Per quanto possa interessare, i miei 2 cent sulla (possibile) minaccia nucleare russa:
innanzitutto voglio sottolineare come la questione del nucleare fosse inevitabile dal momento in cui si è capito che l'#Ucraina avrebbe resistito e non sarebbe capitolata, e l'Occidente ha deciso di sostenere la loro causa:
"E se #putin minacciasse la guerra nucleare se non smettiamo di fornire armi? E se incapace di conquistare #Kyiv e i territori ucraini decidesse di raderli al suolo con degli ordigni nucleari?"
Come abbiamo visto, il conflitto si è sviluppato in maniera completamente diversa dopo i fallimenti dei primi mesi, con la decisione della #russia di rimodulare i propri obbiettivi concentrandosi a est e nel #Donbas, mascherando le sconfitte a Nord come "diversivi".
Ma il problema dell'atomica russa è stato solo rinviato: esso si è prepotentemente ripresentato ora che la debolezza delle armate russe e le sconfitte sul campo, frutto delle recenti controffensive ucraine, si sono fatte evidenti ed impossibili da ignorare.
Con questo voglio chiarire come il "pericolo" di un'escalation non dipenda dalle nostre azioni in relazione al conflitto, ma piuttosto dall'andamento della guerra e dai fallimenti della #russia.
Evocando ora lo spettro di queste armi, #putin starebbe essenzialmente ricreando una situazione di ricatto ed intimidazione analoga a quella pre-invasione:
da "datemi concessioni o invado" a "datemi concessioni o potrei..."
Lasciando stare per un momento la dottrina militare russa o la distinzione tra armi nucleari "tattiche" e "strategiche" (per entrambi argomenti nel dettaglio rimando come sempre a @analiticamente1 e @marangelo2005, molto piú esperti di me ed eloquenti), il problema rimane:
dal momento in cui è stato deciso che l'invasione russa dell'#Ucrania non doveva avere successo (e non averlo fatto avrebbe creato problemi analoghi a quello che sto per descrivere), avremmo prima o poi dovuto fare i conti con questo dilemma, sia esso un bluff oppure no.
Che tipo di risposta si dovrebbe dare alla minaccia da parte russa di usare armi nucleari? Quale meccanismo di deterrenza?
Questo non so dirlo con certezza, non conoscendo tra l'altro che tipo di opzioni hanno sul tavolo gli USA, e che tipo di avvertinenti abbiano fatto in privato alle loro controparti russe.
Sono invece SICURISSIMO di ciò che questa risposta NON debba assolutamente essere: fare concessioni o cedere ai ricatti per timore di un'escalation (o del disastro nucleare). In nessun caso. Perché?
Perché da una parte, creerebbe per i russi un incentivo fortissimo ad usare nuovamente questa minaccia in futuro per ottenere nuove concessioni, o persino ad alzare la posta, ma non solo: in questo momento abbiamo gli occhi del mondo puntati sull'#Ucraina. Ad esempio,
Cina e Corea del Nord sono anch'essi regimi autoritari con mire territoriali e in possesso di armi nucleari, e vedere l'Occidente piegarsi alle minacce della #russia per paura dell'atomica potrebbe incoraggiarli a intraprendere campagne espansionistiche o a usare simili ricatti.
Dall'altra, incoraggerebbe simili regimi NON ancora in possesso di armi nucleari, come l'#Iran, a fornirsene per poter in futuro contare sull'efficacia di questo ricatto e conseguire le proprie politiche imperiali.
Contemporaneamente, questo potrebbe spingere anche i paesi vicini a questi regimi, le "Ucraine" del mondo, a fornirsi di armamenti simili, sentendosi minacciati e sapendo di non poter contare sul supporto occidentale nel caso di un'invasione da una potenza nucleare.
Quindi, questo potrebbe da un lato portare a una vera e propria "corsa globale" all'atomica, dall'altra a una sempre piú frequente ricorrenza al ricatto nucleare: un cocktail micidiale ed una situazione potenzialmente insostenibile per la stabilità dell'intero pianeta.
Allo stesso tempo, tornando in tema della deterrenza adeguata, non piegarsi ai ricatti ma promettere o dare l'idea di una risposta "troppo debole" rischia di creare un sistema d'incentivi simili, dove i vantaggi di utilizzare armi nucleari superano le potenziali conseguenze.
È così chiaro che la reazione a tale atto non può essere solo "piú sanzioni", o vaghe denunce, ma deve essere un atto di natura militare, seppur convenzionale e non escalatorio.
In linee generali, direi che una risposta adeguata dovrebbe "nullificare" i vantaggi che
putin spera utilizzando l'atomica: dev'essergli chiaro che nel momento in cui lo facesse, avrebbe perso irreversibilmente la guerra, si tratti di chiusura dei cieli, distruzione della flotta e/o aeronautica russa, attacchi ai loro proxies in Siria o all of the above.
In conclusione: la questione della minaccia nucleare russa è diventata inevitabile nel momento stesso in cui #putin ha deciso di varcare il confine. L'#Ucraina si é già rassegnata a questa possibilità, perché capiscono cosa sia in gioco e di non avere alternative se vogliono
continuare ad esistere. È ora che anche noi iniziassimo a pensare seriamente, senza farci assalire da timori o spettri, alle implicazioni logiche di certe "soluzioni" facili che ci vorrebbero, in malafede o non, propinare.
L'appeasement nucleare non ha spazio nella nostra realtà.
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Vorrei fare un thread sulle parole di #Santoro ieri a #PiazzaPulita su nazismo nell'esercito ucraino. Direte: "ma perché dedichi tempo a quel rimbambito?" e avreste anche ragione, ma alcune delle cose che dice sono (purtroppo non sempre solo in malafede) condivise da molti:
In questo spezzone Santoro spiega che allo scoppio della guerra nel Donbas combattevano dalla parte ucraina milizie contenenti elementi estremisti e neonazisti. E fin qui tutto ok. MA il problema sarebbe arrivato con la decisione di incorporare...
... queste milizie nell'esercito come forze regolari. Cosí quei gruppi estremisti paramilitari sarebbero ora parte dei reparti delle forze armate ucraine, e da qui originerebbe e sarebbe giustificata la "denazificazione", non da un'invenzione casuale.