Intellettuale raffinato che si è sempre impegnato nell'insegnamento sul campo, cattolico democratico pronto a trovare convergenze coi riformatori educativi laici, dalle idee chiare ma non fanatico, e forse per tutto questo oggi poco noto al dibattito. Luigi Pedrazzi
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Eppure è suo il primo articolo del primo numero di @rivistailmulino, a fine 1951. Pedrazzi, che del Mulino è tra i fondatori con altri giovani bolognesi, si è appena laureato in Filosofia e di lì a poco inizierà l'insegnamento secondario. E nel suo pezzo parla di scuola
L'inchiesta tra gli addetti ai lavori promossa anni prima dal ministro Gonella si è conclusa con la presentazione di un ddl che l'autore vede già affossato (non a torto): troppo ampio, e troppo poco incisivo per non scontentare nessun orientamento
Lui invece ha proposte nette, e sono proposte che in un cattolico del '51 qualcuno trova fuori posto: centralità della scuola pubblica come veicolo di mobilità sociale, libertà d'insegnamento e partecipazione dei docenti alla definizione della didattica...
...decisa democratizzazione delle istituzioni educative, scrollando la patina autoritaria lascito del cattolicesimo controriformista, del nazionalismo e dell'idealismo gentiliano.
A tutta prima quello che traspare è l'influenza che su di lui ha Lamberto Borghi
Il Lamberto Borghi di "Educazione e autorità", cioè dell'attivismo deweyano interpretato come strumento di rottura da un anarchico militante. Per un cattolico non c'è proprio male. E non si tratta di un riferimento tangenziale
Da lì, e dal più tecnico Aldo Visalberghi, nascerà tutto l'interesse di Pedrazzi sul rapporto tra obiettivi del percorso educativo e criteri di valutazione, espresso in articoli che ancora oggi dovrebbero essere lettura obbligatoria per i fanatici del testing a tutto spiano
Su queste posizioni, del resto, Pedrazzi parteciperà a tutti i maggiori dibattiti d'opposizione degli anni '50, primo tra tutti il "processo alla scuola" del '56 con Borghi, Calogero e "gli amici del Mondo", compagnie che valevano la scomunica
Ma col passare del tempo queste letture fuori posto susciteranno l'interesse negli ambienti giusti della DC, che con Giovanni Gozzer occupavano le segreterie tecniche di viale Trastevere e vedevano la scuola pubblica come un campo d'azione, non come il concorrente da limitare
E' l'alba del centro-sinistra, che proprio sulla scorta di Dewey e del progressismo educativo americano troverà un punto di convergenza tra la DC e il PSI il cui responsabile scuola era Tristano Codignola, spalleggiato dalla scuola fiorentina del padre Ernesto
Quel centro-sinistra prima maniera, del resto, troverà un accordo proprio sull'ormai ineludibile riforma scolastica. Pedrazzi, che col Mulino si era fatto alfiere dell'alleanza riformatrice, è in prima linea, tra gli esperti della commissione d'indagine nominata dal ministro Gui
Proprio di Pedrazzi è il ricordo più vivido di questa commissione presieduta da Giuseppe Ermini tra '62 e '63, in un articolo sempre del Mulino di 10 anni dopo. Gli è chiaro che siamo al punto più alto del dibattito per adeguare la scuola alla società democratica contemporanea
E la mano lasciata agli esperti si vede: certo, le condizioni politiche non permettono di raggiungere un accordo sulla legislazione per la scuola privata (tema su cui Pedrazzi, forte di una riflessione decennale, si schiera coi laici)
Ma l'organicità dei passaggi e le connessioni tra gli ordini d'istruzione denota il tocco di chi conosce la materia come mai sarebbe successo dopo. Perché si mette al centro la riforma dell'università, aperta, con titoli differenziati fino al dottorato...
...e con una facoltà di Magistero forte, capace di offrire la formazione pedagogica a tutti i livelli necessari, primari secondari e di ricerca. Da questa università riformata dovevano uscire classi di docenti consapevoli del loro ruolo in una scuola media riformata
Una scuola media che non aveva bisogno di severi latinisti in sedicesimo (e nemmeno del latino per tutti), ma di docenti pronti a trattare con studenti di diversa provenienza e con diverse prospettive, e di tenerli insieme, per introdurli nella società che doveva essere di tutti
Per Pedrazzi, proprio l'accordo politico troppo anticipato spezza l'incantesimo: la media unificata viene approvata a commissione aperta, a fine 1962, a quel punto la riforma universitaria non è più un emergenza
Gui presenterà la riforma universitaria secondo la scansione stabilita dalla commissione, ma a quel punto non sarà più un'urgenza, e le pressioni contrapposte dei professori conservatori (intimoriti dal tempo pieno) e degli studenti pronti alle barricate del '68 la affosseranno
Il risultato sarà quello di perdere un treno riformatore forse mai più passato per l'istruzione superiore, ma anche di abbandonare l'idea di una riforma organica della secondaria in senso plurale e democratico, lasciando quella scuola nelle mani dei vecchi latinisti in sedicesimo
"Vestali della classe media" magari culturalmente aperti e progressisti, ma capaci di trovare il loro ruolo sociale nella selezione, nella tradizione fine a se stessa, nell'idea che la scuola in cui insegnano non è per tutti
Per creare un nuovo ambiente scolastico in Italia ci vorranno decenni, decine di interventi mirati, sperimentazioni e relativi fallimenti, e non è detto che ci si sia ancora riusciti, anche se di strada se ne è fatta
Una strada che Pedrazzi ha sempre continuato a seguire, perché la scuola è stato sempre il suo ambito di interesse prevalente, anche se da fine anni '60 la vita lo ha portato a fare molto altro, dalla politica bolognese all'insegnamento all'Università della Calabria
Un luogo che rappresenta meglio di ogni altro lo slancio riformatore, le illusioni e le delusioni degli anni '60-'70 all'università e non solo, e di qualcuno un giorno dovrà studiare e scrivere come si deve la storia
Di Pedrazzi, sulla scuola, restano le riflessioni raccolte nella sua rivista, a testimoniare una capacità di cogliere problemi strutturali e di aprirsi agli studi senza restarne schiacciato che vorremmo trovare sempre, anche da chi recentemente ha usato il suo nome a sproposito
(qui ho incollato la foto del tweet precedente; quella giusta doveva essere questa)

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