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Johannes Bückler @JohannesBuckler
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Tempo fa ho raccontato la storia del brigadiere Gioacchino D’Anna ucciso ad Angri (Salerno) l’8 settembre 1975 da un rapinatore.
Ora spostiamoci a Villa Literno (Caserta) in casa di Luigi Michele Ciaburro.
Lo ricorda bene la figlia Anna Gloria quel giorno.
#MdT 09/09/1975 – Anna Gloria ha 14 anni. Suo padre, Luigi Michele Ciaburro, è un carabiniere. Hanno appena sentito alla televisione della morte di Gioacchino e suo padre si è fatto scappare sommessamente un “oggi a te, domani a me”.
Luigi Michele nel 1942 era entrato a far parte dei Carabinieri. Era stato assegnato alla stazione di Scoglitti in Sicilia, dove in occasione dello sbarco degli anglo-americani aveva presidiato il posto, nonostante i continui bombardamenti.
Una brillante carriera la sua. Scelto per far parte della scorta del Presidente della Repubblica Giovanni Leone aveva rinunciato per rimanere con la famiglia; i figli stavano crescendo e la presenza del padre era indispensabile.
E così era finito a Villa Literno. Un posto non certo tranquillo. Un territorio difficile e tutelare.
“Tante volte mio padre ritornava in Caserma, dove vivevamo tutti, con la camionetta trivellata di colpi da arma da fuoco, o stanco senza nemmeno un filo di voce”.
Il Maresciallo Ciaburro sogna di andare presto in pensione, garantire un futuro sereno ai suoi quattro figli. Il maresciallo ha a cuore la vita della povera gente. Tramite del Ministero dell’Agricoltura, aveva fatto ottenere fondi economici dal Governo agli agricoltori.
#MdT 09/09/1975 – E’ notte. Suona il telefono. Un anonimo lo allerta. Deve correre alla ferrovia. Il solito rito che il maresciallo conosce. Fanno scattare il rosso, 5 minuti per spiombare il treno e rubare tutto quello che possono. Caricare la refurtiva su camion in attesa e via
“Mio padre è morto alle 2.50 del 9 settembre, mentre rincorreva un uomo, mentre cercava di aggredire anche fisicamente il malaffare diffuso in quelle terre. Per tutta la notte non avemmo alcuna notizia; mia mamma più di una volta venne a svegliarmi preoccupata”.
Non venne fatta nessuna autopsia sul corpo di Ciaburro. Non si seppe mai chi lo aveva aggredito. Si parlò di malviventi lungo la ferrovia. Di un treno in corsa. Dopo tanti anni ancora nessuna verità.
Luigi Michele lasciò la moglie Izzo Caterina di 39 anni e quattro figli: Anna Gloria 14 anni, Olimpia 12 anni, Giuseppe 7 anni, Giancarlo 4 anni.

Nei primi dieci mesi del 1975, nei “meravigliosi anni ‘70”, erano già 35 i morti tra le forze dell’ordine.
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