I vaccini anti-COVID possono avere azione genotossica e cancerogena? Le parole del dottor Frajese hanno provocato tanta paura e confusione. È vero che non sono stati svolti studi in materia? Cerchiamo di portare un po' di ordine e chiarezza.
Nel Risk Management Plan per il vaccino Pfizer redatto dall'EMA si legge che i componenti del vaccino non sono attesi avere potere cancerogeno o genotossico. Questo è in accordo con le stesse linee guida di sviluppo dei vaccini redatte dall'OMS nel 2005.
Queste linee guida si basano su tutte le evidenze disponibili ed escludono la genotossicità e la cancerogenità di certi prodotti per la stessa ragione per cui non si testa la genotossicità dell'acqua. Le linee guida parlano chiaro.
È vero che nella maggior parte dei casi i test per stabilire genotossicità e cancerogenità di tali vaccini non sono stati effettuati, ma solo perché non richiesti dalla prassi e dalle procedure standard adottate dall'EMA. Perché sono state utilizzate sostanze sicure e conosciute.
Nei vaccini anti-COVID sono state utilizzate sostanze che si conoscono bene e non si ha preoccupazione in tal senso. Le autorità dei medicinali hanno studiato e analizzato tutti i dati e le informazioni dei vaccini anti-COVID approvati. Ma c'è di più.
Che i vaccini non siano stati testati dal punto di vista della loro potenziale mutagenicità (e quindi anche cancerogenicità) non è del tutto vero. Il vaccino Moderna è stato testato in ben 4 diversi studi per potenziale mutagenico attraverso tre diverse procedure standard.
Non è risultato in grado di indurre mutagenesi e quindi trasformazione cellulare. Questi test hanno confermato ciò che le linee guida prevedono, ovvero la non obbligatorietà dei test di mutagenesi e carcinogenesi per gli attuali vaccini a Rna.
Perché nei vaccini a mRNA non c'è nessuna sostanza o ingrediente che possa destare preoccupazione in quel senso. La sicurezza è confermata in ogni vaccino. Le autorità dei medicinali hanno studiato i dati.
I vaccini sono stati considerati sicuri e le più grandi organizzazioni e associazioni di esperti in materia come il Momorial Sloan Cancer Center o il Cancer Research Institute hanno escluso senza mezzi termini la possibilità che i vaccini causino il cancro.
Sono state seguite le linee guida dell'OMS. La sicurezza dei vaccini è confermata e non c'è alcun rischio di tumori. Non abbiate paura e diffidate da certi soggetti che, cercando visibilità, parlano leggendo foglietti in diretta TV in certi programmi televisivi.
*Memorial Sloan Cancer Center.
Linee guida OMS. Normalmente non sono necessari studi di genotossicità per la formulazione finale del vaccino. Non sono richiesti studi di cancerogenicità per gli antigeni del vaccino.
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Dopo le parole di EMA, tanti dubitano della sicurezza e necessità della terza dose. La terza dose si dimostra molto utile contro la variante #Omicron. Questo richiamo permette di avere anche una elevata protezione contro la malattia grave e la morte. #COVID19
Ma l'efficacia vaccinale non può essere calcolata solo sul rilievo degli anticorpi perché non è predittivo. Gli anticorpi non sono tutti uguali e per loro natura sono delle proteine plasmatiche che hanno un loro turnover, significa che dopo un po' spariscono.
Cosa diversa è la risposta dei linfociti T, ossia le "cellule della memoria". Senza di questi non ci saremmo vaccinati né contro il tetano né contro il vaiolo. E noi questi linfociti T non andiamo a vederli e misurarli.
Ci provo, forse si era diffusa un'immunità duratura e sufficiente a sfavorire il virus H1N1 responsabile della Spagnola e fu selezionato un nuovo ceppo con emoagglutinina e neuroaminidasi diverse e questo cambiamento giovò a rendere il virus "invisibile" alla precedente immunità.
L'immunità agisce contro alcune delle proteine maggiormente responsabili degli effetti clinici più gravi e seleziona nella popolazione virus che portano varianti diverse di quelle proteine e questo potrebbe significare anche minore gravità in confronto alla combinazione H1N1.
Basta vedere che successivamente si infettarono in larga parte quelli nati dopo il 1950, quelli privi di immunità per non essere venuti a contatto con quel virus. Gli altri risultarono protetti e questo portò a una diminuzione della gravità della pandemia rispetto al 1918.
La vaccinazione anti-COVID (2 dosi #vaccino Pfizer) è altamente efficace nella prevenzione della Mis-C nei soggetti di età compresa tra 12 e 18 anni. #COVID19
Si stima che il vaccino, in questi soggetti, sia efficace al 91% nella prevenzione della Mis-C. Lo studio ha raccolto dati da 24 ospedali pediatrici tra luglio e dicembre 2021 (con prevalenza di Delta).
Tutti i pazienti con Mis-C che necessitavano di supporto in ospedale non erano vaccinati. Questi risultati rafforzano ulteriormente la raccomandazione sulla vaccinazione anti COVID-19.
I #novax hanno scoperto il complotto. Essendo veramente molto astuti, hanno scoperto che l'ISS considera non vaccinati i soggetti che hanno fatto 1 o 2 dosi di vaccino anti-COVID-19. Quindi ecco perchè i ricoverati sono in maggioranza non vaccinati. Ma sarà veramente così?
Quale sarebbe la prova? I novax, a sostegno di queste farneticazioni, portano un referto del PS. In tale referto si nota che il paziente ha fatto 2 dosi di vaccino anti-COVID ma nei dati di dimissione leggiamo "Già vaccinato: No". Ecco che parte il complotto.
Ma guardando bene il referto si notano dei dettagli importanti. Accanto alla voce "Già vaccinato: No" appare la voce "Profilassi antitetanica: No". Il "Già vaccinato: No" si riferisce alla vaccinazione antitetanica, non a quella anti-COVID.
La #Donato, che da un po' di mesi gioca (senza molta credibilità) a fare la farmacologa, sta pubblicando nella sua pagina Twitter delle "informazioni" riguardanti presunti "genocidi" in corso a causa della vaccinazione anti-COVID.
Nel tweet incriminato la Donato condivide un articolo di "eventiavversinews.it" ma basta andare in questo sito per capire la reale qualità dell'informazione presente. Accenno un esempio.
Protocolli di disintossicazione post vaccino, con l'obbiettivo di eliminare le tossine dal corpo. Notizie allarmistiche. Notizie prive di fondamenti scientifici. Questo già ci dà idea della veridicità di ciò che afferma la Donato. Ma andiamo al sodo.
COVID-glicemia e grasso corporeo, un legame complesso che ancora nasconde tanti segreti e dubbi. Proviamo a fare un po' di luce su varie scoperte fatte recentemente ma che sono fondamentali per far avanzare sempre di più la ricerca su questo virus e la malattia che provoca.
L'infezione da Sars-Cov-2 è spesso associata ad aumenti della glicemia (quantità di glucosio presente nel sangue) che influiscono sulla gravità della malattia e sugli esiti clinici ma il meccanismo alla base di ciò è ancora poco compreso.
Il nostro organismo si trova, normalmente, in una condizione di omeostasi, un equilibrio. Un equilibrio finemente controllato tra la produzione di glucosio e il suo utilizzo. Questo equilibrio può venir meno in diverse condizioni come malattie acute, situazioni di stress ecc.