Eventi estremi, governance frammentate, mancati ammodernamenti delle reti a fronte della penetrazione delle rinnovabili sono tra le ragioni che rischiano di rendere l’elettricità inaffidabile in un mondo digitale che invece vi fa sempre più conto.
🧵 rivistaenergia.it/2022/05/blacko…
1 miliardo di persone
a rischiano prolungati blackout nei prossimi mesi
le cause
- incontrollata penetrazione rinnovabili intermittenti
- inadeguatezza/vetustà reti di trasmissione
- limitato ricorso ad accumuli
- ritiro anticipato centrali fossili
I rischi si concretizzeranno soprattutto questa estate con l’accensione dei condizionatori d’aria.
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Ma vi è un altro fronte che meriterebbe lo stato di allerta da parte delle autorità preposte, oltre che una maggiore (e migliore) attenzione mediatica verso l’opinione pubblica: quello dei prezzi elettrici.
A maggio il benchmark tedesco del contratto forward a un anno ammontava a 222 euro/MWh superiore al precedente record di 207 alla fine dello scorso dicembre. Prima del 2021 la più elevata media per lo stesso contratto era stata di 83 nel 2008.
A determinate questo shock elettrico concorreranno principalmente l’aumento dei prezzi del gas e del carbone e la riduzione di un 30% della produzione nucleare in Francia.
Che di rischi #blackout e certezza di aumenti dei prezzi elettrici proprio non se ne parli nei media ma soprattutto a #Bruxelles dà conto dell’abissale distacco tra dinamica reale delle cose e il profluvio di annunci e promesse (a partire da #REPoweEU)
L’affidabilità delle forniture elettriche è centrale in un mondo sempre più digitale
mai come ora i sistemi infrastrutturali mostrano una crescente fragilità e vulnerabilità specie nelle aree urbane, dove risiede la metà della popolazione mondiale
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il numero dei blackout è ovunque aumentato: quelli di grande rilevanza sono censiti in numero di 50 in 26 paesi nel primo decennio del secolo.
Secondo i dati Eurostat, la Russia, sempre nel 2021, è stato di gran lunga il primo fornitore petrolifero dell’Europa con una percentuale in termini di volumi superiore al 25% seguita dalla Norvegia col 9%.
La mattina successiva il lancio del #REPowerEU, il prezzo dei permessi d’emissione equivalenti ad una ton. di #CO2 scambiato nell’EU ETS invece che esultare salendo ha reagito crollando, come mai?
il #REPowerEU è un ambizioso programma da 300 mld € che servirà per tagliare il cordone ombelicale che lega il continente al combustibile fossile russo entro il 2026.
rinnovabili
idrogeno
biometano
meno consumo di carburanti
ecc. ecc.
il REPowerEU sembrerebbe un piano perfetto per contrastare il #cambiamentoclimatico e sostenere l’ambizione verde dei paesi del blocco.
Per rispondere alla sfida della transizione energetica, Saipem ha espanso il proprio business in settori non-oil ed elaborato un nuovo modello di business per offrire una gamma diversificata di soluzioni ingegneristiche a ridotto impatto ambientale.