La mattina successiva il lancio del #REPowerEU, il prezzo dei permessi d’emissione equivalenti ad una ton. di #CO2 scambiato nell’EU ETS invece che esultare salendo ha reagito crollando, come mai?
il #REPowerEU è un ambizioso programma da 300 mld € che servirà per tagliare il cordone ombelicale che lega il continente al combustibile fossile russo entro il 2026.
rinnovabili
idrogeno
biometano
meno consumo di carburanti
ecc. ecc.
il REPowerEU sembrerebbe un piano perfetto per contrastare il #cambiamentoclimatico e sostenere l’ambizione verde dei paesi del blocco.
Questo perchè la Commissione ha proposto di aumentare la dotazione finanziaria del programma con altri 20 mld € provenienti dalla messa all’asta di quote di emissione del sistema ETS attualmente detenute nella Market Stability Reserve (MSR).
La Riserva Stabilizzatrice del Mercato è un meccanismo a lungo termine creato nel 2019 per far salire il prezzo delle quote riducendone drasticamente il numero così da stimolare la decarbonizzazione delle industrie europee
In poche parole, prelevando da questo meccanismo con #REPowerEU da Bruxelles ci autorizzano ad emettere più gas serra per raccogliere soldi che ci faranno emettere meno domani.
Logica e comprensibile è stata la reazione del mercato e dei soggetti obbligati ETS (industrie e compagnie aere) e quelli che ne sono indirettamente influenzati (traders, banche ed associazioni proclima).
Tra i trader e gli istituti finanziari, forse per paura di perdere i loro profitti generati dalla speculazione ETS, c’è chi grida al sabotaggio e ad un futuro incerto ed imprevedibile per i prezzi della CO2.
alcune considerazioni fanno però pensare che l’impatto sui prezzi del REPowerEU potrebbe essere minore di quanto immaginato e che il crollo momentaneo della CO2 sia solo una normale reazione di paura da parte degli speculatori attivi nel sistema.
Molto rimane da chiarire, ma va provocatoriamente detto che in tempi di crisi, un tesoretto da diversi miliardi non poteva non far venire l’aquolina in bocca a Bruxelles
anche se implica emettere di più nei prossimi anni
Secondo i dati Eurostat, la Russia, sempre nel 2021, è stato di gran lunga il primo fornitore petrolifero dell’Europa con una percentuale in termini di volumi superiore al 25% seguita dalla Norvegia col 9%.
Eventi estremi, governance frammentate, mancati ammodernamenti delle reti a fronte della penetrazione delle rinnovabili sono tra le ragioni che rischiano di rendere l’elettricità inaffidabile in un mondo digitale che invece vi fa sempre più conto.
🧵 rivistaenergia.it/2022/05/blacko…
1 miliardo di persone
a rischiano prolungati blackout nei prossimi mesi
le cause
- incontrollata penetrazione rinnovabili intermittenti
- inadeguatezza/vetustà reti di trasmissione
- limitato ricorso ad accumuli
- ritiro anticipato centrali fossili
Per rispondere alla sfida della transizione energetica, Saipem ha espanso il proprio business in settori non-oil ed elaborato un nuovo modello di business per offrire una gamma diversificata di soluzioni ingegneristiche a ridotto impatto ambientale.