Provo a semplificare il più possibile per far capire i concetti più importanti e parlerò principalmente della sperimentazione clinica (che è quella più discussa e tirata in ballo nella frase "i vaccini sono ancora sperimentali"). 1/19
La sperimentazione clinica nell'uomo serve a capire se il vaccino è efficace e sicuro e la possiamo distinguere in 3 diverse fasi. In queste fasi il vaccino viene testato su un numero via via più crescente di persone. Da poche persone a tantissimi soggetti. 2/19
Decine di persone nella fase 1, centinaia nella fase 2 e migliaia di persone nella fase 3. Prendendo ad esempio il vaccino di Pfizer, è stato immesso in commercio e ha superato le fasi 1, 2 e 3. La sperimentazione clinica sull'uomo deve essere autorizzata e visionata.. 3/19
Da un ente come la FDA o l'EMA. L'americana FDA ha inizialmente concesso un'autorizzazione di emergenza per un trial clinico in "rolling review". Cosa significa? Sostanzialmente, con revisione dei dati in corso d'opera. Semplifichiamo il concetto. 4/19
In condizioni normali, per testare l'efficacia di un vaccino la FDA avrebbe detto "non abbiamo fretta, testate il farmaco su poche migliaia di persone e tra qualche anno (1 anno o 2) comunicateci i dati e se positivi si potrà agire con l'approvazione". 5/19
Con Sars-Cov-2 non eravamo in una situazione tranquilla e la FDA, in parole povere, ha detto "non abbiamo tempo da perdere, testate il vaccino su molte migliaia di persone e a mano a mano che raccogliete i dati (al raggiungimento di end-point) dovete inviare i dati". 6/19
Non si è aspettato ma i dati sono stati inviati in corso d'opera, per velocizzare il processo. La Pfizer ha condotto la sperimentazione su un gigantesco numero di individui, un numero mai visto prima, e si sono potuti abbreviare i tempi. 7/19
Sono stati arruolati 43.661 individui, un campione imponente. A metà dei soggetti è stato inoculato il vaccino e all'altra metà il placebo. Si tratta ovviamente di uno studio in doppio cieco (né il paziente e né lo scienziato sanno quale è il vaccino o il placebo). 8/19
Lo studio si è concluso il 14 novembre 2020 quando è stato raggiunto l'end-point prestabilito. Da quel momento la sperimentazione è terminata e l'FDA, basandosi su quei dati poi pubblicati sul NEJOM, ne ha autorizzato l'uso emergenziale. 9/19
Successivamente l'FDA ha approvato definitivamente il vaccino Pfizer per i soggetti dai 16 anni in sù poiché il farmaco è sicuro ed efficace. Non bisogna fare confusione con il termine "vaccino sperimentale". 10/19
Con questo termine si fa riferimento a un prodotto non ancora autorizzato all'immissione in commercio. I vaccini anti-COVID hanno ottenuto l'immissione in commercio? Sì. Quindi sono sperimentali? No. 11/19
Pfizer aveva già ricevuto un'EUA (autorizzazione in emergenza) e poi successivamente la BLA, l'approvazione definitiva. Ne avevo già parlato. Lo standard per la concessione di un'EUA è codificato nella sezione 564 del Food, Drug and Cosmetic Act. 12/19
L'EUA può essere concessa dimostrando una serie di condizioni. Ma bisogna dire che i requisiti imposti dalla FDA per l'EUA ai vaccini anti-COVID sono stati molto più severi rispetto alle autorizzazioni in EUA precedenti. 13/19
Tra questi è stato imposto che le aziende avrebbero dovuto stabilire sicurezza ed efficacia con grandi e imponenti studi controllati. Il termine "sperimentale" non può riferirsi a un farmaco che ha subito e superato ampi test e ha un attento follow up. 14/19
Ripeto, con il termine "vaccino sperimentale" si fa riferimento a un prodotto non ancora autorizzato all'immissione in commercio. Questo non è il caso dei vaccini anti-COVID. 15/19
Noi stiamo usando dei vaccini che hanno avuto le loro fasi di sperimentazione che si sono concluse nel modo positivo e sono state particolarmente rapide (come avevo già detto). Ma non sono state inspiegabilmente rapide. 16/19
Se guardiamo fase per fase noi vediamo dove si è accelerato, come si è accelerato e perché. Ma dobbiamo capire che non esiste un tempo giusto per fare un vaccino. Molto dipende anche dall'agente infettivo. 17/19
Bisogna capire anche un'altra cosa. Di vaccini non ne abbiamo tanti quindi quando cerchiamo un "precedente" per fare un confronto con i tempi, considerando che abbiamo vaccini contro solo una trentina di infezioni, ci dobbiamo rifare a vaccini la cui sperimentazione... 18/19
..è iniziata molti anni fa e in quelle fasi e tempi le tecnologie non erano nemmeno lontanamente quelle che abbiamo oggi. La ricerca ci permette di avere dei farmaci sicuri ed efficaci anche se qualcuno brontola. 19/19
Per l'approvazione di questi vaccini ci sono state risorse economiche ingenti e con mega trial noi siamo riusciti, prima ancora dell'approvazione, a sapere che il rapporto rischio/beneficio è positivo. Probabilmente all'inizio avevamo una minore conoscenza della farmacovigilanza.
