L’americanizzazione dei responsabili dell’omicidio di Prati ha immediatamente degradato un evento politico nazionale a fatto di cronaca.
Una vicenda di strada, tarantiniana, una vicenda di giovani ricchi - fatto che avrebbe potuto esser chiaro fin da subito a guardare i luoghi in cui s’è svolta. 👇
Lo sbiancamento degli assassini, dicevo, ha sgonfiato d’un colpo la gran cassa mediatica, zittito le fanfare forcaiole e ammosciato le trombette. Il caso è chiuso, andate a casa, qui non c’è nulla da vedere. 👇
Una caciara di cui apparentemente non resta nulla, se non l’imbarazzo di un ministro dell’Interno chiamato a spiegare al presidente degli Stati Uniti d’America che due suoi cittadini dovranno scontare “i lavori forzati a vita” in un paese alleato. 👇
Apparentemente. Perché poi penso che questi vortici di odio che ci riteniamo in grado di dominare si esauriscano invece nelle ossa del nostro paese, facendosi metastasi. Che noi non vediamo. 👇
Così come non vediamo più la chiazza di sangue che nella notte tra giovedì e venerdì s’era orribilmente allargata tra via Cossa e via Cesi. È stata lavata via, ma il sangue resta nei luoghi in cui è stato versato. 👇
La decolorazione dell’esecrando omicida, infine, scaccia via veloce pure la memoria di questo giovane carabiniere che s’era sposato da una settimana e tifava Napoli. Ieri Mario Cerciello Rega era stato ucciso da due clandestini ed era un eroe, un simbolo, un fatto politico. 👇
Oggi è stato ucciso da due studenti statunitensi ingannati da uno spacciatore, ed è solo un uomo sfortunato, un morto sul lavoro, destinato a sparire presto dai ricordi collettivi di una comunità isterica. 🔚
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Passare 6 ore a trattare con Putin non dev’essere piacevole. Erdogan, che pure un po’ d’esperienza in materia ce l’ha, s'è presentato ieri sera davanti ai giornalisti a Mosca visibilmente scosso, tesissimo, due occhiaie che manco Toni Capuozzo.
I presidenti di Russia e Turchia hanno annunciato un accordo che pare aver già zittito le armi a #Idlib. Nelle ore precedenti, s’erano seduti al tavolo con mappa e righello così come avevano fatto lo scorso 22 ottobre per disegnare il destino del nord-est della Siria. 👇
Quella volta si erano visti a Sochi, che è in territorio russo ma più o meno metà strada tra Mosca e Ankara. Ieri il sultano è andato invece direttamente a corte dello zar. E non è un caso, perché i rapporti di forza nel frattempo sono cambiati. 👇
(Perché ho capito il #coronavirus, ma laggiù sta succedendo davvero il finimondo)
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Partiamo da #Idlib. Negli ultimi mesi ne avete già sentito parlare perché è il territorio in cui è stato scovato e ucciso Abu Bakr al Baghdadi, il leader dello Stato islamico (ve lo ricordate lo Stato islamico?). 👇
È il cuore agricolo del nord-ovest della Siria, una distesa di colline e di uliveti puntellata di città di medie e piccole dimensioni i cui nomi sono destinati a dirci poco. La maggioranza è musulmana sunnita, con un’importante minoranza cristiana. 👇
Negli anni gli autori di Sanremo sono incorsi in un abbaglio. La carenza di cultura musicale, unita a quella dei partecipanti, li ha indotti a relegare ai monologhi degli ospiti il racconto politico-sociale del paese. 👇
Ogni edizione ha avuto la sua tassa da pagare con un messaggio più o meno coraggioso (soprattutto meno), più o meno corretto (soprattutto più), più o meno esplicito. 👇
Il festival s’è andato trasformando in una passerella nazionalpopolare per attori, comici, giornalisti, profeti della modernità che hanno spinto la musica ai margini dell’irrilevanza. 👇
#Soleimani: riassunto delle puntate precedenti. Thread lungo.
Dal momento esatto in cui le forze Usa vi mettono piede nel 2003, l’Iraq diviene terreno di scontro tra Stati Uniti e Iran che competono per l’egemonia di un paese cruciale per gli equilibri regionali.
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Quando nel 2011 le truppe Usa lasciano l’Iraq al governo c’è Nouri al Maliki, abile a mantenere equilibrio tra le pressioni dell’una e dell’altra potenza ma promotore di politiche settarie che escludono la comunità sunnita e favoriscono riemergere dell’insorgenza jihadista. 👇
Con il dilagare in Iraq dello Stato islamico cambiano gli equilibri. Maliki lascia il posto a Haider al Abadi, che promette politiche più inclusive verso i sunniti e invita le forze Usa a tornare nel paese alla guida della Coalizione internazionale contro lo Stato islamico. 👇