Il 13 gennaio di centosette anni fa, un violentissimo #terremoto di magnitudo 7.0 colpì il centro Italia, più precisamente una particolare zona della Piana del Fucino, nel cuore dell'Abruzzo. La scossa provocò una delle catastrofi più importanti del nostro paese. #Avezzano 👇🧵
La scossa del 13 gennaio del 1915 provocò una vera e propria catastrofe che seminò morte e distruzione in tutto l’Abruzzo, con danni meno significativi ma comunque importanti che si estesero in ben cinque regioni: Lazio, Molise, Campania, Marche e Umbria.
Concentrandoci sull’area più colpita sappiamo che il terremoto del 13 gennaio ha causato danni gravissimi in una particolare zona che si estende per circa 380 km² e che comprende città come Avezzano, Gioia dei Marsi, Ortucchio e Pescina, quattro località quasi del tutto distrutte
Intere generazioni della Piana del Fucino vennero completamente cancellate, pensate che il bilancio finale di questa catastrofe fu di oltre 30.519 vittime, 10.000 delle quali erano da attribuire alla sola città di Avezzano, una località che perse l’80% della popolazione.
Un bilancio così tragico è stato causato sia dall’elevata magnitudo del terremoto – si tratta infatti del terremoto più forte avvenuto in centro Italia in epoca recente – e sia da un’edilizia molto scadente.
Molti degli edifici crollati erano stati infatti costruiti con sabbia di cattiva qualità, poca calce e pietre pesanti, mentre la maggior parte degli edifici era affetta da gravissimi difetti strutturali come un’altezza eccessiva o un tetto troppo pesante.
Molte abitazioni sono state inoltre costruite su terreni alluvionali che subivano una significativa amplificazione sismica, un fenomeno che purtroppo era prevedibile in quanto in tempi antichi la piana ospitava un antico lago che era stato bonificato nel corso dei secoli.
Come accade spesso durante gli eventi sismici più tragici del nostro paese, molte delle località distrutte non furono mai ricostruite e rimasero nelle mani degli sciacalli per molti anni.
La ricostruzione non fu affatto facile e fu pesantemente condizionata dagli effetti sia economici che sociali provocati dall’entrata in guerra del nostro paese, la maggior parte dei centri abitati distrutti fu infatti completamente ricostruita soltanto molti decenni dopo.
La faglia che ha prodotto il terribile terremoto del 13 gennaio 1915 è una faglia estensionale, ovvero un tipo di sorgente sismogenetica che genera terremoti in cui il blocco di roccia scende prevalentemente verso il basso per via della gravità, tipico dell'appennino centrale.
Grazie ad una serie di studi paleosismologici condotti dall'INGV e dal CNR è stato possibile appurare che la faglia in questione ha prodotto due terremoti della stessa intensità anche nel 1231 e nel 508. Entrambi questi eventi causarono danni anche a Roma e al Colosseo.
Le indagini paleosismologiche hanno individuato anche molti altri eventi più antichi, per un'analisi più approfondita vi consigliamo di leggere lo studio pubblicato da Paolo Galli, noto geologo che si occupa proprio di studiare la storia delle faglie.
Lo #tsunami generato dall'eruzione in corso alle Hunga Tonga-Hunga Ha'Apai sta lentamente attraversando l'intero Pacifico: Hawaii, Alaska, Stati Uniti, Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Isole Fiji ecc. Fortunatamente parliamo di onde alte pochi centimetri, quindi nessun danno.
P.s. localmente onde così piccole potrebbero comunque produrli dei danni, per "nessun danno" intendiamo scenari ben più importanti e pericolosi. Anche onde così contenute possono infatti provocare disagi non da poco, mai sottovalutare uno tsunami.