Vigilanza degli eventi avversi ma le evidenze scientifiche generate non solo nell'ambito dell'immenso trial clinico che ha portato all'approvazione del farmaco ma anche ai dati del mondo reale confermano l'estrema sicurezza dei vaccini anti-COVID. (Prof. Capuano, FV EMA).
Ps. Se un farmaco come l'aspirina venisse somministrato in miliardi di dosi come nei vaccini anti-COVID, avete una minima idea di ciò che accadrebbe in termini di reazioni avverse nella popolazione? E stiamo parlando di un farmaco da banco. I vaccini sono sicuri.
Il Codice di Norimberga non è applicabile alla campagna di vaccinazione anti-COVID (anche se obbligatoria) perché non è una sperimentazione sul campo. I vaccini hanno superato la sperimentazione che, ricordiamo, si è conclusa appieno. 1/4
I vaccini sono stati approvati dagli enti regolatori preposti. Il Codice di Norimberga limita la possibilità dei governi di avviare sperimentazioni sanitarie sui propri cittadini senza il loro consenso. Sperimentazioni sanitarie. I vaccini non sono in sperimentazione. 2/4
Sono farmaci che hanno avuto la loro sperimentazione (che si è conclusa). Il Codice non può quindi essere applicato perché non si sta parlando di farmaci sperimentali da somministrare a delle cavie umane senza il loro consenso. Sono farmaci approvati, testati e sicuri. 3/4
L'ADE (Antibody-Dependent Enhancement) è un fenomeno per cui il legame tra un virus e gli anticorpi non neutralizzanti migliora l’ingresso del patogeno nelle cellule ospiti e talvolta anche la sua replicazione. Gli anticorpi si piegano a vantaggio del virus.
I vaccini fanno produrre anticorpi neutralizzanti che bloccano il virus. Nell'infezione naturale si ha, invece, la produzione di un "cocktail" di anticorpi, alcuni proteggono mentre altri no, cioè non hanno un ruolo nel prevenire l'ingresso del virus nella cellula.
Dopo miliardi di somministrazioni nessun vaccinato ha avuto l'ADE. Se davvero i vaccini avessero causato questa condizione, avremmo avuto miliardi di vaccinati con una malattia più grave. Chiaramente, questo non sta accadendo.
Chi ha fatto la terza dose di vaccino anti-COVID non risulterà positivo al virus HIV, l'agente responsabile dell'AIDS. Il solo modo per ammalarsi è entrare in contatto con il patogeno che causa la malattia e non esiste nessuna prova della presenza dell'HIV nel vaccino.
Nel vaccino non c'è nemmeno la trascrittasi inversa, l'enzima necessario per trasformare l'RNA in DNA ed entrare così nel nucleo per integrarsi nel genoma. Sostanzialmente l'esatto opposto del processo di trascrizione (ecco perché si chiama "trascrittasi inversa").
Gli studi clinici non mostrano assolutamente che i vaccini anti-COVID creino un aumento del rischio di AIDS (fase più grave e finale dell'infezione da HIV), né ci sono prove che le persone infettate dall'HIV abbiano maggiori probabilità di sviluppare AIDS dopo il vaccino.
Endemico non significa innocuo. Un'infezione endemica è quella in cui i tassi complessivi sono statici, non in aumento e non in calo. Significa che la percentuale di soggetti che possono ammalarsi bilancia il "numero di riproduzione di base" del virus.
Ad esempio i comuni raffreddori sono endemici. Una malattia può essere endemica, diffusa e mortale. Pensate ad esempio alla malaria, al vaiolo o alla polio.
Tipicamente i virus tendono a diventare più "buoni" anche se ciò non è scontato. Non esiste un esito evolutivo predestinato affinché un virus diventi più "buono". Ci vuole anche un po' di fortuna.
I vaccini anti-COVID possono avere azione genotossica e cancerogena? Le parole del dottor Frajese hanno provocato tanta paura e confusione. È vero che non sono stati svolti studi in materia? Cerchiamo di portare un po' di ordine e chiarezza.
Nel Risk Management Plan per il vaccino Pfizer redatto dall'EMA si legge che i componenti del vaccino non sono attesi avere potere cancerogeno o genotossico. Questo è in accordo con le stesse linee guida di sviluppo dei vaccini redatte dall'OMS nel 2005.
Queste linee guida si basano su tutte le evidenze disponibili ed escludono la genotossicità e la cancerogenità di certi prodotti per la stessa ragione per cui non si testa la genotossicità dell'acqua. Le linee guida parlano chiaro.
Dopo le parole di EMA, tanti dubitano della sicurezza e necessità della terza dose. La terza dose si dimostra molto utile contro la variante #Omicron. Questo richiamo permette di avere anche una elevata protezione contro la malattia grave e la morte. #COVID19
Ma l'efficacia vaccinale non può essere calcolata solo sul rilievo degli anticorpi perché non è predittivo. Gli anticorpi non sono tutti uguali e per loro natura sono delle proteine plasmatiche che hanno un loro turnover, significa che dopo un po' spariscono.
Cosa diversa è la risposta dei linfociti T, ossia le "cellule della memoria". Senza di questi non ci saremmo vaccinati né contro il tetano né contro il vaiolo. E noi questi linfociti T non andiamo a vederli e misurarli.