Thread by @ANPI_Scuola

#Brescia — 17 maggio 1944. Girano le prime informazioni sul gruppo di #fascisti che diventerà uno dei più temuti e odiati: la cosiddetta Banda Marta. È una formazione irregolare e perfettamente armata, i cui membri sostengono di essere partigiani ansiosi > #Resistenza #thread 1/9

> di collegarsi con i loro compagni. Questa forma raffinata di antiguerriglia, diretta dai nazisti, alterna i furti alle violenze: rubati muli e vitelli, svaligiati negozi, saccheggiate le abitazioni. I derubati si rivolgono alla Guardia Nazionale Repubblicana, che >
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> non interviene. Nel Notiziario sulle «operazioni contro i ribelli», però, il Comando provinciale della GNR svela in seguito con qualche imbarazzo la reale natura della formazione: «La banda segnalata in Valsaviore e che deve essersi accampata in località Fabrezza >
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> è, come già sospettavano i valligiani, non composta da elementi sbandati o ribelli, ma da persone ingaggiate dal Comando germanico per combattere i banditi con le loro stesse armi e con i loro sistemi. Sembra però che le rapine, succedendosi con un crescendo >
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> eccessivo e consumate quasi tutte in danno di povera gente, mentre hanno inasprito gli animi hanno anche messo sull’avviso i ribelli». Nell’intento di agganciare i ribelli, il 19 maggio quelli della Banda Marta costringono alcuni contadini a guidarli sino ai >
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> fienili di Musna. Alla fine si conteranno 4 vittime civili: Giovanni Boldini, percosso, morirà poco dopo. Due anziani coniugi, Giovanni e Maria Monella, la figlia Maddalena e Francesco Belotti vengono fucilati. La banda fascista al servizio dei nazisti uccide >
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> altre due persone nel trasferimento dalla Valsaviore alla Val Malga: il curato don Picelli e il renitente Giuseppe Gelmi. Intanto, il 22 maggio i nazisti sferrano un rastrellamento, con 200 militi fascisti, per cercare di debellare il gruppo di "Bigio", nel quale >
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> milita anche la figlia 14enne, Rosi Romelli, per passare in Valsaviore e investire la roccaforte della 54a Brigata Garibaldi. I partigiani riescono a defilarsi e, con il sostanziale fallimento dell’incursione della Banda Marta, riusciranno a rafforzarsi sul piano >
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> logistico-organizzativo. A questo punto, di fatto, la Valsaviore è una zona libera, autogestita dai garibaldini.
Da “Il Museo della Resistenza di Valsaviore - Guida alla storia e alla documentazione”, Mimmo Franzinelli. #thread #17maggio @albertoinfelise @bravimabasta #memoria