Come ci segnala @virgo1972_, ecco le prime immagini dello tsunami che sta interessando anche le coste della California:
Come ormai già tutti sapete, nel corso della notte una nuova e violentissima fase esplosiva ha avuto inizio sulle isole Hunga Tonga-Hunga Ha'Apai, nella zona meridionale dell'oceano Pacifico. Ecco un piccolo thread riassuntivo 🧵👇
La fase esplosiva è iniziata con la formazione di un'imponente colonna eruttiva che ha superato abbondantemente i 20 chilometri di altitudine. I valori delle analisi satellitari parlano addirittura di 30 km, una quota mai raggiunta negli ultimi anni!
Per confermare o smentire questa quota ci vorranno ore o giorni di lavoro, per il momento le analisi satellitari hanno registrato nella parte superiore della colonna una temperatura di -43°C, il che corrisponde ad un'altitudine di 30 km.
Ecco le prime spettacolari immagini della nuova fase esplosiva iniziata nel corso della giornata di ieri sulle isole Hunga Tonga-Hunga Ha'Apai, nella zona meridionale dell'oceano Pacifico. Ancora una volta questo tipo di attività è causata dall'interazione tra il magma e l'acqua.
Nonostante si tratti di un video di scarsa qualità, nella sua parte centrale è possibile osservare come si sviluppano i pericolosissimi flussi piroclastici che avanzano sulla superficie dell'acqua a velocità molto sostenute. Stiamo assistendo ad una fase esplosiva davvero intensa
L'imponente colonna eruttiva che si è generata con l'inizio della fase esplosiva - è visibile sulla parte destra del video principale - ha raggiunto una quota di circa 17-18 chilometri, ovvero la stratosfera. Essa è ricca di vapore acqueo, ghiaccio e gas.
Ricordate la spettacolare eruzione in corso sulle isole disabitate di Hunga Tonga-Hunga Ha'Apai? E bene, dopo una settimana di relativa calma, oggi è iniziata una fase fortemente esplosiva, la più intensa dall'inizio dell'eruzione!
L'imponente colonna eruttiva che si è sviluppata nel corso delle ultime ore ha prodotto una quantità di fulmini a dir poco impressionante, stiamo parlando di oltre 86.000 fulmini in pochissime ore.
I mareografi posti sulle isole più vicine ci stanno inoltre mostrando una variazione anomala del livello del mare, il che vuol dire che l'evento ha probabilmente innescato un innocuo (?) e localizzato tsunami alto non più di qualche centimetro.
L'undici gennaio di 329 anni fa avveniva il #terremoto più forte della storia sismica recente del nostro paese. Stiamo parlando di un fortissimo terremoto di magnitudo 7.3 che nel 1693 colpì la zona orientale della #Sicilia, una zona che venne completamente devastata. 👇🧵
Nel corso della serata dell'11 gennaio del 1693, un fortissimo terremoto di magnitudo 7.3 colpì tutto il settore orientale della Sicilia, una delle regioni con la più elevata pericolosità sismica del nostro paese.
La scossa dell'11 gennaio fu però soltanto il culmine di una sequenza sismica iniziata all'alba del 9 gennaio con una forte scossa che provocò ingenti danni in una vasta area che va da Ragusa a Catania.
Un forte #terremoto di magnitudo 6.6 (USGS) è avvenuto alle ore 02:07 italiane al largo delle coste occidentali di #Cipro, nella zona orientale del Mar Mediterraneo. La scossa ha avuto un ipocentro ubicato a 19 km di profondità ed è stata fortemente avvertita in tutta l'isola.
La scossa di questa notte è stata debolmente avvertita anche in gran parte dell'Egitto, ad Israele, in Libano, nella zona occidentale della Siria, in quella meridionale della Turchia e sporadicamente anche in Grecia.
L'epicentro esatto del terremoto dista circa 35-40 chilometri dalle coste occidentali di Cipro, una distanza importantissima in quanto ha evitato che si verificassero danni troppo gravi. Al momento infatti, non abbiamo notizie di feriti, vittime o crolli importanti.