Perché usiamo la temperatura per monitorare lo stato del clima? 1/n
In termini semplici: la temperatura registra il trasferimento di energia da un sistema all’altro ed è associata all'energia cinetica delle particelle. Alta T=alta energia cinetica, bassa T=bassa energia cinetica.
Le stime di temperatura odierne, ottenute da processi di osservazione, spazializzazione e rianalisi, e quelle del passato, ottenute tramite l’utilizzo di vari proxies (pollini, carotaggi, analisi isotopiche…), sono alla base della ricerca sul clima e sui cambiamenti climatici.
Lo «stato termico» del pianeta, degli emisferi, dei continenti e delle singole nazioni/città, è basilare per comprendere come sta evolvendo il clima, in quanto, come detto, la temperatura registra il trasferimento di energia da un sistema all’altro. Image by NASA (2021)
In altri termini la temperatura descrive un «lavoro» che avviene tramite scambio di energia, questo lavoro si manifesta, in fisica dell’atmosfera, in eventi meteorologici; modificando essi nel lungo periodo, si può modificare anche il clima. link.springer.com/article/10.100…
La temperatura si «auto influenza» andando, sempre per il processo sopradescritto, ad alterare i cicli biogeochimici e dell’acqua (nel medio-lungo periodo).
La forzante antropica (aumento della concentrazione dei gas a effetto serra) comporta un aumento della temperatura la quale, a sua volta, modifica i sistemi climatici e le teleconnessioni le cui variazioni possono intensificare l'incremento termico (retroazioni positive).
La criosfera è il sistema che mostra le più evidenti conseguenze dell'aumento delle temperature globali e regionali.
Columbia Glacier, Alaska. 2009 (sinistra), 2015 (destra). By James Balog
Estensione della banchisa nel mese di settembre si è ridotta del 52% dal 1979 ad oggi (in soli 41 anni). La diminuzione della copertura di ghiaccio comporta una riduzione dell’albedo totale e un maggior assorbimento, da parte dell'oceano, di energia solare (feedback positivo).
Le grandi calotte mondiali mostrano, negli ultimi 20 anni, costanti bilanci di massa negativi (salvo l’Antartide orientale); il contributo della fusione si riversa in mare contribuendo, insieme all’espansione termica, all’aumento del livello medio degli oceani.
Il ritiro dei principali ghiacciai montani, oltre a contribuire all’aumento del livello medio dei mari, comporta una radicale modifica degli ambienti glaciali e periglaciali, dei climi locali (minor albedo), nonché una perdita di risorsa idrica.
In base ai dati ISPRA, i ghiacciai italiani monitorati non presentano un bilancio di massa positivo da oltre 40 anni. Sotto la variazione della massa glaciale in Europa dal 1997.
Infine, il permafrost.
L’aumento delle temperature a latitudini polari (molto maggiore rispetto al resto del globo), sia terrestre che marino, comporta anche un aumento delle temperature del permafrost.
Più il permafrost si scalda, più tende a fondere liberando grandi quantità di Metano (CH4) e rendendo molto vulnerabili vasti territori (Siberia, Canada, Alaksa) a inondazioni e dissesti morfologici.
Il metano liberato è in costante aumento e, sebbene il rilascio ad oggi non sia particolarmente alto, potrebbe diveltarlo a breve a causa dell’ulteriore aumento delle temperature previsto per i prossimi decenni.
Il metano è un potentissimo gas serra che trattiene calore 28 volte quanto non faccia la CO2 nell’arco di 100 anni; il 15-20% del recente riscaldamento termico è da attribuire a esso; un incremento incontrollato causerebbe un’intensificazione del global warming.
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Mare di nubi (thread)
Raramente si ha la possibilità di vedere metà del Mediterraneo completamente ricoperta da nubi basse e nebbie.
A differenza delle grandi distese di nubi legate a sistemi frontali, la copertura interessa quasi esclusivamente il mare. Vediamo perché 1/n
Il primo motivo risiede nel fatto che il Mediterraneo centro-occidentale si trova sotto l'influenza di un vasto promontorio anticiclonico di matrice subtropicale. Promontorio che presenza valori di geopotenziale del tutto anomali per la stagione.
