ma la Scienza è fatta di metodo, ipotesi e di persone.
3/ La comunicazione scientifica è necessariamente disintermediata. Le scelte politiche ed etiche sono indotte a loro volta da un'ulteriore rivisitazione delle ipotesi scientifiche.