Novembre sta finendo e quasi mi dimenticavo del mio post annuale sulla #SclerosiMiultipla. Sono 18 anni, toh che bello, cara SM, sei maggiorenne pure tu. Cose da festeggiare ne abbiamo in quantità, e pure molte incazzature da digerire, ma non parliamo di noi:
parliamo più in generale, così da includere chi non ti conosce. Ecco, non tutti sanno che la SM è una malattia autoimmune. Significa che il sistema immunitario penetra la barriera ematoencefalica e attacca la mielina che ricopre nervi e cervello, oppure il midollo.
Perché lo fa? Non si conosce con esattezza l'esegesi, ci sono molte teorie. Fatto sta che agisce come se la mielina fosse un tessuto estraneo, quindi lo attacca. Quando una porzione di mielina viene attaccata si infiamma e si danneggia. Se si tratta di una zona del cervello
sintomatica, ce ne accorgiamo dalla funzione che viene meno: una parte del corpo non risponde più, oppure ci accorgiamo di comportamenti strani della memoria o dei sensi in generale. Ma anche quando la lesione è una zona "silente" si sta male:
l'astenia (una stanchezza cronica priva di sonno e di riposo) diventa insopportabile. Tutto è complicato, anche parlare, leggere, ascoltare. Si è sempre stanchi, ma non si dorme mai.
L'astenia, però, non si vede. Se una persona zoppica è facile accorgersi che in quel momento non è abile, ma se il problema è "solo" l'astenia è difficile che le persone intorno capiscano quanto sia "scollegata" in quel momento. Anche perché, è davvero difficile spiegarlo,
e non si sa quali parole usare per chiedere aiuto. A volte si è così stanchi, che è anche difficile capire cosa ci sta succedendo intorno. Però la vita va avanti: può capitare di dover lo stesso uscire e di dover fare una fila alle poste, o andare in farmacia.
Una persona giovane, senza problemi apparenti, potrebbe aver bisogno di occupare un posto a sedere in autobus o in una sala d'aspetto, e non essere in grado di alzarsi per lasciare il posto. Tutta questa tiritera per dirvi che potrebbe chiedervi aiuto: non stupitevi.
La SM insorge presto: tipicamente prima dei 30 anni. La mia prima crisi, che mi ha allettata per mesi, si è manifestata a 26. Non riuscivo a salire e scendere dal marciapiede senza appoggiarmi a qualcuno, e se ero sola chiedevo aiuto. Una volta ho sentito una voce dire:
"Lei è la bimba che abita lì, quella che si droga". Beh, sì, sembravo un po' drogata in effetti, però no. Poi, anche se fosse, cara signora, mi negherebbe aiuto? Scusate, sto divagando. La chiudo qui: ricordatevi solo che chiedere aiuto è difficile, non trovarlo è terribile. ❤️
PS: l'immagine nel primo post si intitola ASTENIA e l'ho disegnato durante la prima convalescenza nel 2003.
Rileggendo mi sono accorta che hi ripetuto infinite volte "difficile". Poco elegante, ma appropriato, perché come direste, voi, quando non riesci a trovarti il naso sul viso, o la bocca con la forchetta? Difficile, appunto.
Ahahah, ho anche sbagliato l'hastag, sono un fenomeno, lo uso una volta l'anno e l'ho sbagliato, Santa pace che figura: #sclerosimultipla, capito? Uffa.
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Arte nei libri, o arte dei libri, o libri d'arte: le combinazioni sono infinite e, a volte, anche inaspettate. Ve ne faccio una carrellata, per una nuova, leggera e colorata puntata di #artistantecolore.
Partiamo dall'ovvio: l'arte nei libri, ossia le illustrazioni. Da sempre le pagine ospitano il colore, basti pensare ai codici miniati. I materiali classici della decorazione erano l’oro e l’argento, ma più tardi si aggiunsero anche pigmenti più comuni.
Libri di questo genere sono presenti in tutte le culture, non solo in quella cristiana, ma anche in quella islamica e cinese.
Gli esercizi sono pronti! Due parole su cosa è questo manualetto, cosa non è, e a chi è destinato. Ecco gli #esercizicavernicoli, metodo primordiale per slacciare le cinture della mente.
Non è un corso di disegno. Non so disegnare, quindi non mi metto certo ad insegnarlo. Disegnare "bene", cioè rispettando determinate proporzioni e regole prospettiche, non è lo scopo.
Se farete gli esercizi contenuti in questa raccolta, scoprirete due cose: la prima, ve ne accorgerete subito, è che disegnare male non è un limite.
Le domande scottanti del mercoledì mattina: dove mai avrà comprato il suo cappuccio verde Robin Hood? Questa e altre curiose storie a colori in una nuova puntata di #artistantecolore
Il commercio più fiorente dell’Inghilterra, fin dai romani e anche dopo la scoperta dell’America, era costituito dalla lana. La lana europea di maggior pregio proveniva dall’Inghilterra, inclusa quella che arrivava nelle Fiandre e a Firenze.
Già ai tempi del grande censimento di Guglielmo il Conquistatore, la ricchezza di una proprietà si misurava in capi di bestiame.
Il Nero non è un colore, ma eccoci a parlarne nella rubrica #artistantecolore, per un sacco di buone ragioni che immaginate e altre sulle quali, forse, non avete mai riflettuto.
Se si parla di sintesi additiva, il nero è semplicemente l'assenza di luce, e se si parla di sintesi sottrattiva nero è un materiale che, non riflettendo alcuna lunghezza d'onda della luce che lo investe, non restituisce nessun colore. In pratica, il tutto o il niente: la base.
Il nero rappresenta anche la prima convenzione della rappresentazione artistica: il contorno. Fin dalle caverne, quando gli uomini hanno cominciato a tracciare con il carbone le figure degli animali, il tratto nero del contorno, lontanissimo dal vero,
Per #artistantecolore voglio parlarvi del marrone. Anche se è impopolare, brutto, smorto, anche se è il colore della merda, il marrone è il colore che ogni pittore, in cuor suo, ama e teme. Sebbene, a dirla tutta, non sia neppure un colore.
Dalla terra siamo stati tratti e alla terra ritorneremo: il mito della creazione dell’uomo a partire dall’argilla ha radici antiche e comuni a diverse culture. Di certo, dalla terra è nata l’arte, perché le ocre sono state i primi colori disponibili,utilizzati nell’arte rupestre.
Come ripeto spesso, l’umanità ha imparato prima a dipingere che a scrivere e, quando questo miracolo è avvenuto, per esprimersi gli uomini avevano a disposizione appena tre ingredienti: la terra, il fuoco e il sangue.
C’è un colore che ho a lungo tenuto lontano e che sto imparando a conoscere grazie a un nuovo progetto artistico su seta: il viola. Ve ne parlo in questa puntata di #artistantecolore, fra storie note e dettagli sorprendenti.
Il primo dato che salta all’occhio è che Viola è il nome di un fiore, così come Malva, che è il nome del colorante viola più diffuso, e come eliotropo, che è un altro fiore la cui tonalità influenzò la moda dell’800 e oltre.
Poi ci sono il glicine e il lilla, ancora nomi di fiori per designarne le sfumature, ma nessuna di queste piante profumate ha attinenza con la fonte delle tinture dalle quali si ricava il colore. Le quali, come vedremo, sono tutte piuttosto puzzolenti.