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Il Ministero della Difesa dell'Azerbaigian nega di aver violato i termini dell'accordo di cessate il fuoco che Azerbaigian e Armenia hanno firmato nel novembre 2020 con il sostegno della Russia. mod.gov.az/ru/news/zayavl…

Il Ministero della Difesa dell'Azerbaigian nega di aver violato i termini dell'accordo di cessate il fuoco che Azerbaigian e Armenia hanno firmato nel novembre 2020 con il sostegno della Russia.

Baku ha affermato che la situazione si è aggravata "sul territorio dell'Azerbaigian, dove è temporaneamente dispiegato il contingente di mantenimento della pace russo".

Il ministero della Difesa dell'Azerbaigian ha inoltre chiesto alla Russia "di non usare l'espressione "Nagorno-Karabakh" e di indicare correttamente il nome dei territori dell'Azerbaigian".

Baku ha quindi invitato la Russia "in conformità con le disposizioni della dichiarazione tripartita, a garantire il ritiro completo dei resti dell'esercito armeno e delle formazioni armate armene illegali dai territori dell'Azerbaigian riconosciuti dalla comunità internazionale".

Da parte loro le autorità armene affermano che il 24 marzo l'esercito azero ha violato la linea di contatto nella zona di responsabilità della missione russa di mantenimento della pace e ha invaso il villaggio di Parukh nel Nagorno-Karabakh.

Il ministero della Difesa della Repubblica non riconosciuta del Nagorno Karabakh ha dichiarato che il 25 marzo c'è stata una sparatoria in cui sono stati uccisi tre soldati del Karabakh e cinque azeri.

Alla fine di settembre 2020, per la prima volta dopo molti anni, nel Nagorno-Karabakh sono iniziate ostilità su vasta scala che sono durate in tutto un mese e mezzo; Il 10 novembre le parti, mediate dalla Russia, hanno concluso un accordo di cessate il fuoco.

Come risultato dei combattimenti, l'Armenia ha trasferito il controllo di circa la metà della Repubblica non riconosciuta del Nagorno-Karabakh all'Azerbaigian. La Russia ha inviato un contingente di mantenimento della pace nel Nagorno-Karabakh.