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Feb 3 20 tweets 7 min read
Il giorno dopo la chiusura del meeting ad alto livello tra #Spagna e #Marocco, dalla stampa spagnola si ha una chiara idea di cos’è un’umiliazione. Se il governativo El País trasferisce la notizia a metà pagina con il servizio fotografico in evidenza, le altre testate 1/
puntano il dito sui nodi politici irrisolti e sulle criticità. Ha naturalmente impressionato l’assenza del re, che si è trattenuto in Gabon dove è in vacanza da Natale ma dove in realtà ha parecchi interessi economici, finanziari e pure geopolitici. 2/
In realtà Muhammad VI è stato presente per tutto il tempo, in fotografia, perché non vi è stato luogo del meeting ove non campeggiasse il suo ritratto. Alcune testate hanno posto l’accento proprio sul grottesco “pranzo offerto” dal monarca a Sánchez, al quale hanno partecipato 3/
i ministri di Rabat ma, appunto, non il re se non in foto. Publico ha titolato sull’inquietante giravolta di Madrid in merito all’ex-colonia spagnola del #SaharaOccidentale (la cui indipendenza la Spagna ha sostenuto per decenni, salvo cedere recentemente alle pressioni di USA 4/
e Marocco affinché avvallasse l’invasione del 1975, i successivi allargamenti e l’annessione di fatto) ma anche sull’incredibile assenza di una conferenza stampa a fine meeting. In proposito circola anche un video del ministro degli Esteri che, imbarazzato, chiede alla 5/
stampa di andare in “off”, ovvero di spegnere registratori e telecamere prima di rispondere a domande difficili. Più o meno tutta la stampa mette in evidenza l’ipocrita formula spagnola che esplicita il desiderio di “non parlarsi di cose che possono reciprocamente disturbare”. 6/
Più di un giornale sottolinea la totale assenza di risultati politici per la Spagna a cominciare dalla mancata riapertura delle dogane di Ceuta e Melilla, i due possedimenti spagnoli incastonati sulla costa mediterranea del Maghreb con cui il Marocco gioca a tenere Madrid 7/
perennemente sulle spine, ora promettendo una riapertura, ora lasciando che migliaia di migranti assaltino i cancelli che segnano il confine con la #UE, ora permettendo a miglia di persone di varcare le frontiere a nuoto. Per il quotidiano di Melilla, il meeting è stato 8/
“un fiasco”. Ancora, ci sono reportage che relazionano di una proposta oscena rivolta a Sánchez dal primo ministro marocchino, l’oligarca Aziz Akhannouch, che durante il fatidico “pranzo offerto” si sarebbe spinto fino a chiedere alla Spagna un aiuto concreto e muscolare 9/
nella repressione dell’esercito di liberazione del Sahara Occidentale, quel Fronte #Polisario che fino a prova contraria è per l’#ONU il legittimo rappresentante del popolo #saharawi ma che il “cerchio magico” di Rabat definisce “separatisti e terroristi”. 10/
Le foto mostrano un primo ministro spagnolo che, tra un omaggio al mausoleo del nonno del re e un accordo commerciale, passa dal grigio al pallido in volto e che dalle pieghe del viso sembra aver preso bastonate in faccia. Forte è il contrasto con gli ampi sorrisi della 11/
delegazione marocchina che oltre agli accordi commerciali ha portato a casa quasi una miliardata di euro a fondo perduto per controllare immigrazione e terrorismo, cioè per continuare a fare il nulla che da sempre fa in questi campi. 12/
Quanto al #SaharaOccidentale occupato, rientra naturalmente tra le cose “disturbanti” e dunque non era oggetto dell’incontro. La Moncloa ha solo ribadito la propria surreale posizione esposta ad aprile del 2022, quando si faceva sapere che dopo quasi 50 anni al fianco della 13/
ex-colonia era venuto il tempo di dare spazio alla proposta di marocchina di annessione (un piano che risale al 2007 e su cui il Marocco ha lentamente raccolto l’appoggio di mezzo mondo grazie anche alla sponsorizzazione degli #USA e alla corruzione del #Maroccogate aka 14/
#Qatargate). Ma lo ha fatto per iscritto e non se ne è parlato, come non si è parlato delle rivendicazioni marocchine sui possedimenti spagnoli di Ceuta e Melilla anche se sull’argomento non è mancata una frecciata dello scaltro oligarca Akhannouch, primo ministro di Rabat, 15/
il quale ha affermato che “solo 13 km di mare” separano #Spagna e #Marocco, come ad affermare implicitamente che Ceuta e Melilla “non sono Spagna”. Insomma, un Sánchez senza parole per la stampa e livido in volto ha celebrato il nuovo corso tra Spagna e Marocco guadagnandosi 16/
ogni possibile epiteto per quanto, oggidì, è remissivo l’atteggiamento di Madrid di fronte all’esuberante attivismo internazionale di Rabat. Al meeting erano presenti ben 12 ministri oltre a Sánchez ma mancavano i ministri di Unidas Podemos, proprio a causa della giravolta 17/
dei socialisti sul tema del Sahara Occidentale e su quello delle violazioni dei diritti umani in Marocco. Su quest’ultimo tema va ricordato che, pochi giorni fa a Strasburgo, i socialisti spagnoli sono stati gli unici a votare insieme all’estrema destra contro una mozione 18/
di condanna verso il degrado della libertà di stampa in Marocco e in favore della liberazione dei giornalisti detenuti ingiustamente. Intanto, la stampa marocchina sta dando addosso all’Europa proprio perché Rabat si sente sotto pressione per le inchieste del #Maroccogate 19/
aka #Qatargate. Come ha osservato una ex-eurodeputata che già dal 2018 denunciava le pressioni di Rabat su Bruxelles e Strasburgo, “i marocchini hanno avuto quasi tutto ma sono insaziabili: vogliono il 100%”. Anche per questo sarà un anno di batoste elettorali per il #PSOE. 20/20

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Feb 5
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È il luglio del 2017. Enzo Amendola è sottosegretario agli Affari Esteri dal gennaio 2016 e ha già firmato un importante partenariato con il #Marocco, che conosce bene anche perché la moglie Karima Moual, giornalista emigrata in Italia negli anni ‘90, è di là. Si sono 3/
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