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10 Nov, 19 tweets, 8 min read
Arte nei libri, o arte dei libri, o libri d'arte: le combinazioni sono infinite e, a volte, anche inaspettate. Ve ne faccio una carrellata, per una nuova, leggera e colorata puntata di #artistantecolore.
Partiamo dall'ovvio: l'arte nei libri, ossia le illustrazioni. Da sempre le pagine ospitano il colore, basti pensare ai codici miniati. I materiali classici della decorazione erano l’oro e l’argento, ma più tardi si aggiunsero anche pigmenti più comuni.
Libri di questo genere sono presenti in tutte le culture, non solo in quella cristiana, ma anche in quella islamica e cinese.
Potremmo pensare che tale preziosità derivi dal fatto che molti di questi libri erano testi sacri, Bibbie o Corani. Beh, non è sempre vero. A partire dal ‘200, sempre più testi profani iniziarono a essere copiati in preziose edizioni miniate, a costi esorbitanti.
Ma si sa, l'amore, anche quello per i libri, fa fare follie. E di amore e gelosia si parla anche quando si prendono in considerazione i trucchi adottati nei secoli per reclamare la proprietà dei libri. Il primo, più noto, è l'Ex Libris.
L’ex libris è il vero marchio del bibliofilo e, a differenza di altri segni di appartenenza che non sono più attuali, oggi viene ancora usato largamente. Fra i primi ex libris d’arte giunti a noi, c’è quello creato da Albrecht Dürer (1471-1528) per Hieronymus Ebner.
L’Ex Libris ebbe fortuna come genere artistico, tanto che in tempi recenti il collezionismo legato a queste piccole immagini è diventato dilagante.
L’idea di collezionare ex libris è ritenuta dai bibliofili più radicali uno snaturamento della loro funzione. È stato addirittura pubblicato un “manifesto” per il ritorno dell’ex libris alla sua funzione originaria. artifexlibris.com/manifesto_ex_l…
Una visione un po' talebana, ma, in effetti, se l'Ex Libris ci identifica, perché cambiarlo? Per questi signori è un po' come cambiare nome.
Ma passiamo ad un altro tipo di gelosia, quella occultata. Si racconta che re Carlo II d’Inghilterra (1630-1685) avesse un’amica alla quale era solito prestare i libri: purtroppo, la nobildonna dimenticava di restituirli, tentando anche di far passare certi volumi per suoi.
Fu così che il re riprese l’antica arte della pittura sul bordo. Questo sarebbe stato un modo per rivendicare l’appartenenza dei volumi non restituiti, senza che la duchessa cui li prestava si accorgesse del trucco.
Infatti, secondo la leggenda, accadde una volta che la donna cercò di far passare un tale libro, prestatole dal sovrano, per suo. Il re, piegando in un certo modo le pagine del volume, fece comparire agli occhi increduli della duchessa lo stemma regale.
Figuraccia epica. Ora, ai giorni nostri c'è ancora chi porta avanti questa stupenda arte, ed è il signore cui ho rubato le belle immagini che vedete nel thread: Martin Froste, maestro di fore edge painting.
Dovete visitare la sua galleria, è imperdibile: troverete i soggetti più vari, tra cui una categoria Gentlemen's Relish. Cercatelo anche su YouTube.
foredgefrost.co.uk/gallery
Andiamo avanti: l’arte figurativa e i libri hanno avuto per secoli un legame così stretto che non dobbiamo stupirci se a un certo punto sono comparsi dei libri senza testo che si propongono di per sé come oggetti d’arte.
Se siete qui come amanti dell'arte, vi sarà capitato di ammirare i libri di @analphabeta, che costruisce i suoi libri in un intreccio curato di materiali e tecniche, perché tutti i dettagli fanno parte della storia.
È il caso del suo Leggendario della Valnerina, realizzato per il @MuseoCanapa. Godetevi qui il cortometraggio per scoprire i dettagli della lavorazione.
Sui libri d'artista tornerò, perché è una di quelle forme artistiche di nicchia che più mi fa pensare a come tutti ci sforziamo, in fondo, di portarci in tasca le cose belle. Per ora vi ringrazio della lettura! Tornate sul ColorBlog a trovarmi 🙏
artistante.com/colore/

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