L'altezza geopotenziale, vale a dire l'altitudine cui è necessario salire per trovare l'isobara 500 hPa, si attesta da alcuni giorni intorno ai 5800 metri. Questo significa che sul Mediterraneo e su parte dell'Europa occidentale "grava" un'enorme montagna d'aria (promontorio)
Se fosse estate...
Tra il 29 dicembre 2021 e il 2 gennaio 2022 gran parte d'Europa sarà sotto l'influenza di un enorme promontorio anticiconico di matrice subtropicale. 1/n
Nonostante questo tipo di promontori possa presentarsi anche in inverno, l'evento previsto dai modelli risulta decisamente anomalo.
Geopotenziali: all'apice l'altezza geopotenziale raggiungerà i 5840 metri sul Mediterraneo occidentale e i 5700-5800 m tra Inghilterra e Francia.
Valori che risulterebbero, sull'Europa centro occidentale, più alti del normale perfino in estate.
Temperature: alla quota isobarica di 850 hPa (1500-1600 metri circa) attesi valori fino a 15-16 °C tra Piereni, Francia meridionale e Nord Italia.
L'immenso ghiacciaio Thwaites è il più monitorato e "temuto" al mondo, infatti da alcuni anni mostra instabilità crescente e bilanci di massa negativi (fusione>accumulo). Negli ultimi giorni si leggono notizie relative ad un suo possibile collasso, vediamo di fare ordine.
Di cosa parliamo (1). Il Thwaites è il singolo ghiacciaio più grande del mondo, con un bacino di 192.000 chilometri quadrati e uno spessore dagli 800 ai 1200 metri. Fa parte della “West Antarctic Ice Sheet” (calotta antartica occidentale).
Stato dell’arte (4). Il ghiacciaio da alcuni anni mostra segni di instabilità dovuti alla sempre più massiccia intrusione di acque calde al di sotto della piattaforma (ice shelf).
Particolari importanti (thread).
Foehn sulle Alpi ben descritto dalle nubi alte disposte con asse NO-SE. Nubi basse sull'alto versante tirrenico e sulla Liguria richiamate da un piccolo vortice sul golfo di Genova. 1/n
Questa configurazione è quanto di più tipico ci si può aspettare in attesa di un fronte freddo.
Fronte che, come già accennato, non produrrà significativi effetti sull'Italia, se non un temporaneo calo delle temperature in montagna.
L'anticiclone tenderà ad indebolirsi sia sul Mediterraneo che sull'Europa nord occidentale, lasciando spazio, specie dal 23-24 dicembre, a umide e miti correnti atlantiche. Stavolta sarà un'alternanza tra masse d'aria subtropicale oceanica e polare marittima.
Fourier, Tyndall e Arrhenius tra il 1824 e il 1896 dimostrarono, rispettivamente, che senza la CO2 la temperatura del pianeta sarebbe stata molto più fredda, che esistevano gas serra e che le emissioni di CO2 di origine antropica avrebbero potuto riscaldare il clima terrestre;
Tra il 1920 e il 1925 si cominciano a sfruttare industrialmente i giacimenti di petrolio negli USA e negli stati del Golfo Persico, inizia l’era dell’energia a basso costo per tutti;
Arriva il..."caldo".
Le ultime emissioni modellistiche indicano, nei prossimi giorni, il progressivo assorbimento del vortice sul Mediterraneo e il probabile rinforzo su gran parte d'Europa di un vasto anticiclone. Rinforzo ben visibile dall'animazione sottostante. 1/n
Cosa comporta? L'anticiclone si formerà a causa di un flusso d'aria subtropicale che prima si porterà verso il nord Atlantico e successivamente si distribuirà sull'Europa centrale. Correnti calde in quota e compressione manterranno le T ben al di sopra della norma.
Faranno ovvia eccezione le zone di valle interessate da inversione termica.